Premesso: sono storicamente e convintamente contrario alla pena di morte, in qualunque circostanza e contesto. In Turchia se ne sta parlando, dopo il golpe fallito del 15 luglio: e la sua reintroduzione sarebbe fortemente controproducente, sia in termini di utilità nell’affrontare le minacce interne sia come immagine offerta all’esterno. E’ stata abolita nel 2004 nell’ambito del processo di adesione all’Ue, reintrodurla sarebbe un passo falso più che un semplice passo indietro.
Reintrodurre la pena di morte sarebbe un colossale errore soprattutto se perfezionata come risposta emotiva alla piazza. Bisogna anche dire che: chi la invoca – per i golpisti che hanno sparato sulla folla – non è qualche pazzo ma una maggioranza probabilmente vasta dei cittadini turchi, chi ha il potere decisionale è in ogni caso il parlamento.
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E’ pura idiozia, d’altra parte, parlare di incompatibilità tra pena di morte e la democrazia o utilizzare vuoti slogan come “autoritarismo” e sinonimi. Ripeto: necessita dell’approvazione del parlamento, l’elettorato turco è favorevole (ma le preferenze dell’elettorato possono cambiare velocemente, se esposto a informazioni convincente – sulle conseguenze di una scelta del genere, ad esempio – e col passare del tempo). Io di “antidmocratico” non ci vedo proprio nulla; del resto, negli Usa la pena di morte viene applicata su larga scala.
La reintroduzione della pena di morte in Turchia soprattutto creerebbe una frattura insanabile con l’Unione europea: e a me questo sembra un prezzo troppo alto da pagare, pur di soddisfare i propri elettori.