Migranti italiani all’estero: come si comportano?

Si parla tanto dei migranti che arrivano in Italia per delinquere: ma come si comportano e che reputazione hanno i migranti italiani di oggi?

Di Diario di Tenerife

Negli ultimi due anni, con l’aumento esponenziale degli sbarchi, l’operazione Mare Nostrum e l’aumento del degrado, dell’insicurezza e dei reati nelle città italiane, l’immigrazione è un argomento molto dibattuto sui social italiani. E negare che l’immigrazione nell’ex belpaese è gestita in modo pessimo sarebbe folle. Terreno fertile per la Lega Nord, che quando governava – e ha governato per 3 legislature, non per pochi mesi – evidentemente non ha fatto molto bene, se ci troviamo in queste condizioni. A livello di immigrazione e sicurezza, ma anche sotto tutti gli altri punti di vista.

Tralasciando la schermaglia politica, che non mi interessa, quando qualcuno ricorda agli italiani che storicamente siamo un paese di migranti – e siamo tornati ad esserlo a tutti gli effetti, i numeri parlano chiaro e non sono opinabilic’è sempre chi risponde pressappoco così: “A noi italiani in USA, in Sud America, non ci offrivano vitto e alloggio, i nostri connazionali lavoravano e rigavano dritto”. Sicuramente la gestione dei flussi migratori da parte degli USA negli anni ’20 era più rigorosa di quella italiana odierna: era prevista la quarantena per chi sospettabile di avere malattie, e c’erano delle regole da rispettare.

Ma più che il comportamento dei migranti, era diverso l’atteggiamento degli Stati che li ricevevano. Sicuramente nessun italiano aveva la possibilità di lamentarsi perché l’alloggio non era di suo gradimento. 

Ma altrettanto certamente, abbiamo esportato anche mafia e manovalanza per la criminalità: basti pensare alla nomea che si era guadagnato il Bronx di New York. Solo che se venivano pizzicati dalla polizia, finivano in prigione: fermo restando che anche all’epoca dilagava la corruzione, e c’era chi poteva delinquere relativamente tranquillo, avendo a libro paga i poliziotti.

Gli italiani che cercavano fortuna in Sud America, in Australia, negli States, ma anche in Europa, partivano con una valigia di cartone e con tanti sogni di gloria, in modo più simile a quello che avviene oggi con i migranti africani di quanto si possa pensare.

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Ma senza scomodare il 1920: come si comportano gli italiani che emigrano oggi, specialmente nei luoghi dove la presenza di connazionali è forte come alle Canarie? Dove vivono più di 22.000 italiani, dei quali poco meno della metà concentrati nei sei comuni del Sud di Tenerife?

Come si comportano i migranti italiani? Che reputazione hanno?

Senza generalizzare, cosa che è sempre sbagliata, possiamo affermare che una discreta percentuale dei migranti italiani non è certo il “modello di immigrato” che un paese vorrebbe ricevere. 

Tra chi “scappa” dall’Italia ci sono persone di tutti i tipi, con storie e origini profondamente diverse. C’è chi ha soldi da investire, e decide di espatriare a causa dell’insostenibilità della pressione fiscale italica. Ci sono i pensionati che cercano tranquillità e un costo della vita inferiore, che permetta loro di vivere dignitosamente. Ci sono giovani che cercano un lavoro e che desiderano farsi un’esperienza di vita all’estero. E ci sono anche tante persone che cambiano aria perché in Italia hanno accumulato situazioni debitorie, o comunque provengono da situazioni difficili.

C’è chi crede di trasferirsi per fare facilmente la bella vita…

Persone talvolta con poca voglia di lavorare, che credono di andare a Tenerife a lavoricchiare qualche ora al giorno e passare le giornate in riva al mare. Ovviamente, una volta sul posto, si scontrano con una realtà ben diversa. E quando le difficoltà economiche iniziano a mordere, per “sopravvivere” si inventano qualche espediente. C’è chi mette su un business per “aiutare” i connazionali che vogliono trasferirsi; chi si mette a spacciare droga, e chi commette altri reati. Ovviamente si tratta di una esigua minoranza della comunità italiana, ma probabilmente la % di “italiani delinquenti” o “tendenti al delinquente” è più alta rispetto alla media in patria. Se in Italia – ad esempio – delinque un italiano su venti, tra gli italiani all’estero la percentuale è sensibilmente più alta, pur essendo largamente minoritaria.

