Il nostro secondo viaggio in Marocco, prima settimana di Gennaio, è partito da Fez, proseguendo poi verso sud visitando Ifrane, Midelt, Merzouga e il deserto dell’Erg Chebb, passando poi per Meknes, le rovine romane di Volubilis e infine la famosa città azzurra Chefchauen.
Atterrati a FEZ, abbiamo avuto modo di goderci uno splendido tramonto sulla città dalle colline che la circondano. Ci sono infatti due fortezze (fortezza del Sud e fortezza del Nord) da cui è possibile ammirare Fez dall’alto, rendendosi conto della sua grandezza e del dedalo di vie che compone la Medina (il cuore della città vecchia). Per chi è interessato vale la pena fare un salto a visitare anche le botteghe artigiane per cui Fez è rinomata: la bottega della ceramica dove si realizzano a mano ogni sorta di oggetti e mosaici; la bottega dei tessitori dove provare con mano un antico telaio; il negozio delle spezie e dei saponi, dove è possibile trovare il ben noto olio di argan; la zona delle pelli. A Fez è infatti presente un intero quartiere dei tintori, dove le pelli vengono ancora lavorate a mano nelle antiche (e restaurate di recente) vasche di pietra. L’odore può essere un po’ forte e spiacevole, ma vale la pena una visita. In tutte queste botteghe troverete sicuramente qualcuno che parla italiano pronto a spiegarvi l’arte artigiana e a provare a vendervi qualsiasi cosa possiate immaginare.
Oltre ad una Medina viva e colorata, a Fez è possibile anche ammirare i segni della ricchezza imperiale del Marocco. Da vedere il portone dorato del Palazzo Reale, i decori della grande moschea Karaouine e l’interno delle Università: le Mederse (antiche università religiose islamiche) Bounanaia e Attarine. Perdersi tra le vie del souk è estremamente facile, ma i negozi e le bancarelle vi faranno scoprire un mondo variegato e variopinto!
NOTA: durante l’inverno i negozi e i monumenti visitabili aprono verso le 9.30-10.00 e rimangono aperti fino all’imbrunire. Dopo il tramonto i negozi chiudono e le piazze si animano di bancarelle di ogni tipo. Non perdetevi però nei vicoli scuri attorno al souk: ritrovare la via potrebbe rivelarsi difficoltoso e potreste venire importunati da personaggi di ogni tipo!
Dopo aver visitato Fez ci siamo diretti a Sud, verso le montagne. La strada ci ha portato a fare una breve sosta a Ifrane, una nota località sciistica marocchina conosciuta anche come la “Svizzera del Marocco”: questo a causa degli edifici da tetto spiovente, incredibilmente differenti da quelle del resto del Paese. Vicino a Ifrane si trova una ricca foresta di cedri dove ci si può fermare per fare la conoscenza delle scimmiette che ci abitano. Queste simpatiche scimmie conoscono bene gli umani perché sono abituate ad essere fotografate e nutrite dai turisti. Lungo la strada troverete un paio di aree di sosta dove potervi fermare a fotografarle e anche comprare da mangiare.
Proseguendo ancora verso Sud, lasciamo le verdi colline del nord per ritrovarci in un paesaggio completamente differente, tra le verdi montagne del Medio Atlante e le aride zone desertiche del sud del Marocco, fino a raggiungere Midelt. Midelt è una piccola cittadina famosa per le mele, un buon punto dove fare una tappa sulla strada.
Da Midelt ci siamo diretti ancora a sud, incontrando le prime zona veramente desertiche. Particolarmente affascinante è la valle del fiume Ziz, punteggiata di immensi palmeti e canyon scavati nella roccia. A Errachidia si trova l’immenso bacino artificiale che fornisce acqua al sud del paese e diversi luoghi dove vengono lavorati i fossili che emergono dalle zone montuose. Può essere interessante soffermarsi qualche minuto a vedere la loro lavorazione, ma non è necessario investire troppo tempo in questa sosta.
Siamo quindi giunti a Merzouga, un villaggio ormai prettamente turistico vicino alle splendide dune dell’Erg Chebbi. Qui si trovano numerosi hotel costruiti al limite del deserto, che offrono la possibilità di fare un tour del deserto su jeep o su dromedari, e poi trascorrere la notte in moderni accampamenti tra le dune. Noi abbiamo deciso di goderci sia il tramonto che l’alba, esperienza davvero unica e da fare almeno una volta nella vita. Siamo quindi partiti nel tardo pomeriggio sui nostri dromedari (animali molto mansueti e dolci) e abbiamo attraversato il deserto, soffermandoci sulle dune per ammirare il tramonto. Abbiamo trascorso la notte in un accampamento berbero in mezzo alla sabbia, dove ci è stata servita una cena folkloristica e abbiamo ammirato il cielo stellato più spettacolare visto fino ad ora. Al mattino l’alba ci ha colti all’improvviso e siamo poi tornati all’hotel dove abbiamo potuto fare una bella doccia rigenerante e una buona colazione.
