Ormai quasi un anno fa, l’edificio all’interno del palazzo imperiale di Dolmabahçe – in riva al Bosforo – che ospitava gli appartamenti dell’erede al trono, è stato trasformato in un importante museo di pittura. L’ingresso è compreso nel biglietto del palazzo, ma è accessibile anche separatamente (da Dolmabahçe caddesi).
Un museo importante in virtù delle opere esposte, appartenenti alle collezioni della dinastia dei sultani e conservati anche in altri palazzi: epoca ottomana dal XIX all’inizio del XX secolo, con rappresentati sia i pittori turchi fautori della cosiddetta “occidentalizzazione” sia pittori orientalisti o che comunque hanno lavorato alla corte dei sultani. Qualche nome rilevante: Şeker Ahmed paşa, Hoca Ali Rıza bey, Osman Hamdi bey, l’ultimo califfo Abdülhamid II; il russo e romantico Ayvazosky, ai cui paesaggi di cielo e di mare è stato dedicato un intero salone; i pittori ufficiali di corte, gli italiani Luigi Acquarone e soprattutto Fausto Zonaro. In tutto, circa 200 quadri (ma quelli esposti sono solo una frazione di quelli posseduti e rimasti nei depositi).
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E’ vietato scattare foto, mi sono limitato allora all’essenziale: per l’appunto alcune opere di Zonaro, tra i pittori più e meglio rappresentati (dall’epopea di Mehmet II che conquista Costantinopoli al battaglione a cavallo sul ponte di Galata); anzi, scusatemi per la pessima qualità delle immagini: ma le condizioni non erano molto propizie.
Purtroppo il progetto museale è poco incisivo: l’ordine delle sale è poco chiaro, i pannelli informativi sono sistemati alla rinfusa, l’allestimento è in aperto conflitto coi luoghi, l’illuminazione è pessima. Si tratta però di un allestimento provvisorio, che verrà ampliato e quindi totalmente risistemato in futuro. Gli orari di apertura: tutti i giorni tranne il lunedì e il giovedì, dalle 9 alle 16.
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