Alcune testimonianze dai gruppi dei migranti italiani alle Canarie

Di seguito riporto alcuni post ripresi da gruppi degli italiani che vivono alle Canarie, che possono aiutare a farsi un’idea di come si comportano certi connazionali all’estero: una minoranza che getta discredito e alimenta diffidenza verso la comunità italiana. 

I post presi in esame sono stati pubblicati tutti negli ultimi giorni. Nei gruppi frequentati da connazionali che vivono all’estero (non solo alla Canarie, ovviamente) se ne legge di tutti i colori. Per capire qual è la situazione, basti pensare che il consiglio più diffuso che viene dato ai nuovi arrivati che si trasferiscono alle Canarie (ma questo avviene anche a Londra, Malta, Australia e un po’ ovunque dove i connazionali sono numerosi) è quello di “fare attenzione agli italiani”… si, proprio così. Italiani che diffidano altri italiani dal fidarsi degli italiani. E spesso c’è da diffidare, in primis, da chi dispensa questo consiglio, che in ogni caso è assolutamente valido, come abbiamo illustrato a lungo in questo articolo.

(PS: non violiamo la privacy di nessuno, essendo commenti postati su gruppi “pubblici” visibili a tutti, iscritti e non)

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fonte: “Italiani a Tenerife” – post del 11/05/2015 ore 23:00 circa

 

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fonte: “Italiani alla Canarie” 8 Maggio

La maggioranza delle infrazioni commesse da italiani sono comunque “reati minori”, o scorrettezze: le più comuni sono: non pagare l’affitto o lasciare altri debiti; non pagare lavori ad altre aziende; piccolo spaccio di droghe; piccole truffe o raggiri a danno di altri connazionali, e più raramente (anche vista la diffidenza) di persone locali.

Dalle piccole truffe a episodi gravi

Ma talvolta accadono anche episodi più gravi, come quello che è stato ampiamente dibattuto solo pochi giorni fa su tutti i gruppi italo-canari: non sono disponibili nagscreen in quanto i post sono stati cancellati dai gruppi. Una famiglia di imprenditori italiani raccontava un episodio davvero brutto, che coinvolge alcuni connazionali, che gestiscono un’attività similare. Dei “concorrenti”, insomma. Una storia iniziata con diffamazioni e le calunnie, e che è arrivata, addirittura, alle minacce di morte. Stando al concitato racconto, coloro che hanno minacciato avrebbero persino cercato di ingaggiare dei cubani che vivono in stato di indigenza promettendo loro una somma di denaro se avessero linciato i rivali. La vicenda ovviamente è finita sul tavolo delle forze dell’ordine e della magistratura canaria, che ci auguriamo prendano provvedimenti. Il sud di Tenerife è composto da piccole cittadine, Los Cristianos, il centro turistico più importante del sud, non arriva a 20.000 residenti. Pertanto le voci corrono di bocca in bocca, esattamente come avviene nell’ex belpaese. E la comunità italiana è vista sempre con maggiore diffidenza.

Alle Canarie gli immigrati extracomunitari e dell’Est europeo sono davvero pochi, idem Balcani. La comunità extracomunitaria è per lo più composta da sudamericani o magrebini. Si concentrano nei paesi dove gli affitti costano meno, come El Fraile.

Ma anche noi italiani ci stiamo mettendo del nostro per farci “ben volere”. Alle solite un’intera comunità viene danneggiata da una minoranza di stronzi. Che spesso, dopo aver fatto “danni”, seminato debiti e qualche truffa, perdono le speranze di integrarsi e se ne tornano in Italia. A “scontare” la sempre peggiore reputazione degli italiani, saranno coloro che rimangono…

Diario di Tenerife