
Non ho mai amato le manifestazioni di piazza, soprattutto se prolungate: perché finiscono inesorabilmente col danneggiare chi non condivide i motivi o i metodi – e magari tutti e due – delle proteste; il mio è un discorso generale, non riguarda quello che sta accadendo i questi giorni: ma trovo il ricorso alla folla incompatibile con la democrazia liberale, che si basa invece sulla competizione tra idee e progetti.
LEGGI ANCHE: La Triennale d’arte di Istanbul (2013) a piazza Taksim
LEGGI ANCHE: I lavori di piazza Taksim
LEGGI ANCHE: La nuova piazza Taksim prende forma
LEGGI ANCHE: La nuova piazza Taksim (reprise)
Infatti, tra le conseguenze negative delle proteste dell’ultima settimana – al di là del vandalismo e delle conseguenze a breve e lungo termine sull’andamento generale dell’economia – ci sono: una serie di rinunce e un calo preoccupante delle prenotazioni negli hotel, una serie di eventi culturali di alto profilo – a giugno parte alla grande la stagione estiva – che nei giorni corsi sono stati cancellati o rinviati a data da destinarsi, più che altro per precauzione.
LEGGI ANCHE: Le moschee di Istanbul, la Cumhuriyet camii di piazza Taksim
LEGGI ANCHE: La Istanbul di Henri Prost (1931-1951), documenti e foto
LEGGI ANCHE: Taksim. Il cuore di Istanbul
LEGGI ANCHE: La storia del parco Gezi di Istanbul
La rivista Cornucopia ha stilato una lista degli appuntamenti saltati, tra i quali segnalo quelli di maggior interesse (ad alcuni di questi avrei partecipato e ne avrei poi parlato sul blog):
l’IST. Fest, il Festival internazionale delle arti e della cultura di Istanbul – in calendario dal 6 al 9 giugno l’ISTANBUL’74 di Karaköy – è stato posticipato a non si sa ancora quando;
la serata inaugurale del festival musicale di Iksv è saltata (ma non dovrebbero esserci problemi per gli altri concerti);
i concerti previsti per il 6 e il 7 nell’ambito del Vodafone Istanbul Calling sono stati annullati e non verranno recuperati;
LEGGI ANCHE: Il 41° festival musicale di Iksv
LEGGI ANCHE: I festival a Istanbul, Vodafone Istanbul Calling 2013
il festival di danza Burn Electronica in calendario per l’8 giugno – in zona Beşiktaş – è stato cancellato;
il Mind Body Festival – tre giorni sul benessere, dal 7 al 9 giugno a Santral Istanbul – è stato rinviato.
Spero che la situazione migliori ulteriormente: ho varie attività in programma per i prossimi giorni e mi dispiacerebbe dovervi rinunciare.
LEGGI ANCHE: Le proteste di piazza a Istanbul (maggio-giugno 2013)
LEGGI ANCHE: La mappa delle proteste a Istanbul
LEGGI ANCHE: Le foto delle proteste a Istanbul
AGGIORNAMENTO. Purtroppo, a causa del perdurare delle proteste di piazza, sono saltati molti altri appuntamenti culturali e artistici: quelli in programma nell’ambito del Vodafone Istanbul Calling nelle prossime settimane sono stati cancellati (i dettagli li trovati sul loro sito web, i possessori di biglietti saranno ovviamente rimborsati), mentre l’Avea Escape To Music – previsto per il 29 giugno – è stato rinviato a data da destinarsi; per un altro motivo – cioè, a causa della nuova legge sulla vendita e la pubblicità di bevande alcoliche – è invece saltato l’Efes Pilsen One Love Festival. Nell’uno e nell’altro caso, i danni per l’industria turistica turca – nel breve e nel medio-lungo periodo – sono evidenti.
Per contattarmi:
giuse.mancini@gmail.com
https://www.facebook.com/IstanbulEuropa
Io ho una mia carissima amica di Istanbul e seguo da molto vicino la protesta, non credo che gli eventi culturali siano più importanti dei loro fondamentali diritti alla laicità che quel dittatore di Erdogan sta loro negando
Erdogan… dittatore? capisco che possa non piacerti: ma se e’ stato eletto – attraverso libere elezioni – dal 50% dei turchi, cosa c’entrano le dittature?
poi, in concreto cosa sarebbero questi “diritti alla laicità” di cui parli? sinceramente non capisco…
[…] LEGGI ANCHE: Le proteste a Istanbul e la cultura negata […]