Ci vado spesso, per lunghe passeggiate esplorative; e spesso ne ho parlato sul blog: soprattutto di Büyükada, la più grande. Solo le isole dei Principi, le isole di Istanbul: nel mare di Marmara, ad appena 30 minuti di traghetto dalla sponda asiatica della città. In effetti, preferisco la primavera e l’autunno: d’estate il sole picchia, poi – soprattutto il fine settimana – la folla può essere eccessiva. Le ho rigirate tutte nelle ultime settimane, con ancora più attenzione del solito: perché sulle isole sto preparando un nuovo articolo – per TimeOut – e ho avuto la fortuna di avere qualche guida d’eccezione.
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Come Nedim Hazar, musicista e documentarista turco: ha vissuto in Germania dove ha fondato la band Yarınistan (yarin, in turco, vuol dire domani), vive da qualche anno sull’isola di Burgazada, mi ha dedicato tutta una mattina per raccontarmi il suo nuovo film: “Bizim Adalar. Le nostre isole attraverso gli occhi di un musicista“. Il progetto è della fondazione che gestisce il museo delle isole, l’idea è stata quella di mostrarle a visitatori e turisti grazie ai ricordi e alla vita vissuta dei suoi abitanti; gli aneddoti sono un’infinità, tutti deliziosi: tutti capaci di ricreare il microcosmo multi-etnico e multi-culturale – greco-ortodossi, armeni, sunniti, alevi, ebrei, levantini – che fa dell’arcipelago un luogo incantato.
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Di questa ricchezza, il documentario mette in evidenza soprattutto l’aspetto musicale: con virtuosi e cantanti di diversa estrazione etnica e religiosa che hanno ridato vita a melodie quasi dimenticate, recuperate e reinterpretate. In questo video, c’è il brano eponimo – “Le nostre isole” – cantato da Vasiliki Papageorgiou: originaria dell’isola greca di Lesbo, oggi residente a Heybeliada (oltre al dvd, è stato realizzato anche un cd con la colonna sonora); ma Nedim mi ha anche raccontato di quando – proprio a casa sua – stavano provando un brano in giudeo-spagnolo (la lingua degli ebrei di Spagna che si sono stabiliti nell’impero ottomano dopo esser stati espulsi nel 1492): e la vicina – ebrea – si è lamentata pesantemente di una versione poco fedele all’originale!
Tres clavinas en un tiesto
Una bianca y una ros
La d’en medio colorada
Empesijo del amor
Ecco, io sono rimasto stregato da Istanbul e dalle sue isole – sin dalla mia prima volta, nel 2007 – proprio per questo: per la sua varietà culturale che ti arricchisce ogni giorno! Tutti e 20 i brani del cd sono dichiarazioni d’amore per le isole, oppure trasmettono lo spirito malinconico dei suoi abitanti: che vedono il loro patrimonio culturale fatto di diversità sbiadire a poco a poco, quasi svanire. Tra chi si ribella a questo destino, ci sono Vasiliki Papageorgiou e suo marito (anche lui musicista) Nikiforos Metaxas: hanno avviato il restauro della vecchia scuola elementare greco-ortodossa di Heybeliada con fondi europei e greci, vogliono trasformarla in un centro musicale all’avanguardia – una scuola di musica e insieme centro di produzione – dove far rivivere e incontrare di nuovo le tradizioni soprattutto greca e turca. Nel documentario se ne parla diffusamente, ma purtroppo – per problemi economici e burocratici – i lavori non sono stati completati e il progetto è al momento in forse: il 7 agosto, si terrà un concerto per rilanciarlo.
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