Sono davvero sorpreso! I miei colleghi islamofobi si sono lasciati sfuggire – ma solo per il momento, eh… – una ghiottissima occasione per continuare a denunciare la cosiddetta “islamizzazione” in Turchia: mentre di solito tra “donne velate”, cocktail vietati (in un ipotetico futuro) e per l’appunto moschee non ne lasciano passare una!
LEGGI ANCHE: La moschea di Taksim, lavori in corso
Quella che vedete – esattamente una mescid, una sala per preghiere – è stata da poco attivata all’interno di un grande nodo di scambio della rete urbana di trasporto pubblico: a Zincirlikuyu/Gayrettepe, dove convergono autobus, metrobüs e metropolitana. E’ una zona molto transitata, che registra picchi fastidiosi di sovraffollamento (tra l’altro, c’è anche una stanza a disposizione delle donne che vogliono cambiare i loro bambini).
LEGGI ANCHE: Guida ai trasporti di Istanbul
La mia opinione l’ho ripetuta più volte: cosa c’è di male nel mettere a disposizione di tutti uno spazio per pregare? E mica ti obbliga nessuno: se ne hai voglia ci vai, se non ne hai voglia non ci vai! Il punto fondamentale è: ci sono in città luoghi di preghiera per tutte le religioni rappresentate? Beh, la risposta è sì! E allora? Non è questo un segno di civiltà? Di apertura?