La bomba di Istanbul e i marxisti-leninisti turchi

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L’ordigno artigianale esploso a Istanbul qualche giorno fa ha catturato l’attenzione spasmodica dei media italiani, visto che la presenza di una stazione della metropolitana nei primi lanci d’agenzia – in realtà solo vicina all’esplosione, in una zona comunque periferica – avevano fatto pregustare chissà quale carneficina.

Ne ho debitamente parlato sul blog, anche per tranquillizzare chi aveva in programma viaggi a Istanbul: ma so purtroppo di rinunce da parte di chi si è lasciato influenzare da questo allarmismo ingiustificato, una decisione davvero senza senso.

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Inoltre, come avevo immediatamente scritto subito dopo l’attentato, era chiara la matrice di estrema sinistra dell’azione terroristica rivolta – attraverso una bomba posta su un cavalcavia – contro mezzi della polizia: matrice che faceva escludere ipotesi di possibili attentati su larga scala contro obiettivi civili, le priorità e le modalità operative di questi gruppi sono ben altri. Infatti, è poi arrivata la rivendicazione del gruppo “marxista-leninista” Mlkp (Marksist Leninist Komünist Parti): e ieri varie azioni della polizia ne hanno arrestato vari membri in tutta la Turchia, 10 dei quali a Istanbul (sono in combutta col Pkk, ovviamente).

E spero che a nessuno salti in mente di parlare di “repressione”, di “oppositori in prigione”!

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