Mesopotamia. Dove la civiltà ha avuto inizio

Mesopotamia

(ho scritto quest’articolo – poi pubblicato su Il Giornale dell’Arte – all’inizio del 2020: la mostra dedicata alla Mesopotamia avrebbe dovuto aprire in quel marzo, a causa del covid è stata inaugurata solo poco fa; è adesso in programma, al Getty di Malibu, fino al 16 agosto 2021)

Dal Louvre alla California. “Mesopotamia. La civiltà inizia”, in programma dal 18 marzo al 27 luglio nella villa di Malibu del Getty Museum, ha una duplice origine francese: quasi tutti i 133 oggetti presentati sono in prestito dal museo parigino, la mostra è una versione ridotta e rivisitata di quella – dall’analogo titolo – organizzata a fine 2016 nell’antenna del Louvre a Lens.

“L’impostazione è la stessa, ma la mostra è stata adattata agli spazi e a un pubblico diversi”, ha spiegato a Il Giornale dell’Arte Ariane Thomas del Louvre, co-curatrice insieme al direttore del Getty Timothy Potts (e già curatrice dell’edizione di Lens). Per questo motivo, le otto sezioni originarie sono state scremate a tre: “le prime città”, “la prima scrittura”, “i primi regni”; è stata poi aggiunta una sezione introduttiva – sfruttando un corridoio – con una narrazione cronologica di sovrani, dinastie ed eventi fondamentali nella storia dei sumeri, degli accadi, dei babilonesi, degli assiri.

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La Mesopotamia, per l’appunto, viene presentata come la terra delle prime volte, dove gli elementi fondativi della nostra civiltà – i centri urbani come Uruk, la scrittura e di conseguenza la storia, i sistemi politici e amministrativi – hanno avuto inizio. Nel catalogo edito dallo stesso Getty, dei pregevoli saggi – oltre a quelli di tradizionale inquadramento storico e artistico – evocano la perdurante influenza della terra tra il Tigri e l’Eufrate nella cultura occidentale: dall’epica di Gilgamesh e dalla Bibbia, fino al “Nabucco” di Verdi e al demone Pazuzu del film horror “L’esorcista”. Altri ripercorrono la stagione di scoperte francesi, tra XIX e XX secolo, che hanno dato origine alle collezioni del Louvre.

Il percorso di visita copre 3.000 di storia, dall’invenzione della scrittura nel 3.400 a.C. alla conquista di Alessandro Magno nel 331 a. C.: in mostra, i due momenti – iniziale, conclusivo – sono rappresentati da tavolette coperte da caratteri cuneiformi e da una pregevole e fortemente idealizzata testa in marmo del macedone.

Nelle tre sezioni, sono di particolare interesse tavolette e sigilli a cilindro con narrazioni mitologiche e cosmogoniche, bassorilievi in terracotta di divinità come Ishtar, il “vaso Emmetena” da Girsu in argento inciso (vi è raffigurato il dio Ningirsu, in forma di aquila con testa di leone), tavolette con testi di contratti od osservazioni astronomiche e astrologiche, una statuetta in bronzo di Pazuzu, statuette in diabase del principe Gudea, frammenti di stele con passaggi dal codice di Hammurabi.

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