Ne avevo già parlato nel blog, di questa scoperta: potete leggermi – o rileggermi – nel post “Bagni in Turchia e mosaici sconci“. Poi però ho scritto un vero e proprio articolo, che uscirà a gennaio su Il Giornale dell’Arte (insieme a un altro sulla restituzione dei mosaici di Zeugma).
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Come sempre, online mi limito a qualche passaggio: la versione integrale la trovate in edicola.
Narciso e Ganimede come non li avevamo mai visti. Appaiono sui mosaici rinvenuti negli scavi di Antiochia ad Cragum, cittadina ellenistica e poi romana fondata nel II secolo a.C. sulla costa mediterranea della Turchia, dove opera dal 2004 una missione dell’Università del Nebraska diretta dal professor Michael Hoff.
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Inaspettatamente, sul pavimento [delle latrine a ridosso delle terme] è comparso un mosaico risalente al II secolo d. C. di circa 9 metri per 2, diviso in pannelli: uno integro, uno conservato a metà, uno andato perduto. Quelli sopravvissuti al tempo raffigurano in modo irriverente e volgare i due giovani del mito, chiaramente identificati – a scanso di equivoci – da scritte in greco. La qualità artistica è approssimativa, ma i contenuti hanno destato ilare scalpore.
Narciso ha infatti un lungo naso, si specchia compiaciuto impugnando un fallo abnorme: pare innamorato più dei suoi ragguardevoli attributi, che di sé stesso.
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Il professor Hoff ha spiegato a Il Giornale dell’Arte che sono stati temporaneamente ricoperti e che saranno oggetto di più approfondita indagine e di interventi di conservazione nella prossima stagione di scavi, nel 2019
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