Grotta all’Onda e i suoi segreti

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Si è sempre affascinati dal vuoto. Più è fondo, più è buio, più esso ci attrae: un misterioso richiamo d’amore.
                                                                                                      (Oriana Fallaci)

Vi ho già raccontato in passato di Candalla, il cuore verde dei monti del Camaiorese.Il verde e la magia di un luogo tutto da scoprire. Poco sopra questo splendido paradiso c’è una grotta poco conosciuta : la grotta del Tambugione . Se questi due luoghi vi hanno portato a sognare e a passare dei bei momenti, dovete andare a vedere anche Grotta all’Onda.
Indubbiamente tra tutte le grotte del Camaiorese, Grotta all’Onda è la più famosa.In parte per la sua storia, in parte per la facilità con il quale si può raggiungere.
A pochi chilometri da Tre scolli, alla fine di un sentiero pianeggiante. Una grotta favolosa.
La storia della grotta la trovate pure in loco. Ci sono un paio di cartelli informativi. Se volete informarvi prima trovate info facilmente sul sito delle grotte della toscana.
Credo che vi siano un sacco di siti di riferimento anche sugli itinerari. Vi metto il mio preferito in assoluto : Escursioni Apuane .
L’itinerario che vi ho linkato è particolarmente bello. Se avete un po’ di tempo ve lo consiglio. E’ una delle nostre passeggiate preferite. Completo di traccia Gps e una buona descrizione, è un percorso ideale per scoprire Grotta all’Onda e non solo.
 
Vi chiederete come mai vi parlo di questo luogo se è famoso e se è così facilmente raggiungibile.
 
La guida tratta sempre luoghi molto particolari, grotta all’Onda, per quanto bella, è particolare?
 
Grotta all’Onda mi affascina e stupisce ogni volta, non la grotta in se stessa, ma la parte subito prima e subito dopo. Il percorso stesso è unico nel suo genere.
Musicale.
I segreti nascosti lungo il percorso sono ben poco conosciuti.
 
Parcheggiate la macchina e venite con me. Avete bruciato leggermente la frizione nel parcheggiare, l’odore ha permeato l’ambiente. Poco male. Capita a tutti. Non fateci caso. Prendete lo zaino e venite. Che l’avventura abbia inizio.
foto di Valentina Bini

Un sentiero musicale su un acquedotto

Tutta la prima parte del sentiero che porta a Grotta a l’Onda è sull’acquedotto.
Iniziate e camminare e porgete l’orecchio. I vostri passi risuonano come piccoli tonfi. Un leggero rimbombo. I vostri piedi annunciano la vostra visita.

Il sentiero è piacevole.

Ad un tratto la roccia esplode, come a voler ricoprire il sentiero.

Si crea un piccolo tunnel.

Da qui in poi si comincia a salire.

Non potete sbagliare sentiero. Deturpato nell’ultimo anno da un maniaco/a della segnaletica, i segni rossi, sono onnipresenti.

Alla fine della salita il pozzo del pipistrello

Il sentiero prosegue in salita ed ecco che poco prima dell’ultimo tornante,  circa 3 m fuori dal sentiero, sulla destra, trovate il pozzo del pipistrello.

Il pozzo del pipistrello è un pozzo poco conosciuto.

Coperto da una grata per evitare che qualcuno vi cada dentro è un pozzo di circa una trentina di metri.

Catasto Grotte della Toscana

Naturalmente lo potete visitare solo se siete muniti di attrezzatura e avete una preparazione speleo.

Il pozzo del Pipistrello a Grotta all’Onda

La roccia si fa onda e va a ricoprire il mondo

Si continua a salire, fino a quando l’onda, non invade il nostro panorama.

Come pietrificata da un’antica magia, la parete di calcare di grotta all’onda sovrasta ogni cosa.

Una magia antica, che lentamente perde il suo potere.

Infatti dalla roccia cade incessantemente l’acqua, creando docce naturali di acqua gelida.

cascata (foto di Angeli Maddalena)

Non è facilmente descrivibile, è uno di quei luoghi che anche fotografati perdono la loro bellezza, l’unico modo per poterli apprezzare è andare a vederli.

La vegetazione ai piedi della roccia è di un verde intenso, come un mare di alghe. Sopra le alghe un oceano di roccia e i due elementi, uniti dall’incessante caduta dell’acqua. Un luogo dove il sopra e il sotto si confondono.

Mi stupisce molto non esistano leggende legate a questa grotta. Questa grotta se la merita una leggenda!

Guardate in alto, alla vostra sinistra. Troverete una piccola costruzione umana. Per arrivarci basta che arriviate alla parete di roccia e andiate a sinistra. Il sentiero non è un vero sentiero, ma è facile se avete un po’ di spirito di esplorazione.

La visione dall’alto è, se possibile, ancora più bella.

Se questo paesaggio in primavera dona uno spettacolo magnifico, anche negli inverni rigidi regala delle belle emozioni.

