Le ayazma e l’acqua miracolosa di Istanbul

Cosa sono le ayazma? Un’altra delle sorprese che riserva Istanbul a chi non si accontenta di vedere le cosiddette “cose principali”: più in concreto, delle sorgenti di acqua santa e miracolosa che si trovano associate – cioè, nello stesso complesso – di numerose chiese ortodosse di Istanbul. Scrivo questo post oggi per una ragione in particolare: la più famosa delle chiese che contengono un’ayazma è quella di Santa Maria della sorgente (per l’appunto!) o chiesa di Balıklı, che in turco vuol dire “con i pesci”.

All’interno della sorgente – come vedete nelle foto – nuotano infatti dei simpatici pesci rossi in ricordo di una leggenda: un prete si stava tranquillamente arrostendo dei pesci – il 29 maggio 1453 – e a chi gli annunciò la caduta di Costantinopoli conquistata dagli ottomani rispose che gli avrebbe creduto solo se i suoi pesci fossero tornati a nuotare, cosa che puntualmente avvenne. In vari dipinti, nella cripta dell’ayazma, viene raffigurata questa scena: insieme ai malati che grazie a quell’acqua speravano di guarire.

Perché oggi, dicevo. Perchè il venerdì dopo Pasqua – la Pasqua ortodossa, che quest’anno è caduta il 5 maggio (purtroppo sono riuscito ad andare solo all’epitaffio e non alle messe di sabato notte o di domenica) – alla chiesa di Balıklı poco fuori le mura teodosiane di Costantinopoli, all’altezza di Silivrikapı, si compie un vero e proprio pellegrinaggio: con presenza massiccia – per la messa della mattina – di greco-ortodossi di Istanbul (rum, o romei) e di istanbulioti emigrati per la maggior parte in Grecia.

Chi non può andarci di persona, chiede a chi va un bel rifornimento di acqua santa: che potrete prelevare anche voi, durante tutto l’anno, grazie a delle mini-bottigliette di plastica; dove c’è la sorgente, invece, ho visto gente berla – ci sono dei bicchieri di metallo in dotazione – e usarla per abluzioni (solo il viso): in ogni caso, ricordatevi di lasciare qualche moneta come offerta.

Tra l’altro, quella antichissima chiesetta ha un ulteriore tesoro non particolarmente conosciuto: le tombe dei Patriarchi ecumenici, almeno quelli dell’ultimo secolo (come Atanagora, quello degli storici incontri – anche a Istanbul, nel 1967 – con Paolo VI); anche per questo motivo, quando mi capita di andarci ci trovo quasi sempre dei gruppi provenienti dalla Grecia.

Ma di ayazma ce ne sono dappertutto: quella di Santa Maria delle Blachernae ad Ayvanseray, praticamente sul Corno d’oro (la chiesa oggi minuscola, anticamente era tra le più importanti di Istanbul: perché custodiva le reliquie della Madonna); quella della Panagia Evangelistria a Dolapdere, sotto piazza Taksim; quella della chiesa di San Giorgio a Büyükada, di cui ho parlato poco tempo fa; quella della chiesa del Profeta Elia, a Üsküdar; quella di Sant’Eufemia, a Kadıköy; quella sotto il ristorante Koço a Moda. Ce ne sono altre ancora, ancor più numerose erano in passato: alcune le conosco, altre spero di scoprirle in qualche prossima perlustrazione.

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