
C’è una novità riguardo piazza Taksim. Qualche mese fa la municipalità di Istanbul ha indetto un concorso internazionale per un restyling della piazza; la giuria ha selezionato 3 progetti, la decisione finale verrà presa dagli abitanti di Istanbul attraverso una consultazione popolare online.
Ne ho parlato in un articolo che uscirà a novembre su Il Giornale dell’Arte, che vi rissumo in modo molto sintetico:
la piazza sta in ogni caso cambiando volto in virtù della costruzione di due edifici iconici, il nuovo AKM (centro culturale con teatro d’opera) e la prima moschea della zona;
l’idea del concorso è in ogni caso da apprezzare, perché favorisce coinvolgimento/partecipazione da parte dei cittadini.
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Ho scritto sui tre progetti in un articolo di prossima pubblicazione su Il Giornale dell’Arte:
“Nonostante una buona presenza straniera (quasi metà dei 146 progetti presentati), i team premiati sono tutti e tre turchi. Li accomuna l’analisi di Taksim come di uno spazio oggi vuoto e informe, che ha bisogno di punti di aggregazione e partecipazione; e ovviamente la proliferazione del verde che va a sostituirsi ad asfalto e cemento.
Serif Suleyman ha suggerito come elementi caratterizzante un passaggio ciclo-pedonale sopraelevato su tutto il parco, un anfiteatro all’aperto, la piazza come palco per spettacoli; Bunyamin Derman vuole invece riportare in parte le auto in superficie, trasformare il tunnel esistente in un museo sulla storia della piazza; Kutlu Inanç Bal, infine, propone di aprire ulteriori spazi sotterranei con le sembianze di un sinkhole, dedicati alla creatività alternativa e in cui far rivivere lo spirito ribelle delle rivolte.”
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Qui sul blog aggiungo una considerazione personale. L’idea del concorso è sempre preferibile a decisioni imposte dalla politica: più numerose sono le idee in circolazione, più probabile che escano delle proposte interessanti.
Però, il passaggio più importante è stato quello della giuria, che ha ridotto i progetti in concorso da 146 a tre. Io ovviamente non ho avuto modo di esaminare gli altri 143, i tre selezionati fanno nascere molti dubbi: il primo, per questa passerella sopra il parco Gezi che mi sembra tutto fuorché che sicura; il secondo, perché vuole riaprire parzialmente l’area al traffico e utilizzare invece i tunnel come “museo”; il terzo, perché non solo prevede questa follia della voragine e perché fa diretto riferimento a un’ideologia estremista.
Ecco, mi chiedo: ma alla fine, non è proprio l’ideologia ad aver vinto sulla funzionalità? Sarei curioso di dare un’occhiata agli altri 143 progetti, comunque pubblicati online: possibile che non ci fosse nulla di più razionale e di meno militante?
C’è anche chi se l’è presa direttamente col sindaco e coi risultati del concorso, come l’influente critica d’arte Beral Madra (non è assolutamente una sostenitrice dell’Akp), che su twitter ha scritto: “la politica culturale populista sta vivendo il suo apice, fermate gli amanti del kitsch“. A me sembra che abbia fondamentalmente ragione.
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