Non vedo, non sento, non scavo…

Non vedo non sento non scavo…

Naturalmente a non voler scavare è la cultura italiana (soprattutto di sinistra) nei confronti della tragedia delle Foibe.

Qua al Dizionario del Turismo Cinematografico non ci occupiamo di politica e non lo faremo neanche adesso, però essendo territorio cinematografico come tutti affronteremo l’argomento da quel punto di vista e, spesso, dovremo inoltrarci nel discorso politico per capire come mai molti (in realtà appunto per questo ne hanno girati pochi) film sul discorso del Carso hanno avuto difficile lavorazione e ancor più difficile distribuzione.

Secondo la ricercatrice (di cosa non si sa visto che si ostina a non voler cercare) Alessandra Kersevan: «Uccisi soltanto criminali di guerra». Stessa frase che ripetono vari personaggi, come quel Sauro Trombini ex affiliato (secondo sua stessa dichiarazione!) alle Brigate Rosse, cosa del quale ne va fiero e insiste a dire che “nelle grotte vi è ancora posto per altri cadaveri. Se qualcuno vuol favorire…”. Personaggio il Trombini trombato dalla rete (è stato indagato e radiato da Facebook dopo la denuncia per aver stilato una lista di ebrei e simpatizzanti da tenere d’occhio ed eliminare, tra questi anche personalità celebri ed importanti come la scrittrice e regista israeliana Dova Cahan, il giornalista e cineasta Davide Lingua e il Presidente del Memoriale Sardo sulla Shoa Alessandro Matta, che da qualche mese ha iniziato un gemellaggio collaborativo col Dizionario del Turismo Cinematografico del quale riparleremo) e dall’opinione pubblica.

Comunque, visto che buona parte delle vittime delle Foibe erano bambini (criminali di guerra?) viene spontaneo dire a questi personaggi: “Che Carso dite?”

Ma veniamo a noi…

 

La città dolente

 

Il primo film che si pone sull’argomento a strage ancora calda è LA CITTA’ DOLENTE (1948) di Mario Bonnard, al quale ha collaborato alla sceneggiatura pure un giovane Federico Fellini.

Trama dalla rivista Film Tv:

Dopo il trattato di Parigi la città di Pola viene annessa alla Jugoslavia e quasi tutti gli italiani la abbandonano. Tra i pochi che scelgono di restare c’è Berto, cui viene promesso che sarà il padrone dell’officina presso la quale è operaio. Ma si tratta di bugie dei comunisti, perchè i macchinari vengono confiscati dallo stato e il lavoro langue. Berto si ribella e viene rinchiuso in campo di concentramento; riesce a fuggire e cerca di raggiungere l’Italia con una barca, ma viene ucciso dagli jugoslavi.”

 

Nei recenti anni ’90 val la pena citare, anche se l’argomento non sono proprio le Foibe del Carso ma la vicina Porzus dove ci fu un massacro sulla stessa linea (l’alleanza con Tito degli aguzzini), il celebre PORZUS (1997) di Renzo Martinelli.

Anche qua citiamo la stessa rivista:

Il film ricostruisce un episodio del quale ogni essere umano che si rispetti si dovrebbe vergognare sia accaduto: 2 (anzi 3! I Gap e i Garibaldi stavano assieme, separati dagli Osoppo) gruppi di partigiani, prima uniti per combattere il Nazifascismo, si divisero dopo che il primo gruppo, che si era legato ai Titini e voleva portare il Comunismo di matrice filo-sovietica in Italia (come già accaduto nei paesi dell’Est), cadde in un’imboscata. Molto “democraticamente e con varie prove” (Sic! Neanche una! E decise tutto il capo! Oggi sono sarcastico!) fu accusata una ragazza del paese. Gli Osoppo decisero di nasconderla. Gli altri la trovarono e la condannarono a morte con sentenza sul momento (Prove: E’ stata vista parlare con dei fascisti durante l’occupazione, quindi è colpevole! Scusate se adesso vado in bagno a cagare, me la sto facendo sotto! Mi sono ricordato che quando fumavo, ho smesso da poco quindi sono reticente, un pregiudicato mi ha fermato per strada e mi ha chiesto una sigaretta. L’altro giorno un altro poco di buono mi ha chiesto addirittura una indicazione stradale…Mi sa che verrò condannato!).

L’omicidio della ragazza sarà solo il primo sangue versato. Seguirà il massacro degli Osoppo. Però il colpevole non la farà franca…

E meno male che lì il cattivo viene punito come merita! A farla franca purtroppo sono gli scheletri nell’armadio di certa sinistra che ancora si rifiuta di sapere, e quelli che sanno vogliono mettere tutto a tacere (come per le Foibe, come per Katyn!).

“Se la ricostruzione storica è accurata come quella cinematografica…”  dice qualcuno qua in redazione di Film Tv…
Ovvero…come strumentalizzare i difetti tecnici di una pellicola per renderla poco (o niente!) credibile storicamente:
Vengono elencati, come difetti, che un personaggio da giovane parla con accento siciliano, da vecchio  (interpretato da Gastone Moschin) l’accento diventa veneto (e pure marcato! Confermo io che il difetto è molto evidente), 2 persone fanno l’amore e le riprese della casa…(non sto ad elencare e spiegare che mi viene mal di testa! Comunque la cosa può difettare!), da “sculto” la trasformazione da giovane a vecchio di… (e qua non sono d’accordo! La scena è molto suggestiva che quasi, e non è detto che non lo faccia, chiedo a Renzo, se mi capita di incontrarlo a qualche convention, festival, etc…, una dritta per realizzare la sequenza. Vabbè, non è poi così difficile, si chiama morphing e si fa con il computer. Però lì l’hanno fatta meglio del solito! Altro che scult! Se l’avesse realizzata Andy Warhol i critici si farebbero le pippe invece di criticare negativamente!).

