Nascita e declino dell’arte serica a Lucca

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L’arte della lavorazione della seta ha origini antichissime. Si dice sia stata importata a Lucca da famiglie ebree emigrate dall’Italia del Sud attorno all’anno 1000. Grazie all’abilità dei suoi artigiani Lucca riesce ad avere il primato su tutto il resto dell’Europa e diventa capitale della lavorazione serica; aiutata, oltre che dalla qualità dei manufatti, anche dal fatto che gli scambi commerciali erano facilitati dalla vicinanza con la via Francigena e dal traffico di pellegrini che arrivavano per venerare il Volto Santo.

Lucca mantiene l’egemonia nel mercato della seta raggiungendo l’apice del successo tra il XII e il XIII secolo, riuscendo a custodire gelosamente i segreti della lavorazione serica ai suoi rivali e mantenendo altissimo il livello qualitativo dei manufatti. Stipulando dei trattati di commercio con Genova (1153) e Modena (1182) si assicura il via libera per lo sviluppo dei commerci e partecipando alle più importanti fiere d’Europa, dalle Fiandre alla Francia, amplia sempre di più la rete dei suoi acquirenti.

250px-56-aspetti_di_vita_quotidiana,abbigliamento_in_seta,TaccuinoIl filo di seta greggio veniva importato dall’Oriente ma tutta la lavorazione dei tessuti si svolgeva a Lucca. Il mercante rimaneva sempre il proprietario del prodotto ma affidava la realizzazione dei manufatti serici ad esperti artigiani. Non esisteva una fabbrica per la produzione, ogni passaggio era svolto dagli artigiani in casa propria o nelle botteghe. Il primo passaggio, lo sbiancamento della seta greggia, molto spesso veniva fatto in campagna perché, per candeggiare il tessuto, utilizzavano l’urina dei cavalli e l’odore sgradevole di certo non avrebbe fatto piacere all’interno della città. La fase successiva era la tintura. I tessuti venivano colorati con prodotti di origine vegetale o animale. Questo procedimento veniva svolto in città, nell’odierna via dei Fossi, proprio perché si aveva bisogno di molta acqua per riempire i pentoloni dove venivano messi i tessuti a colorare e per sciacquarli successivamente con acqua corrente. Dopo aver fatto asciugare i tessuti, la seta doveva essere filata nelle varie filande, che si trovavano maggiormente nella zona di San Pietro e Somaldi.

Tutti questi artigiani dovevano sottostare alle leggi della Corte dei Mercanti, la quale si occupava anche di IMG-20160303-WA0020controllare che il marchio di fabbrica lucchese per i tessuti non venisse contraffatto, pena una costosa multa e in alcuni casi addirittura la morte. La loro sede si trovava nella chiesa di San Cristoforo, sulla cui facciata si poteva vedere una croce in ferro (come quella sulla facciata di San Frediano) che rappresentava le misure stabilite dalla corte dei Mercanti per tutti i pettini dei telai degli artigiani.

Anche le decorazioni dei panni di seta seguivano le mode, agli inizi della produzione furono i tessuti rossi a rendere famosa Lucca, con i loro disegni di animali esotici, grifoni, leoni e aquile all’interno di un’ovale mentre in seguito a questi animali viene aggiunto un disegno con fiori o foglie, utilizzando la tecnica del Battiloro, foglie d’oro battuto su una membrana di budella di bue e poi filato su un grosso filo.

Ma ecco che a mutare questo clima di prosperità arrivano le prime lotte intestine tra la ricca classe dei mercanti e quella più povera degli artigiani e del popolo. A trarne vantaggio saranno le città rivali, soprattutto Pisa, che nel 1314 conquista la città di Lucca grazie al suo condottiero Uguccione delle Faggiola, e segnerà l’inizio del declino del commercio e della produzione serica in città.

I commercianti e gli artigiani scappano e cercano la salvezza in altre città portando con loro i segreti della lavorazione, che fino ad allora avevano custodito gelosamente, a Milano, Venezia, Firenze e nel resto d’Europa. Mentre, gli artisti rimasti a Lucca, cercano di resistere e di mantenere il primato sulla produzione estera delle sete. Dopo la riacquistata libertà nel 1372 si cerca di risollevare l’economia locale e il commercio con nuove leggi emanate dalla Corte dei Mercanti. Addirittura nel 1435 si cerca di produrre la materia prima localmente, importando a Lucca il baco da seta, ma il prodotto che viene creato non è all’altezza di quello proveniente dall’Oriente. Durante la sua signoria, Paolo Guinigi (1400-1430), prova a far rinascere l’arte della seta ma con scarsi risultati, anche perché i prodotti creati a Lucca non si confacevano con le nuove mode che preferivano decorazioni e stoffe più leggere. Inoltre la concorrenza è sempre maggiore, città come Firenze e Venezia si avvalgono dei più famosi artisti del tempo, come Botticelli e Pollaiolo, per elaborare nuovi cartoni per le decorazioni, mentre Lucca non riesce ad aggiornarsi al gusto del tempo.

telaioIn città i telai diminuiscono e molti negozi chiudono, le famiglie più ricche non investono più nel commercio della seta per paura di un fallimento, le strade commerciali in tutta Europa vengono modificate e sempre più stati hanno una produzione locale di tessuti. Documenti attestano che nel 1767 ci sono solo 300 telai e 15 negozi a Lucca. Le nuove stoffe diffuse sul mercato come rasi, saie e veli non hanno bisogno delle abilità e dell’esperienza che hanno per secoli contraddistinto gli artigiani e gli artisti della seta.

Oggi è possibile ammirare gli strumenti medievali per la realizzazione della seta e una collezione di tessuti prodotti tra il XV e XX secolo a Palazzo Mansi, sfortunatamente i meravigliosi manufatti precedenti, che hanno reso Lucca la capitale della seta, non si trovano più in città ma sono sparsi in tutta Europa.

palazzo mansi

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