Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte….

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte da farti sentire salva da tutte le macerie che avevi nel cuore… è così che voglio iniziare la terza parte del mio racconto, perché è di un abbraccio lungo 7 anni che voglio parlarvi, dell’abbraccio di una bambina ad un’altra bambina… ed una delle due bambine ero io ma nel 2010 non lo sapevo ancora…

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte….

Di ritorno dal Safari Tsavo East in genere ci si ferma alla “fabbrica del legno”: chiamarla fabbrica è un parolone, una tettoia di legno che tiene al riparo dal sole una cinquantina di persone che lavorano incessantemente per realizzare le statuine che noi turisti tutti contenti portiamo a casa come souvenir da Malindi. Noi da brave abbiamo comprato di tutto, questa per mio padre, quella per il compagno di mia madre, questa per il mio ragazzo, queste per le amiche, insomma quando c’è da spender soldi noi rispondevamo: PRESENTI!

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

Risalite sul bus, si perché al ritorno dal safari abbiamo trovato un autobus bello grande ad attenderci a metà strada, ci fu la domanda che mai pensavamo di sentire nella nostra vita… ma soprattutto le risposte che non pensavamo mai di poter sentire nelle nostre vite… “Chi vuole fermarsi in un orfanotrofio?” Beh gente potete non crederci ma in tanti dissero di no… un no secco, un rifiuto che… oh beh non vi dico cosa penso, è meglio! L’autobus si fermò davanti ad un negozietto di generi alimentari in un piccolo centro abitato, chi aveva risposto di si poteva scendere e comprare qualcosa da donare ai bambini. Io e mia madre prendemmo delle scatole di biscotti, 60 pacchettini per circa 4 euro di spesa, praticamente una miseria se ci ripenso oggi. Il piccolino che vedete nella foto con i biscotti è Simon, lui e la gemella Betty sono arrivati nell’orfanotrofio che non avevano 6 mesi.

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

La signorina nella foto è BettyUn giorno qualcuno ti abbraccerà così forteLa guida ci porta in gruppo lungo una via sterrata, costeggiata da case in costruzione, prive di luce ed acqua e poi un cancello verde con dei fiori rosa ed una scritta “Heart Children Home” ricorderò questa scena tutta la vita… il cancello che si apre, una ventina di bambini che si gettano in strada pronti a ricevere i doni portati dai Muzungu (letteralmente Mozzarelle) sorrisi, gridolini di felicità e poi due occhi… grandi e scuri come il mare… mi fissano e sento che scavano dentro… poi un Jambo ed io rispondo Jambo… e poi un visino che mi dice: tu sei buona! Ragazzi sarà stata preparata come mi hanno detto in tanti, ma il mio cuore si è fermato lì, una bambina di sei anni che mi salta in braccio e che non è più scesa, quella bambina è la mia Sharon e dopo 7 lunghi anni è ancora la mia bambina! Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

Non so come non si fa a credere nell’amore, bisogna viverlo sentirlo assaporarne la dolcezza per poi dire ecco, questo è quello che voglio, questo è il mio posto, questa è la mia casa! Quello che accadde al nostro incontro fu magia secondo me, una bambina che abbraccia l’altra bambina ed insieme costruiscono un idea di futuro. La sua dolcezza era ciò che io non ero mai stata, il suo bisogno di abbracci era quello che io non avevo mai espresso a parole, il suo stare in braccio a 6 anni era strano, ma ammettiamolo, io a 32 anni vorrei esser presa in braccio ogni santo giorno! Il bianco della mia pelle era in netto contrasto con il suo ma insieme eravamo e siamo uniche! Perché è proprio vero che Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte da farti sentire salva da tutte le macerie che avevi nel cuore. Non riesco a trovare le parole per descrivervi mia madre invece, persa nel suo sogno da bambina che voleva viaggiare per il mondo occupandosi dei bambini, lei da grande voleva fare la volontaria. La trovai in giardino, gambe incrociate in terra intenta a giocare con i più piccoli. Aveva visto le stanze, il bagno, la cucina e… ed aveva l’aria di chi pensa “io qui ci torno e vi sistemo!” Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forteDopo più di due ore risaliamo sul pulmino dirette al villaggio, mia madre credo stia ancora mandando a quel paese chi non scese quel pomeriggio, e… vi ricordate la storia dei gechi giganti della prima sera a cena… beh li sentite le mie urla? Apri la porta della nostra stanza ed una di queste simpatiche lucertolone percorse tutto il muro fino alla porta del bagno… le mie urla richiamarono l’attenzione di mezzo villaggio… “Io lì dentro non ci entro!” In tutto ciò mia madre lunga in terra che se la rideva come una pazza, lei era così “Bè ma su è più impaurita di te la piccolina!” per lei tutto era femminile.. Alla fine entrai, tanto dove volete che andassi? Ci preparammo per la cena mentre il geco ci osservava dall’alto del suo castello… quello della foto lo trovai il mattino seguente in veranda…

