Il meccanismo è sempre lo stesso: l’Ansa riprende fattarelli e notiziole dalla stampa turca, soprattutto quando si può mettere in cattiva luce l’islam e il governo; poi qualcuno ci ricama su e sbatte il “mostro turco” in prima pagina (o quasi); i commentatori di articoli online si scatenano al grido di “e questi barbari vogliono entrare in Europa?”
La notizia la conoscete tutti: Mutlu Kaya, giovane originaria di Diyarbakır nel sud-est a maggioranza curda, è stata ridotta in fin di vita per aver partecipato a una trasmissione televisiva canora. Non si sa bene da chi, da familiari o forse dall’ex fidanzato già denunciato dalla ragazza.
Le mie riflessioni: ma perché questa notizia ha avuto una circolazione quasi maggiore in Italia che in Turchia? Perché sulla stampa turca non trovo mai riferimenti ai casi di Garlasco, Yara e zio Michele? Perché in lanci e articoli vari nessuno ha fatto riferimento a quanto il governo sta facendo per combattere la violenza contro le donne?
Perché sulla Turchia vengono sistematicamente pubblicate solo notizie “negative”, riguardo violenze varie, e non già anche sui grandi progetti di modernizzazione, sulla rinascita culturale delle minoranze non musulmane, sul connubio virtuoso tra islam e modernità? Perché in Italia si sa tutto delle critiche delle opposizioni e molto poco di quello che il governo fa? A chi giova presentare il presidente Erdoğan come dittatore, per di più mentalmente instabile?
Soprattutto, al di là dell’esigenza di qualche click in più, che razza di giornalismo è quello che non informa ma deforma, che non combatte ma rafforza clichés e pregiudizi vecchi di secoli?
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Premesso che amo e studio la Turchia, io ci vedo più somiglianze con l’Italia, che differenze: Erdoğan non è certo il miglior premier, ha i suoi difetti, ma considerato che sta portando avanti buone politiche per la crescita del paese (a parte ogni tanto fare un po’ marcia indietro in una maggiore ortodossia religiosa – cosa che non riesce più di tanto, vista la seconda religione turca, il kemalismo)… e mi ricorda tanto Berlusconi – sinceramente quando penso a lui, ripenso alla trovata dell’ologramma… e non credo che noi in Italia possiamo permetterci di criticare in fatto di violenza sulle donne e femminicidio… è una delle tecniche del governo, puntare il dito per sviare l’attenzione, e con gli immigrati che in questo periodo sono un ottimo capro espiatorio per i nostri problemi, e che spesso sono musulmani, le notizie turche da poter esagerare cadono a fagiolo… è solo una delle tante cose che non va nel nostro modo di fare informazione e percepire l’altro
Mi sembra un analisi molto superficiale accostare il tentato omicidio di Mutlu con i delitti di Garlascoo di Avetrana o della piccola Yara.A parte che anche questi tre sono diversissimi tra loro per cause e ambientazione, quindi per nulla assimilabili, in nessuno di loro c’è comunque alla base l’autodeterminazione di una donna che ha scatenato la furia familiare e/o maschile.
non potresti limitarti a dire che non sei d’accordo? cosa ne sai tu di cosa c’è “alla base” dei delitti di cui sopra?
non condivido. L’autore dell’articolo non comprende che la notizia di rilievo “internazionale” non è il crimine in se, bensì le ragioni sottese. La notizia ha avuto clamore in tutto il mondo perchè la ragazza è ora in fin di vita poichè il fidanzato (forse anche la famiglia, se non ho compreso male) non voleva che lei partecipasse ad un reality. In parole semplici, la “notizia” non è la povera ragazza ma l’atteggiamento medievale di alcune persone che hanno nei confronti delle donne, della musica, ecc. Giusto quindi a riportare la notizia nelle prime pagine di tutto il mondo.
no, la notizia ha auto questo clamore perché dei giornalisti cialtroni hanno fatto credere che si è trattato di un “delitto d’onore”, addirittura perché la ragazza è andata in tv con le “braccia scoperte”… collegando il tutto alla religione islamica. invece, si è trattato molto più semplicemente di un ex fidanzato: niente famiglia “medievale”, niente islam…