Sconsigli per gli acquisti (episodio 1: Aux Trois Mulets)

Non manco mai di fegato -in ogni situazione- per distinguermi dalla scontatezza del mediocre: per questo inauguro la rubrica “Sconsigli per gli acquisti”. Sarebbe troppo piatto continuare, di post in post, a raccontare di posti magnifici e locali ganzi dove stare bene, ritrovare se stessi e bla bla bla..  C’è gente che non si accontenta del “ma quant’è bello” e che gode sadicamente delle situazioni imbarazzanti, scomode ed al limite del trash, in luoghi fatiscenti ed in compagnia di personaggi che definire “cafonal” è un eufemismo. Mi categorizzo nel suddetto gruppo (sembra che io ci vada a nozze con le bizzarrie).

Iniziamo. Estate 2007, settimana precedente a quella di Ferragosto: “Ragazzi, perché non si va a Parigi?”. Detto – fatto: deciso di partire in quattro, mi incarico di prenotare il posto per il pernottamento della settimana successiva, “no problem, tanto c’è Hostel World!”. Una telefonata da parte di un’agenzia facente parte dell’indotto del suddetto HW, in un francese che nulla ha a che competere con quello scolastico-arrugginito-macchinoso che ostentavo all’epoca, mi fa presente che l’alberghetto carino che avevo selezionato su internet non è più disponibile a causa di un disguido (perché in effetti, come visto, il 15 di Agosto i Parigini non ci sono, ma il resto del mondo sì) e che si sarebbero incaricati loro di spostarci su un’altra locazione: sarebbe bastato un mio “si, lo voglio”. “Si, lo voglio”, e così fu. “Aux Trois Mulets”, letteralmente “Ai Tre Muli”. Mbah, “noi che abbiamo dormito su un ‘night’ a Zurigo come in mezzo ai clochard della stazione Termini: i tre muletti ci fanno ‘na sega”.

Arriviamo: la facciata è solo una sovrastruttura che probabilmente non avrà nulla a che fare con il contenuto assai carino all’interno. No. Hai presente le osterie di mare che vengono descritte in letteratura? Il bancone enorme ed enormemente unto, nebbia di fumo, gente che brinda a cicchetti, qualche risata rauca qua e qualche scatarro ri-inghiottito di là. Un cane lupo che gira tra i tavoli della colazione e che si accascia infine su un tappeto usuratissimo che trasuda tutta l’incontinenza della vecchiaia del suddetto animale. Folklore.

Alle 14:00 la camera non è pronta: per carità, non che questo costituisca un problema, non sono davvero il tipo che si attacca a queste sottigliezze, ma se poi, alla partenza, mi intimi un “füra di ball” (un po’ leghista in effetti) alle 9, allora me le fai girare!

Attesa e poi via, si accede à l’étage (upstairs). Un piccolo labirinto di scale a chiocciola ripide e coperte da massicci strati di moquette che definire ‘paradiso di ogni acaro timorato di dio’ sarebbe ben appropriato. Ma non è questa la particolarità. Tra un piano e l’altro, all’incirca a metà di ogni sezione di scale coinvolta, una porticina inconsueta si presenta al viaggiatore che lotta per non far cadere le valigie giù da quel burrone: si tratta dell’uscio di un piccolo cesso – un metro per un metro – che allieta il percorso del mal capitato con conati dopo l’esalazione dell’urina canina.

Le camere alla fine non sono male.. Scherzo! Diciamo che c’è sempre qualcosa di peggio: in fin dei conti è bastato comperare uno straccio ed un prodotto alla javel (candeggina) per evitare di vedersi crescere addosso un “Castrum” di funghi.

Ad onor del vero, se sei fortunato nel vederti assegnata la suite nel giusto lato del palazzo, puoi scorgere la Tour (ed il faro sovrastante che gira per tutta la notte) della finestra: la tua ragazza si riprenderà dall’incazzatura dell’averla condotta in quel tugurio.

Consigliato vivamente!

Note: su TripAdvisor ( http://www.tripadvisor.fr/Hotel_Review-g187147-d636336-Reviews-Aux_Trois_Mulets-Paris_Ile_de_France.html#CHECK_RATES_CONT ) lo classificano al 1625-esimo posto in una classifica di 1846. Se potete, traducete i commenti degli utenti, ne vale davvero la pena!