Beh, è da alcuni mesi – da quando il Pkk ha ripreso in grande stile le sue attività terroristiche, a luglio – che i media italiani sono scatenati nel descrivere la Turchia come un paese praticamente in preda alla guerra civile: ingigantendo non poco la realtà, spiengendo molti aspiranti turisti a rinunciare al proprio viaggio a Istanbul.
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Dopo l’attentato di ieri ad Ankara, ovviamente mi aspettavo – stavolta più comprensibilmente – un ulteriore intensificarsi del fenomeno. Però, no: neanch’io avrei mai sospettato che una trasmissione della tv nazionale potesse arrivare a tanto. Il titolo della sovrimpressione potete leggerlo tutti: “Nel paese più pericoloso del Mediterraneo“. E la Siria? E la Libia? E l’Egitto? E Israele? Questi paesi in cui la violenza è endemica e ha superato sul serio il livello di guardia della guerra civile? Ma come si fa a pensare – ancor prima di scrivere – una scemenza simile?
Che sia il paese più pericoloso del Mediterraneo, francamente mi sembra un’esagerazione.
Che vi siano delle tensioni interne anche questo è vero.
Anche se, a sentire i telegiornali, pare che la Turchia sia divenuta un paese “fascista” solo da quando vi governano un partito e un leader dichiaratamente musulmani.
Mentre prima era tutto un rispetto dei diritti umani….
Infine bisognerebbe considerare che Istanbul (e Ankara) sono solo UNA PARTE della Turchia, seppure importante, ma non sono tutta la Turchia, e, credo che per capirla davvero, bisognerebbe
anche uscire da queste megalopoli cosmopolite e, soprattutto da Istanbul, vetrina presentabile per l’ Occidente e per il mondo che conta, e andare nei piccoli e medi centri della Tracia turca e dell’
Anatolia profonda, nonché nelle regioni orientali in gran parte curde.
anche da questa parte del mare nostrum si fa i commenti ” un po esagerati’ e dicono :
” Italia , il paese più imbelle ed imbecille del mediterraneo “
Una cosa la xè sicura, la turchia la saria un bel pais a condision de mandar fuori da le bale tuti i turcheti e constringerli a girar con un fez incolato su la loro crapa marcia.
Se trata de una popolasion con l’asasinio de le minoranse nel lor DNA, come ultima bravata li ghà asalito i ristoranti dei pacifici cinesoti a Costantinopoli per i fati della Xingchiang.
Ne lo Xingchiang una banda de sasin turchi orientali che se fa ciamar uighuri la và in giro per le stasioni a coltelar passanti poareti che non li centra gnente, l’unica manera de tratarli la xè de bombardarli un pochetin con ordigni a framentasion.
Che li posa sciopar tuti i turcheti e che i Curdi li posa aver un loro pais dove come sport nasional ghè se la presa del turcheto a calci nel cul
Buleghin