AGGIORNAMENTO: con l’inaugurazione del Marmaray c’è un nuovo punto di partenza consigliato per quest’itinerario, si può sempre prendere il treno dalla stazione si Sirkeci (non quello per la banliyö, che non esiste più) ma è molto più suggestiva la partenza da quella con annessi scavi archeologici di Yenikapı; si scende poi alla stazione di Kazlıçeşme, l’attuale capolinea: proprio di fronte alle mura e alla fortezza di Yedikule.
Aggiungo che le foto sono state scattate nel 2012 e che le baracche che vedete sono state smantellate (qualcuno però ha avuto il coraggio di protestare, non si sa bene sulla base di quale “diritto”)
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Ho pensato di rendere più facile la scoperta di Istanbul a chi viene per pochi giorni – soprattutto la prima volta – segnalando qualche itinerario alternativo e particolarmente affascinante. Il mio preferito segue il percorso delle mura bizantine: in parte abbandonate, in parte restaurate, in parte ricostruite in “stile Disneyland”.
Per raggiungere il punto di partenza, si può prendere il treno metropolitano dalla stazione di Sirkeci sul Bosforo, il terminale dell’Orient Express a Eminönü; anzi, può esser questa una buona occasione per curiosare all’interno: il prossimo convoglio – fanno un viaggio all’anno, versione extra-lusso – arriverà il 4 settembre e ripartirà il 6. Voi invece dirigetevi nel settore locale, sulla destra: ogni mezzora circa c’è il treno verso la periferia, la banlieu (in turco, che ha mutuato molte parole dal francese si scrive banliyö e si pronuncia esattamente allo stesso modo); la linea è unica, non potete sbagliare. Attraverserete i quartieri della sponda europea lungo il mare di Marmara, piuttosto degradati ma meritevoli di una visita: il quartiere armeno di Kumkapı e quello armeno e greco-ortodosso di Samatya, anche se ormai i cristiani sono sempre di meno; voi invece scendente a Yedikule, la fortezza delle sette torri.
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A sinistra, invece, la distesa delle mura: risalgono al V secolo, sono state costruite sotto l’imperatore Teodosio e hanno protetto la città per 1000 anni (il sistema su tre livelli più un fossato era praticamente invulnerabile). Sono lunghe poco meno di 7 chilometri, tutto il tragitto fa parte della zona di Istannbul protetta dall’Unesco. I fossati sono stati adibiti a orti e giardini; troverete gente al lavoro nei campi, oltre che bancarelle che vendono i loro prodotti. Date uno sguardo alla Porta d’oro – l’ingresso monumentale e solenne riservato agli imperatori – entrando nel piccolo cimitero; poi c’è solo da camminare fino al Corno d’oro, con qualche sosta interessante. La prima è la chiesa greco-ortodossa di Balıklı: all’altezza della porta di Silivri, immersa in un gigantesco cimitero e famosissima per la sua sorgente miracolosa – l’ayazma – in cui nuotano i pesci che le hanno dato il nome (in realtà, il nome canonico è “Santa Maria della sorgente”). Più avanti, il museo-panorama del 1453: un affresco sulla volta di una finta cupola – il museo è un edificio moderno aperto da pochi anni, opera della municipalità di Istanbul – in cui è rappresentata a 360° la scena della conquista di Costantinopoli da parte del sultano Mehmet II Fetih, “Il conquistatore” (l’ingresso costa 10 lire, meno di 5 euro).
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Il museo si trova nei pressi della porta di Topkapı, una strada e oggi il tram conducono all’omonimo palazzo a Sultanahmet: chi non se la sente di camminare per tutto l’itinerario, può iniziarlo da qui – cioè, praticamente dalla metà. E’ decisamente il tratto più bello: si comincia a vedere il mare opposto, in fondo all’ondulazione delle colline; spira costantemente un vento odoroso e inebriante. C’è chi si arrampica sulle mura, chi vi cammina anche per lunghi tratti penetrando attraverso passaggi di fortuna: ma fatelo a vostro rischio e pericolo. Ulteriore sosta, la moschea di Mihrimah nei pressi della porta di Edirne (Edirnekapı), costruita dal celebre architetto Mimar Sinan per Mihrimah figlia del sultano Solimano e di Roxelana.
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Dalla moschea, ci si deve addentrare per qualche centinaio di metri – seguendo le indicazioni – fino a raggiungere la chiesa di San Salvatore in Chora, poi moschea e oggi museo (orari: 9-17 o 9-19, secondo la stagione), che custodisce i più bei mosaici e affreschi dell’oriente cristiano; lì a fianco, il ristorante Asitane che serve cucina ottomana di gran classe o nella piazzetta qualche caffé o ristorantino di orientamento turistico (insieme a negozi di souvenir).
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Si risale, si continua all’interno delle mura, si arriva al palazzo del Porfirogenito (Tekfur Sarayı) attualmente in fase di restauro: l’unico palazzo bizantino giunto ai nostri giorni. Si continua girando verso destra e costeggiando il palazzo, poi lungo una stradina in discesa: da lì si può uscire da una delle tante porte e fare l’ultimo tratto all’esterno, oppure ci si può addentrare in un agglomerato non molto raccomandabile (si tratta del regno dell’abusivismo edilizio, baracche costruite all’interno delle mura; le persone che s’incrociano non mostrano particolare simpatia) fino alla chiesa delle Blachernae, una delle più famose in epoca bizantina perché custodiva importantissime reliquie come l’abito della Madonna (è stata distrutta più volte da terremoti e incendi, il piccolo edificio attuale è del XIX secolo). Il Corno d’oro è a pochi metri, gli autobus portano facilmente a Sultanahmet o Taksim.
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Bello! lo farò la prossima volta che tornerò…se mai tornerò…
però se posso permettermi avrei preferito più foto 🙂
certo che tornerai 🙂
in quanto alle foto, pensavo di pubblicarne una ad articolo: ma forse hai ragione tu, ne inserisco altre appena possibile…
E’ un itinerario che noi abbiamo percorso a piedi in febbraio partendo da Edirnekapi e arrivando fino al Corno d’Oro. L’ho trovato molto affascinante e mi sento davvero di consigliarlo.
[…] il modello di gestione dell’area sotto tutela Unesco di Istanbul: che nel caso delle mura di Teodosio è in condizioni catastrofiche, a causa di un vergognoso abusivismo agricolo. […]