La trasferta turca di Papa Francesco

CT(già pubblicato sul mio blog “Cose turche” di Look Out news)

Brevi considerazioni sulla visita di Papa Francesco in Turchia, dove ha incontrato – ad Ankara e a Istanbul – le autorità politiche turche, le autorità religiose islamiche, i rappresentanti delle varie denominazioni cristiane.

E’ stata una visita cordiale, che si è svolta in un clima di cordialità: ma che non ha prodotto – e nessuno alla vigilia se li aspettava, in verità – risultati particolarmente incisivi.

L’incontro con Erdoğan è servito al presidente turco per sollevare – da politico consumato qual è – il tema dell’islamofobia: i doppi standard dell’Occidente, il clima di odio generato da chi presenta l’islam in chiave esclusivamente negativa e legato indissolubilmente al terrorismo. Da parte sua, il Papa – come raccontato ai giornalisti al seguito durante il volo di ritorno – ha consigliato al presidente turco una presa di posizione forte, pubblica e condivisa: “Sarebbe bello che tutti i leader islamici – siano leader politici, leader religiosi o leader accademici – parlino chiaramente e condannino quegli atti, perché questo aiuterà la maggioranza del popolo islamico a dire ‘no’”.

Da quello che è stato detto anche successivamente, non si è invece parlato dei problemi – giuridici, più che di convivenza – della comunità cattolica di Turchia. Mentre più in generale, soprattutto in occasione dell’incontro con i vertici religiosi islamici di Turchia, qualche passettino in avanti nel dialogo inter-religioso c’è stato.

L’incontro clou è stato invece quello – doppio – con il Patriarca ecumenico greco-ortodosso Bartolomeo: ma anche in questo caso, al di là di appelli già in realtà recentemente enunciati, non è stata annunciata nessuna iniziativa forte in tema di riavvicinamento tra le due chiese. C’è stata poi una presa di posizione netta a favore dei cristiani d’Oriente – “non possiamo rassegnarci a un Medio Oriente senza i cristiani, che lì hanno professato il nome di Gesù per duemila anni” – ma anche in questo caso non nuova e comunque priva di valore concreto o comunque politico.

Personalmente, trovo che l’unico aspetto veramente significativo di questo viaggio – quello politicamente più rilevante – è stato il ringraziamento alla Turchia e a Erdoğan per aver accolto i rifugiati anche cristiani dell’Iraq e della Siria, espresso sia direttamente sia nel corso di un incontro con alcuni rifugiati aiutati dai salesiani di Istanbul: “alle Autorità turche desidero esprimere viva riconoscenza per il grande sforzo messo in atto nell’assistenza agli sfollati, specialmente ai rifugiati siriani e iracheni, e per l’impegno concreto nel cercare di soddisfare le loro esigenze.” Un grande sforzo che, vista la campagna di disinformazione ostile nei confronti della Turchia in atto, è invece sistematicamente ignorato.

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