Abbiamo poi trascorso l’intera giornata attorno al deserto, testando le sospensioni della nostra auto sulle dune del deserto, visitando il villaggio di Kamlia, famoso per i suoi abitanti provenienti dall’Africa Nera e per la loro musica, viaggiando attraverso il deserto nero e prendendo un te presso una piccola e graziosa tenda nomade con vista mozzafiato.
Di ritorno in hotel abbiamo anche deciso di fare un breve giro in quod tra le dune, per ammirare ancora un tramonto dorato nel deserto. Ci sono moltissimi posti dove affittare quod, potete tranquillamente chiedere al vostro hotel o alla vostra guida.
Dopo la magica esperienza nel deserto, siamo ritornati sui nostri passi e ci siamo diretti a Meknes, attraversando nuovamente la zona desertica, la valle del fiume Zis, i palmeti e le montagne del Medio Atlante.
Arrivati a Meknes in serata, abbiamo potuto ammirare le luci della città dal tetto del nostro hotel nella medina. Quasi tutti i Riad e gli hotel della città vecchia dispongono di belle terrazze panoramiche da dove poter gustare la vista della città e un buon the alla menta!
La città di Meknes è circondata da dolci colline verdi e da campi coltivati, un bel cambiamento rispetto all’aridità del sud. Non è un caso che qui si tenga ogni anno un’importante fiera dedicata all’agricoltura, fiore all’occhiello della città. Meknes ha la particolarità di essere circondata da ben quattro anelli di mura, che suddividevano la città in diverse zone: la zona popolare, il quartiere musulmano, il quartiere ebraico, la zona militare, la zona nobile e infine, al centro, il palazzo imperiale. Degli antichi fasti di Meknes rimangono ben 40 km di mura, il palazzo reale (non accessibile), l’antico granaio e le scuderie della fortezza. Assolutamente da vedere è la piazza centrale della Medina e la porta Bab Mansour, una delle più belle del Marocco.
Il giorno di visita a Meknes (mezza giornata è più che sufficiente) è proseguito poi verso Volubilis, ovvero i resti di un’antica e ricca città romana. Il sito archeologico, ben strutturato, si trova immerso nelle rigogliose colline vicino a Meknes. Qui, tra ulivi e campi, sorgeva la città di Volubilis, di cui sono rimasti solo alcuni resti, mosaici e le colonne del tempio. Bellissimo il panorama e lo scenario!
Viaggiando verso Nord ci siamo diretti a Chefchauen, la famosa città blu del Marocco. Raggiungerla richiede tempo e impegno, poiché è arroccata tra le colline della catena del Rif, a Nord del Marocco. La tortuosa strada alla fine però si apre su una cittadina bellissima arroccata sul fianco di una montagna. Da lontano sembra un bel paesino bianco e azzurro, ma l’interno rivela una sorpresa: le case, i vicoli, le strade e gli angoli di Chefchauen sono tutti di un azzurro intenso e bellissimo! È una meraviglia perdersi tra i vicoli in salita e discesa, scattare infine foto alle persone del luogo e assaporare i sapori locali!
Ecco qualche consiglio rapido per gli altri viaggiatori:
MONETA. In Marocco la moneta corrente è il Dhiram, che ad oggi corrisponde a circa 10€. Questo però non vuol dire che l’euro non si ben accetto: ristoranti turistici, hotel e guide accettano anche la moneta unica europea e la carta di credito. Consigliamo però di viaggiare sempre con qualche dhiram in tasca, perché i negozi del souk o dei villaggi non hanno altri mezzi di pagamento. Nelle città più grandi è possibile ottenere di DHR presso banche, sportelli ATM e cambi valute.
FOTOGRAFIA. Il Marocco è un vero paradiso per la fotografia, sia paesaggistica che ritrattistica. Molte persone però, soprattutto donne, non apprezzano essere fotografate apertamente. Non stupitevi se troverete donne che si nascondono davanti a una macchina fotografica, o uomini anziani che si infuriano per essere stati fotografati. Bisogna rispettare tutte le opinioni e le loro ragioni, anche se non le comprendiamo. Consiglio: prima di fare un ritratto, chiedete il consenso. E se vi viene negato, meglio non insistere.
ANIMALI. Durante un viaggio in Marocco è facile avere a che fare con ogni tipo di animale, dai tanti gatti che vagano tra i vicoli della Medina, agli asini che vengono ancora impiegati per il trasporto. Se avete lo stomaco debole, meglio non aggirarsi tra le bancarelle di pollame al mercato alimentare: qui vengono tenuti in gabbia i polli e uccisi tranquillamente davanti agli occhi dei compratori. Se questo può far parte del ciclo della vita, ben altra cosa è lo sfruttamento degli animali per il divertimento dei turisti nelle piazze delle città. Qui si possono trovare serpenti, scimmie e altri animali costretti in catene per la gioia dei turisti che possono farci le foto assieme. Per favore, non fatelo! Questi animali soffrono palesemente e finché la gente pagherà per farsi una foto assieme a loro, questa pessima abitudine non tramonterà mai.