Antiche botteghe e mestieri d’arte a Pistoia. Let’s work artisans!

Attraversando Piazza della Sala, nel cuore di Pistoia e percorrendo gli stretti vicoli che si diramano in ogni direzione, si ha l’impressione di trovarsi nel pieno Medioevo. Piazza della Sala costituisce l’antico nucleo della città composto di viuzze e piazzette che ospitano una grande varietà di botteghe che vendono svariati generi di prodotti: dall’abbigliamento, al rame sbalzato a mano a prodotti alimentari tipici di alta qualità. Alzando lo sguardo sopra questa piccola piazza si vedono scorci del Battistero e del campanile che, per strani giochi di prospettiva, sembrano attaccati alle case.

La suggestiva piazza della Sala prende il nome da un termine longobardo che significa Corte Regia. Infatti, nel VIII secolo vi si trovava il Palazzo del Gestaldo, cioè colui che deteneva il governo della città in rappresentanza del re. Oggi non rimane alcuna traccia di questo edificio, ma l’importanza di questo luogo si conserva nella denominazione del Battistero poco distante, che è detto in Corte proprio perché si trova in prossimità di quella che un tempo era la curtis domini regis. In età comunale (XI-XIII) il centro del potere amministrativo e politico della città, conseguentemente alla costruzione del Palazzo degli Anziani, si spostò in Piazza del Duomo e la Sala divenne sede di attività commerciali e produttive, attitudine che ancora oggi conserva. Nacquero così una gran quantità di botteghe artigiane e si sviluppò anche il mercato cittadino di generi alimentari. A testimonianza di queste attività, esiste ancora oggi la curiosa toponomastica dei numerosi vicoli e delle piazze nei dintorni della Sala: via dei Fabbri in cui, fin dal Medioevo si trovavano numerose imprese artigiane specializzate nella lavorazione del ferro e di prodotti come il bisturi usato in chirurgia (il bisturi deve infatti il suo nome ai fabbri pistoiesi, noti fin dall’antichità, per fabbricare simili strumenti chiamati pistorienses gladii), Sdrucciolo dei Cipollini, via del Cacio, che fin dall’antichità era stata destinata ai venditori di formaggio, via di Stracceria, il cui antico nome stracaria  risale all’anno Mille e faceva riferimento alla vendita di merce di bassa qualità e quindi a basso prezzo.

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Alla metà del XV secolo, per questioni di igiene e poiché questo tipo di attività degradava l’ambiente, la Sala venne lastricata e le magistrature della città deliberarono il divieto di macellare la carne all’aperto. Stabilì, inoltre che il pozzo pre-esistente fosse collocato all’esterno in modo da agevolare il sollevamento dell’acqua Nel 1529 un leoncino in pietra arenaria che tiene la zampa sinistra sopra lo stemma a scacchiera della città di Pistoia fu collocato al di sopra dell’architrave del pozzo, per ricordare, attraverso il Marzocco fiorentino, il dominio definitivo di Firenze su Pistoia. Da quel momento il pozzo assunse il nome di Pozzo del Leoncino.

 La lavorazione e la vendita della carne e del pesce si spostò allora in via del Lastrone il cui nome deriva proprio dalla presenza di un lastrone, ovvero una specie di banco coperto da una tettoia, dove si vendeva proprio carne e pesce. Ancora oggi, lungo questa via è possibile trovare l’antico fascino della tradizione nei banchi di pietra sui quali da secoli sono poste le merci, negli sporti in legno, nelle vetrine, nei lampioni e altri antichi complementi per l’illuminazione che contribuiscono a rendere questa piazza unica e affascinante.

Via del Lastrone collega piazza della Sala a via degli Orafi, una delle strade più antiche della città, lungo la quale si trovavano numerose botteghe orafe. Quando in epoca romana la strada consolare Cassia attraversò Pistoia, la via degli Orafi divenne il decumano, ovvero la strada principale orientata secondo la direttrice est-ovest. La strada conduceva poi in direzione di Lucca, ecco perché la porta che vi si trovava all’estremità era chiamata Porta Lucensis. A testimonianza dell’assidua frequentazione di via degli Orafi questa venne chiamata via Taverna, proprio perché vi sorsero un gran numero di taverne dove i viandanti potevano trovare ristoro.

La piccola Piazza contigua alla Sala, chiamata piazza degli Ortaggi perché qui, ancora oggi, ha sede il mercato degli ortaggi, fu realizzata nel 1564. Inizialmente queste piazzetta fu chiamata Sala Nuova e fu ricavata abbattendo alcuni edifici cinquecenteschi. Nello slargo che reca la targa col nome di piazza degli Ortaggi, si trova un rilievo raffigurante una conchiglia, simbolo dei pellegrini che erano soliti sostare in questo punto durante il Cammino di Santiago, di cui Pistoia era tappa fondamentale.

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Nel XVIII secolo si insediò qui la comunità ebraica, tant’è che la piazza fu chiamata anche “il piccolo ghetto di Pistoia”. Attualmente, piazza degli Ortaggi ospita un’opera d’arte contemporanea di un noto artista pistoiese, Roberto Barni, raffigurante un gruppo scultore bronzeo di tre personaggi che, bendati e con la lanterna in mano, si dirigono da un unico centro verso tre direzioni differenti.

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Nonostante che, da un lato, i più antichi e tradizionali negozi non esistano più, dall’altro, le strade del centro storico di Pistoia mantengono un ancor considerevole numero di laboratori artigiani che contribuiscono a mantenere l’immagine identitaria della città capace di attrarre flussi turistici alternativi, interessati alla riscoperta della tradizione e dell’autenticità, in contrapposizione al turismo massivo tipico delle grandi città. Inoltre, oggi la viabilità delle automobili non è consentita nel centro storico, e un gran numero di bar, locali, ristoranti e trattorie sono sorti proprio nel cuore di Pistoia, tra piazza della Sala e piazza degli Ortaggi.