Aggiungo che la sceneggiatura carica di tensione la parte drammatica che si avvicina alla scena del massacro.

Il lavoro tecnico è una cosa, quello morale un altra!
Questo film meriterebbe 5 stellette per il coraggio di andare controcorrente e ricordare un fatto sanguinoso insabbiato dai potenti.
Avrei tanta voglia di dargliele!

Peccato (o per fortuna!), che io non sia così (come certi critici, ma dall’altra parte della barricata) e tenga conto sia della parte tecnica che impegnata.
Questo lavoro (e, in generale, un pò tutto il cinema di Martinelli. Vedere gli errori geografici di CARNERA) ha evidenti difetti tecnici (BARBAROSSA escluso. Sembra i migliori lavori, quindi non il pessimo IL GLADIATORE, di Ridley Scott!), ma molto impegno e buona volontà. Anche se romanzata la storia è attendibile e storicamente precisa.

E’ una pellicola che merita rispetto!
E’ un film da sostenere!
E’ un lavoro da proiettare nelle scuole!

Giudizio tecnico: 2 stellette e 1/2
Giudizio morale: 5 stellette

Il giudizio artistico quindi è: poco più che 3 stellette e 1/2!!!
Quindi arrotondiamo a 4 stellette!

Sulla trama

Qua la “trama”: uno scheletro nell’armadio di certa sinistra…
Qua le “trame”: certa sinistra per anni ha tenuta nascosta la cosa…

Cosa cambierei

Le lenti degli occhiali dell’Italiano medio. Neanche CANDIDO e FORREST GUMP le avevano così sfocate, da non riuscire a vedere più in là del proprio naso…

Su Renzo Martinelli

E’ pieno di buona volontà ma dovrebbe stare più attento ai possibili difetti tecnici.”

 

Il cuore nel pozzo
Una scena di IL CUORE NEL POZZO.

 

E arriviamo al film più noto..

 

Riguardo alle controversie politiche sul celebre e televisivo IL CUORE NEL POZZO (2005) di Alberto Negrin, trasmesso dalla Rai che lo ha prodotto per poi sparire dalla circolazione e tornare visibile recentemente in una fascia di orario decente postiamo questa bella recensione trovata sulla rivista Film Tv:

Negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale si intrecciano le vicende di alcuni personaggi: un ufficiale titino che ha messo incinta violentandola una ragazza italiana, questa, un gruppo di bambini fuggiti ad un orfanotrofio messo sotto assedio dai titini, un ragazzo che cerca di aiutarli, un coraggioso sacerdote, etc…

E, in mezzo a loro, la scoperta dell’orrore nelle grotte carsiche…

Come porsi di fronte ad un opera come IL CUORE NEL POZZO?

Intanto sono ormai note le controversie politiche seguite alla prima messa in onda del film televisivo (l’appoggio di Alleanza Nazionale e Forza Italia, le polemiche da parte di vari partiti a sinistra, i rapporti con la Slovenia si sono fatti più tesi, etc…) che hanno però visto contrariato il regista che, a detta sua (e io gli credo, in fondo a lui cosa gliene dovrebbe fregare?), voleva solo realizzare un film storicamente onesto su un episodio mai trattato esplicitamente dal cinema e dalla televisione (se non con riferimenti. Ad esempio si cita l’argomento in PORZUS di Martinelli o LA CITTA’ DOLENTE di Bonnard).

I riferimenti storici sono accurati, peccato che il film incappi in altri più o meno gravi errori come l’utilizzo di automobili di pochi anni dopo o bandiere sbagliate (ma in certi kolossal si sono visti errori ben più gravi! Vedere per credere i siti che elencano le parecchie decine di errori del TITANIC di James Cameron!!!) ma, soprattutto la facilità con la quale si trovano i corpi nelle Foibe nel film (nella realtà erano finiti molto in profondità e i vigili del fuoco dovettero calarsi nelle viscere della Terra per il recupero!).

Di film sull’argomento “pulizia etnica da parte dei partigiani comunisti sloveni o italiani legati ad essi, vedi massacro di Porzus” c’è ne sono veramente pochi ed è un peccato che, spesso, siano stati prodotti o legati a partiti della destra così da far pensare ad un revisionismo contro-comunista e poi avere (anche se ideologicamente la cosa dovrebbe contare poco o non contare proprio) errori tecnici (vedere quelli che elenco nella mia recensione di PORZUS, che però storicamente è dettagliato e attendibile!).

A questo punto c’è da porsi un dibattito sulla scelta del giudizio finale: Cos’è un film? Uno strumento d’informazione? Un’opera artistica? Entrambe le cose?

Questo IL CUORE NEL POZZO è ben diretto e recitato, ha il pregio di parlare per la prima volta esplicitamente di un argomento storico, artisticamente è discreto con qualche errore tecnico.

Cos’è un film? Un’opera artistica e basta? Prendiamo NASCITA DI UNA NAZIONE, indubbiamente artistico (almeno all’epoca, rivisto adesso offre scenografie degne del Carnevale di Viareggio!) ma razzista. Un capolavoro? Per qualcuno sì…

E il dibattito dovrebbe essere consegnato e discusso in una scuola di cinema e non nelle poche righe di una recensione (chiamiamola, appunto, umilmente, solo opinione?).

Restiamo quindi con un giudizio discreto per l’impegno e il minimo sindacale, anzi qualcosa di più, di valore artistico.”

 

Queste tre opere appena citate sono, naturalmente le più celebri.

Ci sarebbero ancora i film della serie STORIA DEL 900 del quale vi rimandiamo, per leggere dettagliatamente trama e info, al sito principale

 

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