Cisterne Romane di Fermo

Le Cisterne Romane di Fermo non le avevo mai visitate, ci credete?! Chi mi conosce può benissimo immaginare che sia la verità e Veronica lo può testimoniare, lei c’era stata da piccola io mai. Eppure erano così vicine (7 km da casa mia) e non mi ero mai posta il problema o la curiosità di visitarle. 

Una premessa è doverosa però: la Bea pre-covid 19 non è mai stata molto attenta alle bellezze del proprio territorio, la Marche, cioè io amo questa regione ma non ho mai dedicato tanto tempo per escursioni o visite intorno casa ecco. Ma la Bea post-covid 19 si è adattata a questo periodo ed ne ha fatto tesoro scoprendo quello che di bello la mia regione può offrire sia a noi marchigiani stessi che ai turisti. Perciò a fine settembre approfittando di un pomeriggio “di riposo”, per me e Veronica, approfitto per portarvi con noi alla scoperta delle Cisterne Romane di Fermo.  

Cisterne Romane di Fermo
Cisterne Romane di Fermo

Punto di ritrovo i maxi parcheggi, ve lo consigliamo perché sono gratuiti e da lì trovate sia ascensore che la scala mobile per arrivare comodamente a Piazza del Popolo, una delle piazze più belle della zona sud delle Marche dopo quella di Ascoli Piceno. L’aspetto attuale del Palazzo del Popolo è dovuto al progetto risalente alla prima metà dell’600 con la sua particolare apertura a ventaglio. L’unica loggia centrale ospita la statua in bronzo di Papa Sisto V che è stata realizzata da Accursio Baldi, detto il Sansovino, nel 1588. Qui, proprio sotto la scalinata del Palazzo dei Priori, vi è la biglietteria sia per la visita del Palazzo stesso che delle Cisterne Romane o della Pinacoteca Civica di Fermo. Vi consiglio il biglietto multiplo, se non avete mai visitato nessuno dei tre. Acquistandolo potrete visitare la Sala del Mappamondo che vi sorprenderà e che da sola vale il costo del biglietto. La struttura interna del globo, opera di Filippantonio Morrone è lignea, con un asse in ferro, mentre all’esterno il rivestimento è in carta reale di Fabriano. Il Mappamondo è ritenuto di una grande importanza scientifica. In più troverete anche l’Adorazione dei Pastori del Rubens.   

Palazzo dei Priori sulla destra
Piazza del Popolo di Fermo

Acquistato il biglietto, io e la signorina Veronica, in ritardo e con il fiatone (ops scusa non dovevo scriverlo) seguiamo la guida fino al portone di accesso alle Cisterne Romane. Mascherina e distanze vanno mantenute e purtroppo per noi la visita delle sale sottostanti è limitata perché le cisterne non sono locali molto arieggiati e pertanto han dovuto ridurre la superficie visitabile. Le Cisterne hanno un fascino di antico, costruzioni che l’uomo ha realizzato seguendo le necessità del tempo: serviva acqua, bene, la immagazzinavano come meglio potevano e qui, tra i materiali scelti, la pendenza e la conoscenza di mezzi architettonici questi uomini di un tempo passato ci stupiscono ancora. 

Cisterne Romane di Fermo

La guida, molto preparata, ci spiega che le Cisterne Romane di Fermo sono state costruite in epoca romana appunto, intorno alla fine del I secolo A.C. e poi furono rimaneggiate ampiamente intorno al I e II secolo D.C. 

Le Cisterne Romane di Fermo sono ancora oggi uno dei massimi esempi di architettura idraulica di epoca romana presenti in Italia grazie alle loro dimensioni e stato di conservazione. Composte in tutto da trenta vasche comunicanti tra loro, sono parte del fitto reticolato idrico che distribuiva l’acqua per tutta la città di Fermo partendo dal colle Sabulo, ovvero dal Girfalco

Tenete presente che fino al 1980 il Comune utilizzava ancora alcune vasche per la raccolta dell’acqua per uso cittadino e che solo nel 1984 sono state aperte al pubblico per visitarle in quanto erano state dismesse e quindi rese idonea alla visita. Alcune pareti che erano state costruite in epoche più recenti sono state demolite proprio per riportare le sembianze delle Cisterne Romane al loro antico aspetto. 

