La Turchia e la “zona Isil” in Siria

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(già pubblicato sul mio blog “Cose turche” di Look Out news)

La Turchia ha finalmente concesso l’utilizzo della sua base di Incirlik alla coalizione anti-ISIL. Ma cos’ha ottenuto in cambio? Beh, almeno a grandi linee quanto chiedeva da lungo tempo: una zona cuscinetto al confine con la Siria, utile per prestare accoglienza ai rifugiati – in territorio siriano e non più turco, dove sono ormai oltre 2 milioni – e per addestrare il Libero esercito di Siria (Fsa) e consolidare le sue posizioni nella guerra civile contro Assad.

Avrà un’estensione di circa 100 chilometri di lunghezza per 40 di lunghezza nell’area di Jarablus, avrà come obiettivo prioritariamente condiviso l’eliminazione delle forze del Califfato: per l’appunto divenute una minaccia molto concreta, nei giorni scorsi, proprio sul confine turco. Le operazioni consisteranno in raid aerei, accompagnati eventualmente dall’artiglieria turca; al momento non sono previsti attacchi di terra da parte di eserciti della Nato.

Dal punto di vista di Ankara, però, il beneficio atteso è anche un altro: impedire che le milizie dello Ypg curdo si espandano ulteriormente verso occidente, stabilendo una sovranità di fatto esclusiva che potrebbe pregiudicare un futuro unitario per la Siria. Un accordo che soddisfa un po’ tutti: salvo le fazioni curdo-siriane militanti, che speravano di continuare indisturbati nella loro guerra parallela.

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