Mi sono assentato per qualche giorno, in compenso ho accumulato materiale per un bel po’ di post: non su Istanbul, ma con suggerimenti per scoprire anche altre località della Turchia. Sono stato nella regione mediterranea della Licia, ho scelto come base Kaş: ma il primo post di questa serie voglio dedicarlo a Pàtara, sicuramente il clou della mia settimana tra mare e archeologia.
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Ecco, Pàtara ne è davvero la perfetta sintesi: un sito archeologico straordinario, una spiaggia di 20 chilometri con spazi enormi. La città era ricchissima, dotata di un porto naturale alla foce del fiume Xanthos e perciò centro mercantile di primaria rilevanza; i granai di età adrianea sono imponenti. Già abitata nel neolitico, è stata poi colonia greca, parte dell’Impero romano, bizantina e cristiana; l’hanno distrutta terremoti e il progressivo insabbiamento del porto, oggi ridotto a palude. E’ stata sede di un celebre oracolo di Apollo, ha ospitato il parlamento della Lega licia (recentemente restaurato, in modo particolarmente aggressivo); la sua estensione è immensa, con ogni probabilità ancora nasconde tesori immensi: e solo pochi anni fa, infatti, è stato localizzato il faro di Nerone, sulla duna (si pensa addirittura distrutto da uno tsunami).
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Il sito e la spiaggia – protetta perché le tartarughe “Caretta caretta” vi depongono le uova – sono facilmente raggiungibili, con mezzo proprio o bus; lì vicino, nel villaggio moderno, fioriscono pensioncine (niente di che, però); la spiaggia come vedete è attrezzata, con tanto di bar-ristorante. Posto perfetto per una giornata (o anche due) di relax e scoperte.