Le mura di Lucca: l’identità di una città

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Da sempre la rendono unica al mondo, lasciando il visitatore che vede Lucca per la prima volta a bocca aperta. Naturalmente stiamo parlando delle stupende mura cinquecentesche, il simbolo indiscusso della città!

Ma, quelle che vediamo oggi, non sono state le prime mura nate per la protezione della città. Dobbiamo ringraziare i romani, che fondarono la colonia di Lucca nel 180 a.c., per la nascita della prima cerchia muraria.  Avevano una serie di passaggi standard da seguire per la fondazione delle nuove colonie, che applicarono anche per la costruzione della città di “Luca”. Dopo la bonifica del territorio e la centuriazione costruirono le mura, ben diverse, come potete immaginare, da quelle che vediamo oggi sia per grandezza che per tecniche costruttive. Fortunatamente in città ne è ancora visibile un tratto, riuscito a passare indenne attraverso i secoli perché divenne un muro portante della piccola chiesa di Santa Maria della Rosa. È stato molto utile per capire il materiale che veniva utilizzato nelle nostre zone e il primitivo percorso seguito dalla cerchia. Sappiamo che erano alte circa sette metri e larghe 250 cm, il loro perimetro raggiungeva i 2500 metri ed era delimitato a sud da Corso Garibaldi, a nord da via San Giorgio, a ovest da Via Galli Tassi e via della Cittadella, a est da via della Rosa e via Dell’Angelo Custode. È interessante vedere come il lato nord, al cui esterno si trovava l’anfiteatro, abbia una forma curvilinea; si dice infatti che li passasse un ramo dell’antico fiume Serchio, in passato diviso in due rami: l’Auser e l’Auserculus, e che questo abbia costretto i romani ad adattare il perimetro delle mura al suo percorso.

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Il materiale principale per la costruzione era il calcare travertinoso di provenienza locale e alcune volte l’arenaria. La tecnica utilizzata era l’opus quadratum, cioè conci rettangolari squadrati disposti per testa o per taglio sovrapposti a secco, senza l’utilizzo di malte per cementare i blocchi.

Ad ogni lato della cerchia muraria si trovava una porta per l’accesso in città, queste porte erano in corrispondenza dei due assi viari principali (il cardo maximus e il decumano maximus) che attraversavano la città e si univano nel suo centro in cui si trovava il foro, oggi identificabile con Piazza San Michele, chiamata anche per questo motivo San Michele in Foro.

Le mura romane resistettero, anche se non più in ottimo stato, fino a quasi il X secolo. Come per altre costruzioni fatte dai romani, vennero riutilizzate nel medioevo come cava per il materiale o riadattate alla nuova Lucca che si stava espandendo.

Proprio per l’aumento della popolazione e la nascita di nuovi borghi fuori dalle mura, in cui si concentravano i laboratori artigianali, si rese necessario un rinnovo della cinta muraria come protezione della città. Dalla metà del XII alla metà del XIII secolo si ebbe un ampliamento a est nel borgo di San Gervasio, a nord-est nella zona di San Pietro e Somaldi, a nord nel borgo di San Frediano. In quest’ultimo tratto, che va dal Baluardo di san Frediano a quello di Santa Croce, è possibile ammirare l’unica parte rimasta delle mura medievali ed osservandole salta subito all’occhio la differenza tra queste e quelle rinascimentali.

 

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Le mura persero la loro forma regolare, perché venivano costruite là dove sorgevano i nuovi borghi, erano rettilinee e perpendicolari al terreno, fatte con regolari filari di pietra squadrata ed utilizzando la tecnica a sacco, erano alte undici o dodici metri e spesse due o tre, con delle semitorri a protezione di ogni tratto di mura e agli angoli, mentre nella parte interna avevano un camminamento sostenuto da archi pensili che percorreva tutto il perimetro e su cui stavano le guardie.

Anche nel medioevo le porte di accesso alla città erano quattro: Porta San Pietro a sud, Porta San Donato a ovest, Porta di Borgo a nord-est, Porta San Gervasio ad est, solo con l’aumento della popolazione si crearono altri quattro ingressi: San Bartolomeo in Silice, San Quirico, il Ferraio e un’altra porta del Borgo. Di tutti questi accessi alla città due sono praticabili tutt’oggi: Porta dei Borghi e Porta San Gervasio. Le porte erano ad un solo fornice e con ai lati delle possenti torri sporgenti rispetto all’ingresso. Come la maggior parte delle città medievali anche Lucca era circondata da un profondo fossato per difendersi meglio dagli eventuali attacchi nemici.mura varie fasi

Le mura medievali furono progressivamente smantellate nel corso del XVI-XVII secolo ed utilizzate come materiale di recupero per la costruzione di nuove strutture.

