Le mostre a Istanbul, “Guarire a Bisanzio”

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Ho appena finito di scrivere un nuovo articolo per Time Out (finito ieri, riletto e consegnato stamattina: che di prima mattina gli errori si scovano più facilmente), sulla mostra – da poco aperta al museo di Pera – sui sistemi di guarigione nell’antica Bisanzio. Ve lo farò leggere successivamente in versione integrale, anche se è in inglese: in effetti vorrei poter parlare di temi simili anche sulla stampa italiana, ma purtroppo l’orientamento prevalente prevede quasi esclusivamente il pittoresco e l’orientalismo (islamofobo). peccato: perché – come ripeto sempre – si fa credere che Istanbul è una città orientale ed esotica, mentre è moderna e non meno romana che ottomana (basta fare qualche metro al di fuori dalla zona turistica, per rendersene conto: i miei itinerari servono proprio a questo).

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La mostra, comunque. E’ di grande interesse perché fa capire i legami – la contiguità, in effetti – tra medicina e religione, tra interventi chirurgici e interventi soprannaturali: al punto che gli stessi medici, quando un paziente non voleva saperne di guarire, gli rifilavano degli amuleti. Tutto illustrato attraverso oggetti vari (reliquiari, x voto, icone più o meno miracolose, set da chirurghi, mortai e pestelli), manoscritti e persino campioni botanici delle erbe usate per medicine e pozioni. Medicina e magia – o religione – sempre fianco a fianco: basti pensare ai santi-medici Cosma e Damiano, che quando non ci arrivavano con la scienza facevano scattare il miracolo. Ho scritto scienza, avrei dovuto scrivere arte: il titolo della mostra, curata da Brigitte Pitarakis (istanbuliota di origini greche che insegna a Parigi) . è infatti “La vita è breve, l’arte lunga”, il celebre aforisma di Ippocrate che è rappresentato nella mostra in un bellissimo manoscritto miniato del ‘300 (in prestito dalla Bibiothèque nationale de France).

E’ una mostra compatta, in cui si impara moltissimo sulle pratiche mediche e magiche di Bisanzio, sui meccanismi cosmici e numerologici (le fasi della luna, la posizione delle stelle, i cicli delle stagioni, il valore per l’appunto magico dei numeri come delle forme geometriche come l’ottagono), sull’idea che le malattie fossero opera dei demoni che andavano pertanto neutralizzati graziead amuleti o con esorcismi, sull’altra contiguità tra paganesimo e cristianità. alcune pratiche, come la guarigione nei sogni erano le stesse: in precedenza avvenivano nel santuario pagano di Esculapio, successivamente in quello cristiano di santi Cosma e Damiano a Costantinopoli. Sono poi molto contento del fatto che si parli delle ayazma, le sorgenti miracolose ancora oggi in funzione e frequentate anche da musulmani: e non perdetevi la ricostruzione in 3D – realizzata dai responsabili del progetto Byzantium 1200 – delle “acque meravigliose”, degli edifici più importanti in cui l’acqua serviva per guarire o aveva comunque una grande importanza – le fontane monumentali – nella vita quotidiana della città.

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La mostra rimarrà aperta fino al 26 aprile, il 14 marzo – in Turchia, il giorno dedicato ai medici – si terrà invece un interessante convegno internazionale per esplorare ancora più in profondità i temi illustrati nella mostra e nel catalogo.

 

Museo di Pera
(orari: martedì-sabato dalle 10 alle 19, domenica dalle 12 alle 18)
Meşrutiyet Caddesi N° 65
Tepebaşı – Beyoğlu

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3 Risposte a “Le mostre a Istanbul, “Guarire a Bisanzio””

    1. è una mostra unica nel suo genere, con dei veri tesori esposti e un lavoro preparatorio – di ricerche – eccezionale

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