Nei giorni scorsi vi ho raccontato di come moltissime persone mi contattano per avere informazioni sulla sicurezza a Istanbul: sono in procinto di partire, sono spaventati dai mezzi d’informazione che presentano Istanbul come un incrocio tra la Beirut della guerra civile e la Abilene dei pistoleri, sono disorientati dalle raccomandazioni farlocche offerte dal ministero degli Esteri.
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Io rassicuro tutti, chi dà retta a me e non alla Farnesina a volte mi scrive:
Le scrivo nuovamente per ringraziarla di cuore per il suo aiuto e la sua grande disponibilità. Volevo farle sapere che è solo grazie a lei se alla fine io e la mia fidanzata abbiamo deciso di partire per il meraviglioso viaggio ad Istanbul, il resto della compagnia infatti, facendosi condizionare eccessivamente dalle notizie incalzanti, ha poi deciso di non seguirci.
Come da lei anticipato la città si è dimostrata assolutamente tranquilla e il livello di sicurezza e servizi dimostrato è certamente superiore al nostro standard italiano... Anche in aeroporto i controlli sono stati molto minuziosi con metal detector anche all’ingresso stesso dell’aeroporto, oltre che al normale check-in. E’ una grande amarezza constatare direttamente quanto l’informazione sia effettivamente strumentalizzata e finalizzata a scopi tutt’altro che costruttivi.
Abbiamo goduto di tutto il fascino di questa meravigliosa città, cercando di scoprirla il più possibile, ma con la promessa di tornarci quanto prima.
Dio la benedica “Allah razı olsun” per la sua imparziale sincerità.
Non c’è nulla da obiettare alla sicurezza, il disappunto mio nasce dall’atteggiamento del primo ministro e dalle sue esternazioni che vogliono negare la storia sul genocidio armeno, prendendosela anche con Papa. Capisco che siete in periodo elettorale ma Il “mea culpa” lo hanno recitato anche i tedeschi, che sono una nazione progredita e civile, aspetto che lo facciano anche i turchi…se lo vogliono diventare.
a tuo avviso i “turchi” – tutti? nessuno escluso? – sono arretrati e incivili solo perché in Turchia prevale un’ìnterpretazione di alcune vicende storiche non in linea con quelle generalmente accettate?