Le stazioni di Istanbul, Sirkeci (e l’Orient Express)

“Il mio primo impatto col francese di Istanbul – parlo della lingua, non di un cittadino d’Oltralpe – è stato proprio il mio primo giorno del mio primo viaggio a Istanbul, il 22 aprile 2007: quando appena arrivato mi feci una bella passeggiata sulla Mese – la strada principale dell’antica Costantinopoli, a Sultanahmet – fino a imbattermi nella stazione di Sirkeci, il terminale dell’Orient Express; Istanbul Gar, dice la scritta fuori all’ingresso“. Ho citato me stesso, dal post dedicato all’influenza della lingua francese su quella turca: in francese, “stazione” si scrive gare e si pronuncia gar

Oggi, però, voglio parlarvi direttamente della stazione: un posto speciale, che merita una (rapida) visita. Ero proprio lì, stamattina: in attesa di alcune persone; a un certo punto è transitato un branco di gitanti italiani per lo più avanti con l’età, che stentavano a tenere il passo incalzante di una guida – o capogruppo – munita di cartello ben in vista. Sono rapidamente sciamati, saliti sul bus in attesa, partiti alla conquista di Istanbul: per la stazione di Sirkeci né una parola né uno sguardo da parte della guida/capogruppo, solo un temerario ha osato segnalarne l’esistenza agli altri con un timidissimo “è la stazione”.

Eppure, quella stazione ha una storia rispettabile e un’apparenza memorabile: venne costruita a fine Ottocento nel quartiere portuale di Eminönü come terminale dell’Orient Express, l’ingegnere tedesco che la progettò si fece prendere parecchio la mano e produsse un esempio inarrivabile di puro orientalismo.

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Mi spiego meglio: lo stile architettonico della stazione di Sirkeci in realtà non esiste, se l’è inventato il progettista mescolando alla rinfusa elementi decorativi più o meno arabeggianti. Ma è da vedere, proprio per questo motivo: e la facciata che dà sul Bosforo è stata recentemente restaurata. Entrate, datele uno sguardo: nella sala d’attesa dove si esibiscono regolarmente – per i turisti – i dervisci rotanti e danzanti, soprattutto nel piccolo museo che raccoglie fotografie, oggetti di lavoro dei ferrovieri, trenini elettrici, cimeli di ogni tipo (compresi quelli dell’Orient Express).

Mancano invece i treni: l’Orient Express arriva una volta all’anno in versione turistica di lusso, le linee verso l’Europa sono due o tre, resiste solo il treno extra-urbano che porta nella periferia lungo il mare di Marmara (per i lavori in corso, attualmente limitato a Yedikule). C’è anche un ristorante, che guarda caso prende il nome di “Orient Express“: io non c’ho mai mangiato e non posso garantire né sulla qualità né sui prezzi, ma il luogo è decisamente suggestivo!

Per contattarmi:
giuse.mancini@gmail.com
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4 Risposte a “Le stazioni di Istanbul, Sirkeci (e l’Orient Express)”

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