Ieri ho ricevuto un comunicato stampa da parte dell’Ufficio cultura e informazioni dell’ambasciata turca a Roma, in cui viene presentata la presenza della Turchia – tra istituzioni e tour operator – alla Borsa internazionale del turismo (Bit) di Milano, dal 13 al 16 febbraio.
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Non è importante parlarvene, i dati forniti del resto sono piuttosto banali. M’interessa però un passaggio del comunicato. Vengono citati i numeri diffusi dal ministero competente nei giorni scorsi, riguardo l’afflusso di turisti nel 2015: gli stessi che ho riportato e commentato l’altro giorno. “Si tratta di un calo minimo“, sostengono i colleghi riferendosi alle cifre complessive. Beh, su questo hanno ragione: perché però non danno anche il dettaglio italiano, che ha visto una riduzione di cerca il 30%, da 640.595 a 467.470? Non lo fanno e di conseguenza prendono una cantonata; infatti, precisano che il “calo minimo” di cui sopra è tale “rispetto all’allarmismo che viene riportato dai media italiani“.
Ennò, il calo non è affatto minimo: ed è invece cospicuo – il 30% circa – proprio a causa dell’ingiustificato allarmismo e dalla disinformazione sulla Turchia in cui eccelgono i media italiani. Ecco: proprio non è il caso di fare qualcosa a livello ufficiale, per contrastare questo fenomeno che sta fortemente scoraggiando – lo dicono i dati, non io – l’arrivo di turisti italiani?