Von der Leyen, Erdoğan e la sedia mancante

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La sedia mancante per Ursula von der Leyen è diventata la notizia del giorno: una gaffe diplomatica che è stata trasformata nell’ennesimo pretesto – con tanto di foto tagliate ad arte, come questa che vedete – per demonizzare Erdoğan e la Turchia, sul leitmotiv dei “diritti delle donne”.

I fatti sono molto semplici, testimoniati accuratamente da foto e da un video. Ieri, 6 aprile, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno compiuto una visita ufficiale ad Ankara per incontrare il presidente Erdoğan. Lo scopo: dare rinnovato impulso ai rapporti Ue-Turchia.

I contenuti sono però passati in secondo piano, la notizia è stata piuttosto il trattamento riservato agli ospiti da Bruxelles: una sedia vicino a Erdoğan per Michel, un posto sul divano per la von der Leyen. Anzi, nel video si può osservare tutta la sua sorpresa quando si rende conto che per lei non c’era una sedia.

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Ora, per l’accaduto ci sono ovviamente spiegazioni razionali. Però, in molti – parlo di giornalisti, non di mitomani sui social – hanno sfruttato l’occasione per parlare di trattamento riservato “a una donna”, di misoginia, di inferiorità della donna nell’islam. Insomma: il solito ritornello fatto di fake news e di manipolazioni dei fatti (e di immagini), così da poter presentare Erdoğan come “misogino”, in quanto musulmano.

Gli esempi di questa disinfomazione mirata sono molteplici – le spose bambine, le donne inferiori all’uomo etc etc – quindi lettori e telespettatori sono orientati a prender per buono ogni nuovo esempio del genere: anche se grottesco, come in quest’ultimo caso. Ma voi credete possibile che un presidente turco possa relegare un’ospite di rango sul divanetto “perché donna”? Essù!

Cos’è successo, Allora? Perché di sedie ce n’erano solo 2? Perché Ursula von der Leyen si è stupita, vedendo che per lei la sedia vicino al presidente turco non c’era? Perché Michel è andato a sedersi spedito proprio in quel posto?

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Innanzitutto, ci sono due osservazioni da fare. La prima, è in occasione di visite ufficiali le rispettive delegazioni condividono i dettagli più minuziosi del protocollo: è prassi che esiste da secoli, non è che si ci presenta in casa di qualcuno e il padrone di casa offre gentilmente posti a sedere. La seconda, è che visite a un Capo di Stato straniero compiute insieme dai due presidenti – Commissione e Consiglio – sono rarissime, se non inedite. In questo caso, insomma, i precedenti non sono stati d’aiuto.

Visto che gli staff di Michel e della von der Leyen sono diversi, può esserci stato un difetto di comunicazione. Tra i due, poi, c’è perfetta uguaglianza di rango, o il presidente del Consiglio europeo ha un rango superiore? Dal sito del Consiglio, sembrerebbe di capire così: “Il presidente del Consiglio europeo assicura inoltre la rappresentanza esterna dell’UE a livello di capi di Stato o di governo”.

O magari lo staff di Michel ha preso accordi per sé, contento di relegare la sua collega della Commissione a una posizione visibilmente inferiore.? Mi sembra poco probabile, però, che siano stati apertamente violati – da parte turca – degli accordi presi con le controparti.

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In ogni caso, parlare di “misoginia” non solo è sciocco ma anche in aperto contrasto con i fatti. Prendete queste due foto, qui sotto. Nella prima, Angela Markel – in un palazzo già imperiale di Istanbul – è seduta accanto a Erdoğan, in una sedia che sembra quasi un trono: eppure è una donna, no?

La seconda è ancora più interessante, anche perché scattata subito dopo il vertice con i rappresentanti dell’Ue. Ritrae Volkan Bozkır, già ambasciatore, deputato dell’Akp e ministro in uno dei governi Erdoğan. Oggi è il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, quindi subordinato al Segretario generale: in virtù di questa carica spetta anche a lui un posto sul divanetto così segnare la differenza di rango, nonostante sia uomo e non donna.

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