Mentre alcuni giornalisti italiani – armati di pregiudizi, più che di professionalità – continuano a sostenere che il governo turco sta “distruggendo la cultura” (o bestialità simili), i fatti continuano ostinatamente a dargli torto.
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Nei giorni scorsi, ad esempio, ho dato conto di due grandi novità che daranno slancio internazionale alla offerta culturale della città: la demolizione del vecchio Akm prima di cominciare il lavori di un più grande e più moderno centro per opera e teatro, la demolizione del vecchio e inadeguato edificio che ospitava il museo Istanbul Modern per essere sostituito da un progetto avveniristico di Renzo Piano. Ecco: in Italia persino questi progetti oggettivamente di alto spessore sono stati presentati in chiave negativa!
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E per l’appunto, le smentite alle loro notizie fasulle – propalate nel silenzio generale di chi dovrebbe invece contrastare questa propaganda nera – continuano imperterrite. Com’è tradizione, infatti, la campagna elettorale ha dato l’opportunità al presidente uscente e al suo partito Akp di svelare ulteriori grandi progetti infrastrutturali, anche di diretta rilevanza culturale.
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Sono stati annunciati proprio il 29 maggio, in occasione delle celebrazioni per la conquista ottomana di Costantinopoli. Nell’ordine: un gigantesco parco al posto dell’aeroporto Atatürk in via di dismissione, la biblioteca pubblica più grande di Turchia nella caserma ottomana di artiglieria Rami (a Eyüp) che verrò opportunamente restaurata, un museo storico nell’accademia militare di Kuleli chiusa dopo il colpo di stato del 15 luglio 2015, un parco scientifico-tecnologico negli ex cantieri navali abbandonati lungo il Corno d’oro.
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Appena emergeranno elementi più dettagliati e magari qualche rendering decente, vedrò di parlare di questi progetti uno per uno. Invece, chissà perché, sono convinto che la stampa italiana – visto che non confermano il paradigma interpretativo della cosiddetta “islamizzazione” – si guarderanno bene dal parlarne.