Palazzo Bernardini e la pietra del diavolo

palazzo bernardini lucca

Il Cinquecento fu per Lucca un secolo di grandi cambiamenti, non solo iniziò la costruzione delle mura che vediamo ancora oggi, ma anche all’interno della città sorsero nuove costruzioni come la chiesa di San Paolino, il Palazzo del Podestà, il Palazzo Pubblico ma soprattutto la costruzione di bellissimi palazzi da parte delle famiglie di mercanti che si erano arricchite con i commerci. Molti di questi palazzi sono quelli che vediamo ancora oggi e che hanno conferito al centro città il suo attuale aspetto. Agli edifici medievali si vanno a sostituire i sobri palazzi rinascimentali; costruiti di sana pianta oppure ristrutturando e modificando la struttura di quelli preesistenti, tamponando le aperture ad arco e costruendo nuovi portali e finestre. Anche in questo caso, come fu per la costruzione delle torri nel medioevo, i palazzi non solo servivano da dimora ma dovevano rappresentare l’importanza della famiglia che li possedeva, sempre però rispettando la sobrietà tipica lucchese, senza perdere la doppia funzione di abitazione e luogo per la gestione degli affari.

cortile interno palazzo bernardiniL’architettura dei palazzi cinquecenteschi lucchesi fu influenzata dai canoni architettonici rinascimentali fiorentini; per esempio nei palazzi Gigli, Arnolfini, Cenami, Diodati-Orsetti e in molti altri sparsi per la città possiamo vedere il caratteristico bugnato, i semipilastri, molto spesso un cortile centrale interno aperto e una maggiore attenzione per la simmetria. A Lucca i principali realizzatori di questo tipo di edifici saranno i Civitali, in particolar modo Nicolao.

Fu proprio Nicolao che progettò Palazzo Bernardini, costruito tra il 1517 e il 1523, per Martino Bernardini. Fu un importante cittadino promotore della Riforma martiniana che concentrava tutto il potere nelle mani del patriziato lucchese, impose che a Lucca non potessero aspirare alle cariche della repubblica i figli di discendenti stranieri e del contado, eccezione fatta per coloro a cui fosse stata concessa la cittadinanza e le famiglie del contado i cui membri avessero già rivestito cariche pubbliche.

Per il palazzo Bernardini Nicolao si ispira al più famoso Palazzo Rucellai di Firenze, progettato da Leon Battista Alberti e realizzato tra il 1446 e il 1451.

Nel piano terra della facciata vediamo la lavorazione a bugnato liscio scandita da lesene con un bugnato più accentuato come quello del portale. Verso la fine del ‘700 il palazzo venne modificato con l’aggiunta delle due ali laterali, che si distinguono per la mancanza delle caratteristiche panche di via e di alcune differenze stilistiche. Le finestre in origine bifore, furono modificate ed assunsero l’aspetto cinquecentesco odierno. Anche gli interni subirono varie modifiche: i soffitti a cassettoni vennero ricoperti da volte in muratura, il primo piano destinato alle feste venne aggiornato alla moda del tempo con le decorazioni pittoriche dei soffitti. Nel 1785 i Bernardini demolirono gli edifici antistanti il palazzo e così nacque l’odierna piazza.

salone ingresso palazzo bernardini

 

Nei secoli successivi l’elegante palazzo divenne sede dell’Associazione degli Industriali Lucchesi e lo è ancora oggi. Durante la seconda guerra mondiale l’associazione venne cacciata dal comando tedesco e durante i periodi finali del combattimento il palazzo subì gravi danni. L’associazione rientrò in possesso della sua sede solo nel maggio del 1945, subito iniziarono i lavori di restauro che ci restituirono uno dei più bei palazzi storici lucchesi.

LA LEGGENDA

IMG-20160420-WA0017Osservando la facciata del palazzo si nota un particolare insolito: una pietra inclinata parte dello stipite di una finestra. Leggenda vuole che il nobile Martino Bernardini decise di costruire il suo bel palazzo proprio dove si trovava una sacra immagine della Madonna. In molti gli consigliarono di modificare il suo progetto o almeno di inserire la sacra immagine nel suo palazzo. Il diavolo decise di intervenire e convinse il povero Martino ad eliminare la figura della Madonna.

Terminati i lavori di costruzione ci si accorse che lo stipite di una finestra non rimaneva fermo al suo posto, la pietra infatti, anche dopo molti tentativi di riposizionamento, continuava ad inclinarsi. In molti provarono a porvi rimedio per cancellare quell’azione diabolica, ma non vi riuscirono. La pietra rimase inclinata al suo posto nel corso dei secoli, ricordando alle generazioni successive di come il diavolo tentatore riuscì ad ingannare il potente Martino Bernardini.

 

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