L’acqua in molti punti si congela, creando stallatiti di ghiaccio.

giochi di ghiaccio Grotta all’Onda

Questo luogo è bello e visitabile in qualsiasi momento dell’anno e ogni volta sarà sempre una bella sorpresa.

Grotta all’onda

Come avrete intuito questa non è la vera grotta. La vera grotta si trovo pochi metri più avanti dopo la grande doccia.

L’entrata è decorata con un alberino che ne nasconde in parte l’ingresso, rendendo la caverna ancora più interessante.

Come ogni grotta che si rispetti, anche se questa non ha una leggenda, ha un tesoro.

Non ve l’ho segnato con la fantomatica X, ma con un cerchietto.

La grotta per la prima volta è stata abitata dall’uomo di Neanderthal, per poi arrivare, durante il paleolitico superiore all’Homo Sapiens. I reperti, trovati dal gruppo archeologico di Camaiore, sono conservati in parte a Firenze, al museo fiorentino della preistoria, in parte a Pisa, presso il Dipartimento di scienze archeologiche e una parte è visibile presso il Museo archeologico di Camaiore.

L’albero della vita

Le magie non finiscono con la grotta.

Se proseguite lungo il sentiero poco dopo, sulla vostra sinistra vi ritroverete a costeggiare una parete di roccia.

Caratterizzata dalla levigatezza e dai colori bianchi e neri, tipici di questa zona,quello che però colpisce è la grandiosità dell’albero della vita.

In realtà non è un vero e proprio albero, ma sono le radici che dall’alto della roccia, si propagano verso il basso, in un unico punto.

Uno spettacolo incredibile, che riesce a farti sentire piccolo.

 

 

 

Grotta all’onda e i suoi pionieri

Correva l’anno 1910, quando un pioniere di Palagnana, certo Alemanno Barsi, costruì e fece volare il primo Pallone Frenato.

Di fatto era una mongolfiera frenata da una fune, che trasportava i turisti benestanti dai bagni della Versilia, fino a Candalla  e poi con un’ascensione silenziosa dai prati di Grotta all’Onda fino all’Alto Matanna.

Il punto di attracco della mongolfiera è ancora visibile.

In realtà non è esattamente a grotta all’onda, ma leggermente più in basso. Ci si arriva più agilmente se si prende il sentiero dal cimitero di Casoli e si sale verso grotta all’Onda. Ad un bivio, con un abbeveratoio si tiene la sinistra lungo un ponte di ferro.

Poco dopo ci si ritrova in una piccola radura.

Questo è un luogo speciale per campeggiare, con una piccola sorgente d’acqua e un tavolino è il luogo ideale per trascorrere un paio di giorni in giro con la tenda.

Nella piccola radura, nascosti dall’erba, troverete i vecchi agganci in pietra della mongolfiera.

Apuantrek organizza ogni tanto una rivisitazione storica con tanto di pallone frenato, dove chi vuole può provare l’emozione di sorvolare grotta all’onda fino ai prati del Matanna.

All’attracco del pallone frenato di Grotta all’Onda, probabilmente troverete una sorta di capanna. Questo perché in estate questo luogo si colora di tinte più mistiche e viene data la possibilità di provare l’emozione di una capanna sudatoria. Come fare a partecipare mi è più o meno oscuro, ogni tanto se ne sente parlare.

Se la cosa vi interessa, tendete l’orecchio, sicuramente sentirete qualcuno suggerirvi l’indicazione per quello che state cercando.

Grotta all’onda vista dagli occhi di Decibel

ovvero, la vera leggenda di Grotta all’Onda

Ogni grotta ha bisogno di una leggenda e la verità è che grotta all’onda ha la sua, ma persino i più vecchi, che sbeffeggiano anche la morte hanno paura di raccontarla.

Forse non è paura, la verità è che la storia è talmente triste che nemmeno loro vogliono raccontarla.

Come tutte le leggende che si rispettino o si parla di tesori o si parla di una storia d’amore ed essendo questa una leggenda triste, parla naturalmente d’amore.

C’era un tempo in cui gli uomini e le creature fatate vivevano in armonia tra di loro.

Non mancavano certo le guerre, quelle non sono mai mancate, purtroppo la stupidità è una madre prospera, ma diciamo che dopo le grandi guerre di Candalla, gli animi si erano placati.

Vicino al paese di Casoli, nei boschi, viveva Onada, una ragazza bellissima, nata da madre elfo e padre umano. Onada era innamorata di Batilo, un giovane mezzo elfo e mezzo nano, con il quale passava le giornate.

La loro unione era ben vista da tutti, c’era infatti una leggenda che diceva che il primo bambino nato da una razza non razza, sarebbe stato la perfetta unione tra tutti i popoli e da allora non sarebbero più esistite ne guerre ne discriminazioni.

I due giovani non sentivano il peso di tale leggenda, vivevano con semplicità il loro amore.

