(già pubblicato sul mio blog “Cose turche” di Look Out news)
Lo scontro diplomatico tra il Vaticano e la Turchia, innescato dalle parole di Papa Francesco in occasione della proclamazione a Dottore della Chiesa di san Gregorio di Narek, sono la classica tempesta in un bicchier d’acqua: frutto di scarsa comunicazione e di eccessiva suscettibilità, più che di reale incompatibilità.
Ma cos’ha detto il Pontefice di così grave, tanto da mandare su tutte le furie Ankara (il nunzio apostolico è stato convocato al ministero, l’ambasciatore presso la Santa Sede richiamato per consultazioni)? Ha “riconosciuto” il genocidio armeno, come alcuni si sono affrettati a scrivere? Beh, no: ha pronunciato la parola “genocidio”, ma solo in modo indiretto (tra l’altro, attraverso una citazione particolarmente autorevole); ha usato – e solo queste, sono le sue parole – ben altri termini per descrivere gli eventi del 1915: “massacro”, “martirio”, “tragedia”, “Metz Yeghern” (il “Grande Male”).
“[U]n secolo è trascorso da quell’orribile massacro che fu un vero martirio del vostro popolo, nel quale molti innocenti morirono da confessori e martiri per il nome di Cristo. Non vi è famiglia armena ancora oggi, che non abbia perduto in quell’evento qualcuno dei suoi cari: davvero fu quello il “Metz Yeghern”, il “Grande Male”, come avete chiamato quella tragedia.”
Poi ha anche aggiunto, più in là nel suo discorso: “Questa fede ha accompagnato e sorretto il vostro popolo anche nel tragico evento di cento anni fa che «generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo»“. Come potete leggere, nel testo scritto “generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo” è messo tra virgolette: perché, come indicato nell’apposita nota, si tratta di una citazione dalla Dichiarazione Comune di Giovanni Paolo II e del Patriarca Karekin II (presente ieri a San Pietro), siglata a Etchmiadzin il 27 settembre 2001.
Perché allora la reazione scomposta di Ankara? Il Papa – nel suo discorso orale – non ha detto che le parole “incriminate” erano una citazione, la nota è indicata solo nel testo scritto: è possibile che l’incidente sia nato da un’incomprensione; o magari, pur se informato debitamente dal proprio rappresentante diplomatico, in vista delle elezioni del 7 giugno ha deciso di non lasciare campo libero ai nazionalisti: inferociti perché, in ogni caso, i media turchi hanno sostenuto che il Papa ha utilizzato il termine “genocidio”.
Ma gli scontri – con altri paesi – in attesa del centenario del 24 aprile sono destinati a intensificarsi.