Invincibili lo siamo o pensiamo solo di esserlo

E’ una domanda che mi gira per la testa da un anno: Invincibili lo siamo o pensiamo solo di esserlo? 

Ve lo siete mai chiesto? Io si ed anche parecchie volte ormai. La convinzione dell’uomo è quella di Esserlo! Siamo nati per esser forti, per non crollare mai, per vivere le emozioni ma senza lasciar intaccare cuore e mente da esse, affrontiamo i lutti e le malattie con la certezza che ce la faremo, perché l’uomo ce la fa sempre! Eppure io ho una visione diversa di questa invincibilità, secondo me siamo capaci di romperci in 1000 pezzi ma di ricomporci sempre, questa secondo me è la nostra forza più grande. L’uomo nasce piangendo se ci pensate, ed è piangendo che esprimiamo tutta la nostra gioia o la più estrema sofferenza. Si piange per felicità davanti ad un evento inaspettato che ci ha fatto sorridere il cuore e ci distruggiamo dalle lacrime per un amore finito o per una persona cara persa per sempre.

E poi il per sempre, ah questa fregatura immane, noi non siamo nati per il per sempre, ce lo costruiamo in testa, ci prefiggiamo sogni che dovrebbero portarci a vivere il “sempre felici e contenti” ma sappiamo bene che vi è la morte a metter fine a tutto questo. Le favole da bambini se ci pensate non evitano mai questo argomento, principesse senza famiglia, bambini abbandonati nella giungla o nei boschi incantati. Siamo noi che crescendo costruiamo tabù dei quali abbiamo paura, ed uno di questi è proprio la morte, il non esser arrivato ad avere una vita come volevamo prima che accada. So che è sciocco per molti parlarne ma se lo si comprende la vita poi ha un altro sapore. 

Invincibili lo siamo o pensiamo solo di esserlo
Invincibili lo siamo o pensiamo solo di esserlo?

Perché invincibili lo siamo o pensiamo solo di esserlo? 

Viviamo in un mondo fatto di orari, di programmi, di strategie, di lavoro. In tutta la nostra vita siamo dettati da: l’orario del bus per andare a scuola, l’orario del volo da prendere per le vacanze, devo essere in ufficio alle 8.00 ma ancora non basta. Abbiamo orari per tutto, per vedere un programma in tv anche se ormai ci han venduto la svolta dell’on demand, abbiamo un’orario per vedere gli amici o la famiglia perché anche loro non credete sono messi nelle nostre stesse condizioni. Bisogna far combaciare i tuoi impegni con i loro per passare qualche ora insieme. Eh beh si qualche ora, contiamo anche il tempo che passiamo con loro perché sono ore belle ma sono ore comunque, la lancetta fa sempre tic toc su quel maledetto orario.

E poi il Covid che ha immobilizzato tutto il Mondo, ci ha fatto capire o no che invincibili come credevamo non lo siamo mai stati? Se ci pensate le guerre, la fame, i giochi di potere dei governi, non sono anche questi segni che l’uomo non è affatto invincibile? Possiamo essere forti, questo si, anzi conosco persone che per la loro forza d’animo hanno superato grandi ostacoli nella propria vita, possiamo essere molte cose ma di sicuro non mi sento di dire che siamo infallibili. 

In quest’ottica mondiale purtroppo non si è fatto i conti con i più deboli, con quei milioni e milioni di individui che non hanno istruzione, che non sanno minimamente cosa stia affrontando il Mondo lontano dalle loro piccole abitazioni, che non hanno capito che si può morire per un virus che non vedi ma che è letale. Nessuno ha spiegato loro che i Grandi del Mondo si stanno piegando e spezzando, economicamente e non solo, a questo “male del 2020” ma che è ancora fra noi nel 2021. Non sanno che se non vedono più i “turisti” è perché i confini degli stati sono chiusi e che la vita sta cambiando per tutti su questa Terra.

Non so dove volessi andare a parare con questo testo, forse era solo uno sfogo mattiniero, forse avevo solo bisogno di scrivere qualcosa visto che mi sento completamente bloccata in questa situazione. Forse perché non siamo invincibili come pensavamo non riusciamo ancora a venirne fuori. Mio padre in questo periodo dimostra ancora la sua immane pazienza, la mia invece è agli sgoccioli ma come sempre è cosa nota. Non reggo le catene, non reggo le costrizioni, non reggo gli orari e le cose che “dobbiamo fare” perché anche questo è vivere. Lavorare per vivere o vivere per lavorare? Ci si potrebbe tranquillamente scrivere un libro come molti hanno già fatto. Ognuno convinto delle sue carte buone da giocare.

Invincibili lo siamo o pensiamo solo di esserlo?

Stamattina però la canzone di Jovanotti mi risuona nelle orecchie, con quel suo

Benedetto ritardo che ci ha fatto incontrare
Il giorno in cui avrei dovuto essere puntuale
Loro aspettano ancora ma io ho cambiato programma
Da quando nella vita ci sei tu

perché è da un ritardo ad un appuntamento che può nascere altro, è da un lasciar andare delle situazioni se altre sono quelle che ci rendono felici. E come lui concludo con un “vorrei che questa pagina tornasse bianca” perché ognuno di voi dovrebbe scrivere la propria pagina, il proprio pensiero, le proprie emozioni perché le stiamo trattenendo da troppo tempo dentro di noi. Stiamo vivendo una vita in stand by perché non abbiamo alternativa al momento, ce la facciamo andar bene così perché questo è, perché nulla si può fare o non è così? Ognuno di noi può fare la sua parte e si spera che gli altri facciano la propria così da poter tornare presto a quel che chiamiamo Vita! 

Punto.

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