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

Durante la cena molti clienti che erano presenti nel pomeriggio passato all’orfanotrofio iniziarono a pensare a quante medicine avevamo portato inutilmente in valigia, chi aveva antimalarici e chi antibiotici e via dicendo… chi pensate che si siano offerte per portare tutto quanto? Noi! Un bel sacco nero di quelli grandi e via a raccogliere il tutto, chi ci diede vestiti, scarpe, pennarelli, matite, infradito, costumi, creme, medicine, pacchi di riso, di farina, insomma avevamo un bottino prezioso. Silvia e Graziano parteciparono alla raccolta, e devo ringraziare Silvia per le foto che avete visto con Sharon, Lydia e mia madre, le ha scattate tutte lei.

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

Passammo la mattinata al mare perché i bambini erano a scuola. Quella mattina incontrammo un altro personaggio che ci accompagna ancora oggi, Saidi! Oggi è il mio fratellino Keniota, ma ai tempi era un ragazzo timido che vendeva braccialetti in spiaggia per aiutare la mamma. Saidi è una figura molto importante per noi come noi lo siamo per lui, tanto da farsi chiamare Roberto e tanto da render omaggio a mia madre chiamando la figlia Robertina.

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

Ovviamente quando hai un carico prezioso non puoi far altro che chiamare un taxi, e così facemmo per la nostra speciale consegna! Alle 15.30 eravamo già nella hall del villaggio ad aspettare il taxi. Arrivammo e Nuru, la signora che si occupa della struttura ci aspettava al cancello. I salti e le corse dei bambini nel rivederci furono puro fuoco per noi. E la mia piccola Sharon… lei era lì incredula quanto me, e nel suo italiano disse: “sei tornata per me?” Crollai! Quella bambina aveva azzerato tutte le mie difese. Chi mi conosce può confermare che non sono un amante dei bambini, in genere interagisco con loro trattandoli come adulti, ma lei con i suoi occhi ed il suo bisogno di amore rispecchiava me.. quella me lontana da casa 7 ore di volo, che per la prima volta capiva il suo posto nel mondo! Pochi mesi dopo questo viaggio sentii mia madre parlare con mio padre di Sharon e del Kenya, la frase durante il litigio fu più o meno così: “Te se non prendi l’aereo non vedrai mai com’è tua figlia davvero, perché tua figlia è quella persona che vedo io quando sono a Malindi con lei, quella che vedi qui è una bella copia ma non è felice!  Lei è vita e amore solo che ancora non lo sa!”

Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

Tornammo al dove Silvia, Graziano e tutte le persone che avevano contribuito a quella strana raccolta ci stavano aspettando per la cena. Riversammo su di loro il racconto del pomeriggio. Quella sera, nel buoi della nostra stanza, mia madre ed io ci siamo promesse che saremmo tornate, tornate per restare e costruire un futuro con Sharon ed i bambini dell’orfanotrofio…. ma questa è un’altra storia… e domani ve ne racconterò un altro pezzetto, perché il viaggio non è ancora finito… Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte

Se Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte vi è piaciuto e non avete letto le prime due parti vi lascio i link —> Un cuore di nome Malindi e Safari Tsavo East in Kenya 

2 Risposte a “Un giorno qualcuno ti abbraccerà così forte….”

  1. Una bellissima storia. Quante Sharon ci sono nel mondo in attesa di un amore sognato e sperato? Poi burocrazia e malaffare cancellano ogni speranza e rendono complesso l’incontro tra i bambini e le coppie disposte all’adozione.
    Gechi, lucertole e insetti: col tempo e a seguito dei continui viaggi in Paesi esotici, sono riuscito a far passare la fobia alla mia dolce metà. Pensa, ora ama i gechi!

    1. Io non li amo ma li tollero, alla fine l’abbiamo avuto in camera per altre 5 notti e nei continui viaggi in Kenya o a Zanzibar me ne sono fatta una ragione. La burocrazia purtroppo ha fermato anche me con Sharon e ce ne sono talmente tanti di bambini che se le procedure fossero snelle e brevi troverebbero amore ed una casa.

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