Federico II di Svevia

FEDERICO II, LO “STUPOR MUNDI”
Foto tratta dalla pagina Facebook: “Napoli nei particolari”

«D’ora in avanti non vestirete più l’abito della clausura e cesserete di chiamarvi suor Maria Veronica.

Per volere del re, tornerete a essere sua altezza reale, la principessa Costanza d’Altavilla, futura erede al trono dei normanni.»

𝘚𝘶𝘰𝘳 𝘔𝘢𝘳𝘪𝘢 𝘝𝘦𝘳𝘰𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘪𝘮𝘱𝘢𝘭𝘭𝘪𝘥𝘪̀, p𝘦𝘳 𝘶𝘯 𝘪𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦, 𝘪𝘭 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰̀ 𝘥𝘪 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰.
Palermo 1185.
𝗖𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱’𝗔𝗹𝘁𝗮𝘃𝗶𝗹𝗹𝗮, ultima erede della dinastia normanna che guida il Regno di Sicilia, è costretta a rinnegare i voti monacali per assurgere al trono degli Altavilla e sposare Enrico di Svevia, figlio dell’imperatore Federico Barbarossa.
Un matrimonio dettato dalla ragion di Stato che dovrà essere coronato dal concepimento di un erede al trono.
Enrico, però, si rivela un uomo gretto, rozzo, autoritario, in lui la bella e fragile Costanza trova un nemico dal quale guardarsi, e non è il solo.
Quando finalmente il figlio tanto agognato vede la luce, la madre deve fare appello a tutto il suo coraggio per difenderlo dalle innumerevoli insidie che ne minacciano la sopravvivenza.
L’amore materno le suggerisce la strada ma la morte prematura la costringe ad abbandonare il figlio di appena tre anni alla mercé degli innumerevoli nemici, come un agnello fra i lupi.
Eppure il piccolo Federico riesce a sopravvivere, fra mille pericoli ed espedienti.
Fino a quando, divenuto ragazzino, non è in grado egli stesso di sbarazzarsi dei suoi implacabili nemici.
Conosciuto con l’appellativo stupor mundi (“meraviglia o stupore del mondo”), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l’attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male.
Il carisma di Federico II è stato tale che all’indomani della sua morte, avvenuta a Fiorentino di Puglia (Torremaggiore), il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV citava tali parole: «Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l’asilo della pace».
A lui è dovuta la nascita dell’università di Napoli, il 5 giugno 1224, inviò da Siracusa una “generalis lictera” con la quale designò come sede dello “Studium generale” del regno la città partenopea.
«Federico, per grazia di Dio imperatore dei Romani […] a tutti i fedeli del Regno di Sicilia che leggono la presente lettera.
Col favore di Dio, […] desideriamo che in ogni parte del nostro Regno molti diventino savi e accorti attingendo alla fonte delle scienze e a un vivaio di saperi, […]
Disponiamo perciò che nell’amenissima città di Napoli vengano insegnate le arti e coltivati gli studi connessi con ogni professione, così che i digiuni e gli affamati di sapere trovino nel nostro Regno di che soddisfare i propri desideri e non siano costretti, per ricercare la conoscenza, a peregrinare e a mendicare in terra straniera.
Le condizioni che offriamo agli studenti sono queste: in primo luogo che nella detta città ci saranno dottori e maestri in ogni facoltà.
Gli studenti, poi, da qualsiasi posto provengano, siano sicuri di soggiornare, stare e tornare non avendo a patire alcun danno tanto nella persona quanto nei propri beni.
I migliori alloggi esistenti nella città saranno dati in affitto agli scolari dietro corresponsione di due once d’oro al massimo, e tale importo non sarà superiore.
Saranno fatti prestiti agli studenti, in base alle loro necessità, da coloro che sono designati a ciò dietro consegna in pegno dei libri, che saranno restituiti provvisoriamente ricevendo la garanzia degli altri studenti.»
(Federico II di Svevia. Siracusa, 5 giugno 1224, XII indizione.)
Oggi con oltre 90 000 studenti (2022) è tra le più grandi università d’Europa.
Il motto dell’Università è “Ad scientiarum haustum et seminarium doctrinarum”, tratto dalla lettera circolare di Federico II di Svevia.
Poiché fu creata per volere stesso dell’imperatore, l’Università di Napoli è considerata in assoluto la prima università laica in Europa di tipo statale (non fondata, cioè, da corporazioni, religiosi, ovvero da associazioni di intellettuali o di studenti, ma in forza di un pubblico provvedimento sovrano).
Tratto da: https://www.facebook.com/Napolicittaunica

Pubblicato da borghicastelli

Giulio D. Broccoli