
Sul sito web de Il Giornale dell’Arte è stato pubblicato un mio articolo – rielaborazione di quello che uscirà per il numero cartaceo di Febbraio – dedicato all’inclusione nella Lista del patrimonio immateriale dell’Unesco delle miniature turche (in una candidatura congiunta con Azerbaigian, Iran e Uzbekistan).
Nell’articolo completo – che potete leggere qui: “Le matricole del patrimonio immateriale Unesco” – trovate anche una breve descrizione delle due candidature italiane accettate: l’arte delle perle di vetro, il corno da caccia. L’immagine che vedete è la miniatura di Murat Palta di cui parlo alla fine: una rivisitazione di Kill Bill in stile ottomano, di pochi anni fa.
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Per le nuove inclusioni nella Lista del patrimonio dell’umanità bisognerà aspettare il 2021, ma l’Unesco ha comunque aggiornato quella parallela del patrimonio immateriale, formalizzando per il 2020 l’inserimento di 29 nuove candidature. Ce l’hanno fatta ad esempio l’apicoltura negli alberi in Polonia e Bielorussia, la cultura della sauna in Finlandia, il couscous nei paesi del Maghreb, l’orologeria in Francia e Svizzera; per l’Italia, entrambe coinvolte in candidature congiunte, l’arte delle perle di vetro di Venezia (le murrine) e i suonatori di corno da caccia della Venaria Reale.
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Tra le altre accettate, quella sull’arte della miniatura presentata da Turchia, Azerbaigian, Iran e Uzbekistan. Le miniature di questo specifico contesto culturale sono decorazioni pittoriche di piccole dimensioni, in cui non vengono seguite le regole della prospettiva: le figure umane, ad esempio, hanno spesso dimensioni proporzionali alla loro rilevanza. Il supporto tradizionale è la carta, il formato prediletto l’album in cui venivano raccolti fogli di diversa provenienza.
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Oggi invece si utilizzano anche ceramiche, tessuti, tappeti; ai colori si aggiungono l’oro e l’argento. Un’ulteriore caratteristica è quella dell’apprendimento attraverso un rapporto diretto tra maestro e allievo in una sorta di apprendistato. Anche se le origini sono antiche, l’arte della miniatura ha avuto un impulso significativo alla corte dei sultani ottomani, dov’è diventata strumento privilegiato per rappresentare le diversità dell’impero: le sue genti e la sua geografia variegata. Ma è stata anche capace di rinnovarsi, come dimostra il giovane artista Murat Palta, che ha rappresentato attraverso miniature di apparente fattura ottomana scene di film hollywoodiani come Shining Kill Bill, Guerre stellari o Arancia meccanica.
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