(articolo già pubblicato su Il Giornale dell’Arte, nel numero di gennaio 2020: la recensione di un bellissimo libro francese sui siti archeologici turchi, famosi e sconosciuti…)
I viaggi nella Turchia antica di Jacques Des Courtils, Sébastien de Courtois e Ferrante Ferranti non hanno prodotto né una guida, né comunque un compendio esaustivo di siti archeologici nella penisola anatolica, già Asia minore. L’archeologo, lo scrittore (tutti e due anche protagonisti della diplomazia culturale francese a Istanbul) e il fotografo presentano invece in questo pregevole ed elegante volume di grande formato una selezione piuttosto eterogenea: Pergamo, Smyrna, Efeso, Didyma, Mileto, Cnidos, Xanthos, Afrodisia, Hierapolis.

Sono siti alcuni famosissimi, riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità e mete del turismo di massa, altri sconosciuti e comunque riservati a pochi e selezionati viaggiatori. Hanno quasi tutti in comune l’appartenenza geografica alla costa egea, alla Ionia; e l’epoca storica a cui appartengono la maggior parte delle rovine emerse, quella romana, che nasconde tracce di quella ellenistica.
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Des Courtils ripercorre le fasi concitate che hanno imposto all’area dominazioni, stili, trasformazioni religiose: dalla guerra di Troia alle ricche dinastie locali, dall’impero di Roma al cristianesimo e alla conquista ottomana; discute tematicamente fortificazioni e necropoli, teatri e stadi, templi e chiese; introduce le caratteristiche salienti, storiche, urbanistiche, artistiche, dei nove siti.
De Courtois aggiunge suggestioni, sguardi poetici, elementi nascosti; in più, si sofferma su ulteriori siti dall’accesso impervio, acropoli e insediamenti a strapiombo sul mare o nascosti tra le montagne: Arycanda, Loryma, Labraunda. Le fotografie di Ferrante offrono un commento visuale multiforme, un accompagnamento esplicativo ai viaggi: alterna il bianco e nero al colore, le vedute d’insieme ai dettagli architettonici, i paesaggi pittoreschi ai ritratti della statuaria.
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