La presentazione sul sito della casa editrice E/O di Lo scherzo di Solimano mi aveva alquanto incuriosito (poi però ho comprato l’edizione originale in francese: Comment les grands de ce monde se promènent en bateau): “Cosa ci fa una dea precolombiana in un documento ottomano risalente addirittura a qualche anno prima che gli spagnoli incontrassero gli aztechi? […] E’ l’inizio di una girandola di colpi di scena che rimbalzano dalle piramidi di Tenochtitlan in Messico alle botole segrete della moschea di Suleymaniye a Istanbul alle grigie aule dell’università di Buenos Aires, da Montezuma a Solimano il Magnifico a Carlo V, in un pastiche storico che oltre a mettere sottosopra la vita dei due austeri accademici cambierà il nostro sguardo sulla storia del mondo.”
Il libro della giovane ed esordiente scrittrice francese Mélanie Sadler si è però rivelato deludentissimo. Innanzitutto, non è un romanzo ma una novella: trama lineare e scontata, personaggi privi di profondità, luoghi solo abbozzati (da apprezzare invece lo stile sbarazzino e l’ironia colta e tagliente). Soprattutto, la storia è talmente assurda – anche in quanto finzione letteraria – da trasformare il racconto in fantascienza storica: il sultano Solimano il Magnifico era in realtà un principe azteco scappato dal Messico della conquista spagnola e approdato a Istanbul, che ha poi rocambolescamente ereditato l’impero ottomano.
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Insomma, neanche Dan Brown è arrivato a tanto 🙂