Durante il XVI secolo la crescente rivalità con Firenze, i cambiamenti nelle tecniche di combattimento ma soprattutto l’invenzione della polvere da sparo, resero necessario un completo rinnovamento della cinta muraria che altrimenti non avrebbe mai retto ad un attacco nemico.

Si decise quindi di iniziare una colossale opera che richiese molti sacrifici ai cittadini lucchesi, tutti dovettero pagare una tassa per la costruzione delle nuove mura, che vennero a costare 955.000 scudi.

La costruzione iniziò nel 1504 con la costituzione dell’Offizio sopra le mura, un comitato formato da sei membri provenienti dalle famiglie più influenti di Lucca che coordinava i lavori e ne documentava lo svolgimento e i progressi.

Ma la data diventata ufficiale e ricordata da tutti per l’inizio dei lavori è il 1513.

In questo anno venne realizzata la “tagliata”. Lo spazio attorno alle mura, fino ai 1700 metri, venne ripulito da ogni edificio, borgo, chiesa (come quella di San Donato), orto, bosco o albero che avesse potuto ostacolare la visuale o fornire riparo ai nemici. Nel 1544 iniziarono i lavori effettivi della costruzione delle mura. Una lista infinita di architetti e ingegneri militari si susseguirono nella progettazione delle possenti mura. Il primo fu Jacopo Seghizzi da Modena, che vi lavorò solo dal 1544 al 1546, intervenendo nella zona tra il Baluardo della Libertà e di San Colombano. E in questo periodo anche Vincenzo Civitali lavorò a diverse parti della cinta.

Nel 1560 inizia una nuova fase grazie ai progetti dell’architetto Francesco Paciotti da Urbino. Al fianco della Porta San Pietro, viene costruito da Alessandro Resta il baluardo di Santa Maria, differente da tutti gli altri perché ‘a musone’, cioè con i fianchi quadrati, mentre tutti gli altri baluardi avranno la forma ‘ad orecchione’, ad eccezione fatta per la piattaforma rettangolare di San Frediano opera di Baldassarre Lanci.

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Oltre ad architetti italiani,  nel 1589, i lucchesi chiesero consiglio ad Alessandro Farnese di Fiandra e fecero arrivare architetti fiamminghi, in quel periodo i migliori nella realizzazione di fortificazioni.

Tra il 1575 e il 1600 i lavori proseguirono e le nuove mura cominciarono a crescere.

Solo un piccolo imprevisto si verificò nel 1590 nella parte ovest, dove l’architetto Ginese Bresciani realizzò una porta (visibile ancora oggi nel Piazzale Verdi), poi abbandonata a causa di una modifica al progetto che prevedeva l’avanzamento del Baluardo di San Donato e quindi la costruzione di un nuovo ingresso.

Dal 1625 al 1636 gli architetti in carica furono Matteo e Muzio Oddi che terminarono la parte ovest e la costruzione dell’attuale porta di San Donato.

Fino ad arrivare agli ultimi lavori esterni eseguiti da Paolo Liparelli e al fatidico anno, il 1650, in cui terminarono definitivamente i lavori.

Le mura avevano finalmente acquistato la loro forma possente: con undici baluardi con altrettante casermette, dodici cortine a terrapieno, alte dodici metri e con la base larga trenta, lunghe più di quattro chilometri, passaggi sotterranei, alberi sulla sommità che sarebbero serviti in caso di assedio per fornire il legname, le tre porte principali di San Pietro, Santa Maria e San Donato. Mentre le altre porte che abbiamo oggi furono fatte in epoche differenti: Porta Elisa nel 1811 da Elisa Baciocchi, Porta San Jacopo nel 1930 e Porta Sant’Anna.

Fortunatamente le mura non dovettero mai proteggere la città da attacchi nemici, ma la protessero egregiamente durante l’alluvione del 1812 che fece straripare il Serchio. I cittadini chiusero le porte e la città all’interno fu salva. Si dice che Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, si sia fatta issare con una carrucola per oltrepassare le mura.

Dobbiamo invece ringraziare Maria Luisa di Borbone per la splendida passeggiata che si trova sulla sommità. Fu lei che convertì l’uso difensivo delle mura a grande parco per i cittadini.

Ancora oggi, come in passato, le mura sono un simbolo d’identità per i lucchesi, tanto da distinguersi tra abitanti di Lucca dentro e abitanti di Lucca fuori. Dopo tanti sacrifici i cittadini possono finalmente godersi questo particolare parco e tutte le manifestazioni che ogni anno si svolgono e attraggono moltissimi visitatori.

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