Cisterne Romane di Fermo

Ascoltando la guida abbiamo appreso le antiche tecniche costruttive utilizzate: l’opus caementicium delle murature e le tracce dell’intonaco impermeabile detto opus signinum. Le Cisterne non venivano mai riempite più dell’intonaco, che è alto circa 70 cm, in quanto non vi è ricircolo di aria a sufficienza e quindi si temeva che l’acqua potesse ristagnare. Ogni tot di tempo le cisterne poi venivano svuotate completamente e pulite, purtroppo dagli schiavi, in quanto l’acqua proveniente dalla fonte del Girfalco, portava con se detriti e fango che si depositavano poi sul fondo ostacolando lo scorrere dell’acqua stessa. 

l’ingresso delle cisterne

Interessante scoprire che le Cisterne Romane di Fermo furono utilizzate anche in epoca Medievale sempre per la raccolta dell’acqua prima e poi come magazzini. Per un periodo furono utilizzate anche da alcuni frati, trasferitesi a Fermo, per la conserva e la preparazione del vino. Durante le due guerre furono utilizzate dai fermani anche come rifugio per salvarsi dai bombardamenti. 

In ultimo ma che non va dimenticato, l’importanza di Fermo in epoca romana è testimoniato dalle opere che vi sono ancora oggi presenti e che rendono la visita di questa città interessante. Vi sono edifici, chiese e le stesse Cisterne Romane che grazie a questo fitto reticolo di cunicoli, vasche, sistemi di pozzi e fontane rendono l’idea di pregio che vi era al tempo. 

Ringrazio ufficialmente Veronica per le foto e per lo splendido “pomeriggio di riposo” passato insieme! 

La Bea e la Veronica

Dopo “la cultura” come dice saggiamente Veronica arriva il momento dell’aperitivo e quale posto migliore dove portare la mia amichetta che non c’era mai stata?! La scelta è stata facile facile: Gran Caffè Belli! Ci siamo lasciate consigliare per la scelta del calice di vino bianco per non prendere la classica Passerina. L’aperitivo è abbondante e molto variegato: carne e pesce sempre di ottimo gusto. Nel nostro mega piattone che vedete in foto vi erano: pesce spada con aceto balsamico e fichi, olive ascolane ed un panzerottino, parmigiano con miele e radicchio, tris di crostini con salmone, alici marinate e ciauscolo. Insomma la nostra Regione in un piatto direi. Immancabili le patate fritte della nonna, un must della nostra cucina. 

Spero vi capiti di passare in zona e di fermarvi da loro, il panorama dalla terrazza è stupendo e vale un aperitivo vista Conero se siete fortunati come noi ieri o vista mare che non delude mai. 

Gran Caffè Belli a Fermo – il nostro aperitivo

Piccola parentesi: Veronica ormai l’avete conosciuta tramite qualche mio racconto e quindi dovreste avere un’idea delle sue piccole manie. Ieri ha portato, giustamente, le salviette igienizzanti, l’unico problema però è che ha igienizzato mezza Fermo con il suo fare “devo far star tranquillo tuo padre e mia madre che non tocchiamo nulla di non pulito!” Beh stella mia adorata di sicuro non lo abbiamo fatto!!! Ah e comunque cara la mia signorina se dici che la macchina è a destra ed io sto andando a destra non puoi poi girare a sinistra e metterti anche a ridere perchè stavo andando dalla parte da te indicata ahahah te possino ahahha

Il Conero in lontananza ed il Mar Adriatico

Vi invito come sempre a farmi sapere se anche voi avete visitato le Cisterne Romane di Fermo o se avete intenzione di farlo. Se siete appassionati di “città sotterranee” vi lascio il link per la visita delle Grotte di Camerano, anche in questo caso un’esperienza molto interessante per scoprire la storia e le bellezze del nostro territorio italiano. 

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Arrivederci al prossimo viaggio!