Non è una domenica per ducatisti

Domenica abbiamo assistito ad un disastro, in MotoGP.

Marquez ha dettato legge come quando si trovava perfettamente in sella alla sua moto (qualcuno ricorda le stagioni 2013 e 2014?), che è probabilmente l’aspetto che deve far più preoccupare tutti quelli che non tifano lo spagnolo. Rossi che insegue da vicino Marquez sino al cambio di moto, per poi, negli ultimi giri letteralmente annaspare, in maniera a mio parere molto deludente, al di là dei problemi tecnici incontrati.

Iannone Dovi
Iannone e il Dovi provano questo nuovo modello di slittino, perfetto per l’asfalto

Ma il “disastro” di cui facevo cenno poc’anzi è quello messo in scena dalle due Ducati alla penultima curva, quando una scellerata e alquanto maldestra mossa del rampante – o rompente? – Iannone ha tolto dalla gara le due rosse (e bianche) a due ruote, insieme ad un secondo ed un terzo posto sicuri. Punti per la squadra, pesantissimi, che se ne vanno, per una mossa azzardata, insensata, visto che si era alla penultima curva della seconda gara di un campionato lunghissimo, con tutto il tempo quindi per rifarsi sui risultati del compagno di casacca. Spero che Ducati prenda seri provvedimenti nei confronti del pilota di Vasto: la spregiudicatezza e le mire di un pilota – peraltro ormai di grande esperienza visto il numero elevatissimo di gare affrontate e di cilindrate cavalcate – non può e non deve mai mettere in secondo piano l’interesse del team ad ottenere un risultato come quello che stavano per portare a casa i due ducatisti.

E’ vero, le pressioni nella squadra italiana verso i propri piloti sono altissime in questo periodo: da Stoner onnipresente ai box, alla voci, sempre più insistenti, di un mega-ingaggio offerto a Lorenzo per correre in Ducati dall’anno prossimo.

Ma tu, caro Iannone, va bene la foga della competizione, devi avere chiuso proprio la vena, il defluire del sangue per aver tentato quel sorpasso che, era evidente, non eri in grado di compiere perché troppo lontano dal tuo compagno che, onestamente, spesso vive periodi di letargia ma che stavolta meritamente si trovava in seconda posizione, davanti a te.

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I due compagni Ducati ufficiale uniti per la causa. E’ durata solo 10 minuti.

Devi fare mea culpa, Iannone Andrea, per un finale di stagione 2015 nel quale hai visto ben poche volte la bandiera a scacchi, per una carriera con la quale potevi ambire a grandi traguardi; in fondo, eri tu l’unico che riusciva, nelle categorie inferiori, a lottare spesso ad armi pari con Marquez Marc…solo che lui ha vinto due mondiali e continua a salire sul gradino più alto del podio mentre tu, purtroppo, sei intento a tirare giù gli incolpevoli compagni di squadra, insieme a te stesso.

Credo che uno dei messaggi peggiori che possa veicolare lo sport motoristico sia proprio quello delle lotte fratricide tra compagni: fanno sempre male all’immagine di almeno uno dei contendenti (in questo caso Iannone ma a me viene ancora in mente il mondiale di Capirex del 1998) e soprattutto trasmettono l’idea di una disorganizzazione intestina, di un team che se non è in grado di gestire gli animi e le mire dei propri piloti figuriamoci se può vincere un mondiale (o solo delle gare)! E soprattutto – soprattutto – tolgono sacrosanti punti, che nello sport moderno significano “soldi”. Al netto del finale polemico della stagione MotoGP 2015, ricordo con antipatia il muro che tirarono su nel 2010 in Yamaha per dividere i box di Rossi e Lorenzo (che a mio modo di vedere fu la parte manifesta di una lotta di potere interno che portò alla fuoriuscita da Yamaha di Valentino…e non solo la sua); non mi piacque nemmeno, nel 2007, il teatrino messo in scena dal duo Alonso-Hamilton in Mclaren (dove un bi-campione del mondo voluto ed inseguito ad un certo punto della stagione fu preferito al deb allevato in casa). Ho citato alcuni degli episodi più noti (e recenti), ma potremmo spingerci sino al dualismo più famoso della coppia Prost-Senna (sempre Mclaren, sempre Ron Dennis).

Ricapitolando, se ancora non si era capito, pollicione verso a Iannone e tirata di orecchie a Ducati Team che non è stata in grado di acquietare una rivalità tra team mate che a più riprese, già l’anno scorso, si era palesata ed è continuata, non manifestamente ma strisciante, fino all’episodio (tragico, tragicomico forse) di domenica. Un pensiero anche per il Dovi che è un ragazzo educato ma, diciamocela tutta, porco cane, stavolta ci stava anche che si incazzasse in mondo visione. Non l’ha fatto, ci sta, non ci sta: per me rimandato a settembre anche lui, va là.

Di tutto ciò ne ha goduto il buon Valentino, che ha però poco da ridere con quel Marquez in palla così…

by Andrea

Pubblicato da babelblog

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