La Cina e l’introspezione: 自省

Una parola che torna spesso nei dibattiti sul carattere cinese è introspezione, vale a dire la capacità di guardare all’interno di sé stessi, arrivando alla conoscenza di sé tramite l’analisi delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, con il risultato di arrivare ad una maggiore comprensione della propria identità. Secondo alcuni la cultura cinese manca di interiorità, non potendo così imparare dai propri errori, a causa delle limitazioni alla libertà di espressione, secondo altri invece l’interiorità caratterizza il confucianesimo, soprattutto il neo-confucianesimo, con la spinta al cambiamento individuale in base all’ideale di saggezza.

Questi modi di vedere portano a giudizi molto diversi sulla Cina, giudizi che inoltre nascondono spesso secondi fini che vanno oltre quelli della comprensione del carattere cinese. Una Cina senza altra prospettiva che il dominio mondiale oppure una nazione dalla cultura millenaria in costante riflessione? Due visioni estreme che in realtà non si escludono ma probabilmente lontane dalla realtà, tanto più che il carattere cinese è permeato da una costante interazione tra cambiamento e continuità, al punto che nella Cina odierna si possono ritrovare aspetti della Cina imperiale. Ma come si dice introspezione in cinese?

自省

自 (zì): Il primo carattere è molto comune, non è difficile incontrarlo e significa sé, privato o personale. È di per sé un radicale ed è composto da 目 (mù) ossia l’occhio (nelle forme di scrittura antiche era tracciato con linee più arrotondate e quindi più immediatamente comprensibile) e da 丶(zhǔ) il punto che ormai conosciamo bene per la sua duttilità nella composizione dei caratteri. Il risultato è che 自 (zì) rappresenta il naso, per la ragione del fatto che tradizionalmente i cinesi indicano il proprio naso per parlare di sé stessi!

省(shěng): Il secondo carattere di oggi significa invece provincia ma anche risparmiare ed economia. A formarlo troviamo anche qui 目 (mù), con funzione di radicale, a cui si affianca 少 (shǎo) che indica una minore quantità, il concetto di poco ma anche inadeguato. A comporre 少 (shǎo) ci sono 小 xiǎo col significato di piccolo, minuscolo e insignificante che abbiamo già incontrato e che rappresenterebbe qualcosa che viene diviso da uno strumento. 八(bā ) oggi significa otto ma in origine indicava proprio due linee separate per simboleggiare il concetto di divisione. Lo strumento è invece rappresentato da 亅(jué), che in molti caratteri prende il posto di 丨(gǔn) ma mantenendone caratteristica multifunzione che lo porta ad essere utilizzato nei modi più vari. Tornando a 少 (shǎo) abbiamo poi 丿(piě), altro carattere lineare molto versatile e che qui rappresenta il gesto di separare, ridurre qualcosa in parti più piccole. Secondo alcuni studiosi 少 (shǎo) rappresenterebbe dei granelli di sabbia, il che è più chiaro se si pensa che il carattere deriva da 沙 (shā) che significa appunto sabbia e dove c’è anche la presenza di 氵(shuǐ) ossia l’acqua. Diventa quindi più chiaro perché 省(shěng) significa risparmiare e fare economia, per capire perché significhi anche provincia dobbiamo invece risalire al significato originario: ispezionare. Un occhio attento a ciò che è piccolo, ecco qui sia il nostro contadino che, con molti sacrifici, deve lavorare con attenzione ma anche il funzionario che deve amministrare e presumibilmente raccogliere le tasse.

E l’introspezione? Non è difficile adesso capire il senso dei caratteri che compongono questa parola, 自省 è fare un attento lavoro di ricerca su sé stessi, anche nelle parti più minuscole del proprio essere. Se poi il carattere cinese ne sia privo o meno è una questione su cui ognuno può riflettere, con introspezione!

Se vuoi approfondire la conoscenza della Cina e della sua cultura leggi il mio blog Farfalle e trincee

Fonte immagine: wallhere.com