In vacanza in Turchia, Aphrodisias

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(post originariamente scritto nell’aprile 2013)

Ultima tappa del mio tour archeologico: dopo Pamukkale/Hierapolis e Laodicea, è la volta di Aphrodisias nella regione della Caria. Già il nome è evocativo: e il sito si è rivelato splendido, andando addirittura oltre le mie migliori aspettative!

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Anche in questo caso, vi risparmio la maggior parte dei dettagli: mi limito a dirvi che è ovviamente legata al culto di Afrodite (in realtà, si tratta della “Grande madre anatolica”), che è stata abitata già nel neolitico (rinvenimenti sull’arcopoli), che è stata greca e poi romana e cristiana, che i suoi marmi erano famosi in tutto il mondo romano, che è stata colpita da numerosi terremoti fino a essere abbandonata nel XIV secolo, che è stata scavata dagli anni ’60 agli anni ’90 dal turco-americano Kenan Erim (è morto “sul campo”, la sua tomba – che vedete nelle foto – è all’interno degli scavi), che sono stati riportati alla luce solo gli edifici pubblici e non i quartieri residenziali, che è oggi soggetta ad allagamenti.

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Arrivarci è un po’ complicato, le strade in alcuni tratti lasciano palesemente a desiderare; da Pamukkale, abbiamo preso un trasporto privato, un van da 9 posti – ma eravamo soltanto in quattro – che parte in mattinata e ritorna nel primo pomeriggio (il tempo di percorrenza è di un’ora, un’ora e mezza): ti lascia 3 ore di tempo per la visita, che in virtù dell’estensione limitata dell’area archeologica sono sufficienti. Ma attenzione, ad Aphrodisias c’è anche un bellissimo museo con dei pezzi eccezionali: assolutamente da non perdere! Più in generale, i servizi al turista sono ottimi: tutto è ben organizzato, i pannelli informativi essenziali e nei posti giusti, le indicazioni perfette, la pulizia impeccabile, il punto ristoro e quello per la vendita di souvenir ben gestiti.

Abbiamo ovviamente visto ogni cosa: il tetrapylon ricostruito (con gli elementi originali), il tempio di Afrodite poi trasformato in chiesa, il bouleuterion, l’agorà e le terme adrianee, il teatro, il Sebasteion o Augusteum dedicato ad Afrodite e al Divo Augusto, lo stadio. Faccio parlare le foto, che testimoniano raffinatezza e opulenza; le ultime raffigurano alcuni elementi del fregio del Sebasteion, conservati nel piccolo museo.

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