Purtroppo il bene e il male vivono su una bilancia che deve rimanere in equilibrio e tanto era ben visto l’avverarsi di tale leggenda da alcuni, tanto era odiato da altri.Re e potenti di tutte le razze vedevano nei due giovani l’inizio della rovina del loro regno e del loro potere.

Fu in un giorno qualunque che il complotto ebbe inizio. I re si incontrarono e pagarono profumatamente un mago per fare una magia e dividere per sempre i due giovani.

I re mandarono insieme al mago un assassino, per ucciderli e seppellire i loro corpi lontani uno dall’altra.

Era una notte di luna nera quando le ombre dei due uomini si unirono al buio della notte.

Gli gnomi però erano stati avvisati dalle formiche ed erano andati da Onada per dirle di scappare.

Onada corse e corse ancora, nella notte più buia che sia mai stata disegnata.

Anche Batilo fu avvisato, ma quando iniziò la sua fuga, le sagome nere del mago e dell’assassino erano dietro di lui.

Il mago chiamò la terra e la rigirò su se stessa, ma Batilo saltò nel bosco e riuscì a sfuggire.

Cominciò ad arrampicarsi sulla roccia, fintanto che non trovò un pozzo dove nascondersi.

Quando raggiunsero Onada era quasi giorno. Infreddolita e stanca si era addormentata ai piedi di un albero. Catturata, l’assassino, non ebbe cuore di ucciderla, quindi il mago decise di intrappolarla in una magia per sempre.

Come si sa i nomi sono importanti e il mago lo sapeva bene. La intrappolò nel suo stesso nome, che in catalano significa Onda.

Una grande onda di pietra andò a coprire il luogo dove Onada riposava e quando lei si svegliò e si rese conto di quello che le era successo, le sue lacrime divennero cascate d’acqua e da allora non smisero mai di cadere.

La magia fu talmente potente che colpì anche Batilo, che rimase intrappolato nel pozzo e divenne, come dice il suo nome, un pipistrello.

Divisi per sempre, non si sarebbero mai più incontrati.

Come dicevo prima però il male e il bene si devono sempre bilanciare. L’albero sotto il quale riposava Onada fu inondato dalla magia e trasportato in cima alla grande onda crebbe e le sue radici scesero lungo la roccia e  entrarono da un unico punto diramandosi nella terra e andando a chiedere aiuto.

I grandi maghi delle tante razze vennero chiamati sotto l’albero della vita per spezzare l’incantesimo.

Non vi riuscirono, ma riuscirono a creare una magia che oramai viene ricordata solo come leggenda.

Quando un elfo-umano e un nano-elfo si innamoreranno, Onada e Batilo saranno liberi e potranno amarsi di nuovo, per sempre.

Purtroppo però i grandi re non volevano correre rischi e cancellarono il piccolo popolo dagli occhi degli umani, velandogli la vista in modo che non avrebbero mai più potuto vederli e una guerra atroce divise nani e elfi, costringendo i nani a vivere solo nelle caverne.

Prima che tutto questo potesse succedere un mago buono, fece un’ultima magia. Una di quelle piccole, che passano inosservate.

Regalò un giorno d’ombra dove Onada e Batilo potessero scampare alla loro maledizione.

Nessuno sa quale sia questo giorno magico, perché costruì un acquedotto musicale che porta all’Onda per avvertire i due amanti se qualcuno si avvicina lungo il sentiero.

Le prove che Onada e Batilo vivono lì si possono vedere nella piccola casetta costruita in alto, lontano da tutti. Il luogo dove i due amanti si incontrano per giurarsi amore eterno.

Le tracce della leggenda sono ben visibili lungo il percorso.

Il sentiero musicale lungo l’acquedotto che avvisa i due ragazzi se qualcuno si sta avvicinando.

La roccia che vuole mangiare il sentiero, poco prima della salita, che da allora prese il nome di roccia Droch ( roccia cattiva ).

Il pozzo del Pipistrello, dove vive Batilo, proprio in cima alla salita del sentiero.

Grotta all’onda, con le sue lacrime e la sua casetta in alto, dove raccontarsi di sogni che forse non si avvereranno mai.

L’albero della vita, alla fine della maledizione e della leggenda, per ricordarci che il bene e il male vivono su una bilancia e che la vita è la più grande speranza che abbiamo. Si racconta che se vi mettete in silenzio, ai piedi delle radici dell’albero della vita e esprimete un desiderio, se lo desiderate veramente tanto, l’albero vi conceda di esaudirlo.

 

Consiglio dell’esploratore

Camminate ascoltando il suono dei vostri passi

 

Galleria di Foto

Cercando tra le foto on line di grotta all’onda ne ho trovate due che rispecchiano perfettamente il luogo. Ringrazio le due proprietarie per avermi concesso la pubblicazione. Grazie a Angeli Maddalena e Valentina Bini.

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