L’anfiteatro turco di Mastaura

Mastaura

(sì, lo so benissimo che è l’anfiteatro di Mastaura è romano e non turco, che è stato costruito un millennio prima dell’arrivo dei turchi in Anatolia: ma con i titoli mi sia consentito giocare, a volte; comunque, ho scritto questa brevissima presentazione per Il Giornale dell’Arte: ma spero di poterci andare e di scrivere qualcosa di più articolato, in futuro)

Nella cittadina di Mastaura, nella regione egea, una collinetta invasa dalla vegetazione e dagli ulivi, con una grande depressione centrale, nascondeva un grande anfiteatro romano. L’unico dell’Anatolia che non è andato distrutto. I primi rilievi degli archeologi turchi lo stimano al II secolo dei Severi, quando la cittadina della Caria conobbe il suo maggior sviluppo; poteva contenere fino a 20.000 spettatori, che accorrevano anche dalle città circostanti – da Efeso, da Mileto, da Afrodisia – per i giochi gladiatori e le venationes con animali esotici.

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Era alto 25-30 metri, il diametro dell’arena è di circa 100 metri. Le strutture in muratura si sono ben conservate perché interrate, l’anello esterno è invece scomparso. Gli studiosi, dopo aver cominciato a liberare l’area dagli arbusti, per quest’estate hanno in programma un’indagine approfondita col georadar degli ambienti più interni; nel frattempo, stanno lavorando a una ricostruzione in 3D e hanno compiuto i primi interventi conservativi. Buona parte delle gallerie che sostenevano le gradinate sono invece già visibili.

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