Una delle più grandi rivelazioni del vivere a istanbul è l’intensissima attività di musei e altre istituzioni culturali: per la maggior parte privati, creati negli ultimi decenni per valorizzare le collezioni di ricchi mecenati – le grandi famiglie dell’industria e della finanza – e gestiti da dinamiche fondazioni. Le mostre che mettono regolarmente in calendario sono tutte originali, rigorosissime nel taglio scientifico, coinvolgenti nell’allestimento: si sogna e s’impara allo stesso tempo.
Al museo Sadberk Hanım non c’ero mai stato: è parecchio lontano dal centro, nel quartiere di Büyükdere sul Bosforo e quasi sul mar Nero; ci sono stato la scorsa settimana, per vedere una mostra appena inaugurata – in programma fino al 26 maggio dell’anno prossimo – sui ricami ottomani: “tecnica della mano, piacere degli occhi“. Ma il piacere è stato anche quello di una lunga passeggiata – via bus – lungo il Bosforo: passando per quartieri che avevo visto solo dal battello, come Tarabya e le residenze estive di fine Ottocento degli ambasciatori alla corte ottomana (l’unica in cattivo stato è quella italiana, tanto per cambiare…).
Il museo è ospitato in due edifici in legno di un secolo fa: la residenza estiva della famiglia Koç e l’edificio attiguo successivamente acquisito; ha aperto nel 1980 (il primo museo privato in Turchia), è dedicato alla memoria di Sadberk Koç. Raccoglie ricami e tessuti ottomani, oggetti in argento e porcellane, costumi tradizionali, collezioni archeologiche e di arte islamica. La mostra presenta 167 pezzi unici, tutti in possesso del museo e tutti ricamati a mano tra il XVII e l’inizio del XX secolo: che illustrano stili e tecniche tra loro molto diversi.
Sono stati ricreati gli ambienti della vita quotidiana e dei più importanti momenti di passaggio per la famiglia imperiale: come il letto della circoncisione, la presentazione pubblica del corredo, la rasatura dello sposo prima del matrimonio, la cerimonia del caffé pomeridiano; a essere ricamati erano tappeti, cuscini, lenzuola, turbanti, tende, tendine per specchi, tovaglie, tovagliette per il caffé, fazzoletti: abbondano l’oro, l’argento e la seta, io come al solito ho particolarmente apprezzato i motivi ornamentali ispirati al tulipano, un vero e proprio logo dell’arte sponsorizzata dai sultani ottomani. E’ una mostra istruttiva e coinvolgente: è aperta tutti giorni – escluso il mercoledì – dalle 10 alle 17, il costo del biglietto è di 3 euro e 50 centesimi.
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