Il ponte sul Bosforo – Boğaziçi Köprüsü, da noi istanbulioti semplicemente chiamato “il primo ponte” – è diventato il simbolo del colpo di Stato del 15 luglio e della risposta popolare che ha aiutato a sconfiggerlo. La notizia della sua occupazione da parte dei golpisti ha provocato uno shock nazionale, le immagini dei blindati che sparano sulla folla ha suscitato l’indignazione generale, i video dei cittadini disarmati che obbligano i golpisti alla resa testimoniano rimarranno nella memoria collettiva della nazione. Non è invece sorprendente, purtroppo, che da noi si siano più altro testimoniate le poche scene in cui dei soldati golpisti – gli stessi che avevano sparato sulla folla – vengono malmenati; altri immagini taroccate hanno invece disinformato su linciaggi e decapitazioni mai avvenute: si è parlato di 6 golpisti uccisi, ma la notizia non è mai stata confermata.
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Ieri sera 21 luglio, i cittadini turchi che hanno combattuto contro i golpisti – e anche chi li ha idealmente sostenuti – si sono riversati ancora una volta sul ponte per ricordare i caduti e celebrare la loro vittoria. Decine di migliaia di persone e anche più, le foto circolano sui social networks (io non c’ero…): anche se non vedo tutte le condivisioni che ebbero delle immagini simili nel 2013, quando altri cittadini turchi lo attraversarono a piedi per unirsi alle rivolte antigovernative del parco Gezi (in realtà circolavano anche immagini manipolate, scattate in occasione della maratona di Istanbul). Perché questa disparità di trattamento?
Che dici delle sospensioni di tutte quelle persone : dipendenti statali,docenti,rettori,rappresentanti della giustizia…ecc.. tante ..troppe…possibile che dopo poche ore si sà chi ha appoggiato il golpe..non ti sembra che si può pensare che si stà buttando tutti nel calderone ? e la cosa non è molto democratica—
Se in Italia si decidesse di estirpare il potere occulto di Opus Dei, o negli Stati Uniti quello di scientology, in quanto “minacce esistenziali per la democrazia”, accadrebbe esattamente lo stesso.