Dopo aver visitato Siviglia lo scorso inverno, abbiamo deciso di tornare in Andalusia per un tour completo delle grandi città moresche: Cordoba, Granada e Malaga. Il nostro itinerario si è poi allungato anche all’entroterra andaluso e a parte della Mancia, con la terra dei mulini a vento e Toledo.
In totale le nostre tappe, nel giro di una decina di giorni, sono state: Madrid, Cordoba, Granada, Nerja, Malaga, Ronda, Toledo. Abbiamo scelto di sacrificare un pochino la costa e il mare per privilegiare l’entroterra e le grandi città andaluse, scegliendo un itinerario non troppo intenso e faticoso ma comunque completo.
Eccovi alcune informazioni e annotazioni utili da sapere prima di partire:
– Le strade. La maggior parte delle grandi arterie dell’Andalusia, ovvero l’Autovia, sono strade ampie (a due o tre corsie), ben tenute, asfaltate di recente e gratuite. Esattamente: la maggior parte delle strade di collegamento sono gratuite e si può entrare e uscire senza pagare alcun pedaggio. Le aree di servizio sono però un po’ fuori moda, non sempre a fianco della strada (occorre entrare nei paesi per fare rifornimento). In generale il carburante costa qualcosa in meno rispetto all’Italia mentre il limite di velocità sull’Autovia è generalmente 120, ma molto spesso scende a 80 o 90. Gli spagnoli sono molto prudenti in auto e rispettano severamente i limiti (non solo quando ci sono i controlli di velocità, per altro sempre segnalati).
– Il cibo. La cucina Andalusa è molto ricca e variegata, troverete sicuramente qualcosa per tutti i gusti. La maggior parte dei locali propone le famose Tapas, ovvero degli stuzzichini o piattini con assaggi di varie specialità. Le Tapas sono ottime per poter assaggiare tante cose diverse e smezzarle in compagnia. Molti locali servono una tapas gratuita con ogni bevanda ordinata. Tra le bevande tipiche troviamo il vino, la cerveza (birra), cava (spumante) e poi il Tinto de Verano (vino dell’estate, leggero e fresco, fruttato e piacevole). A Granada abbondano locali etnici e vegetariani, kebab e locali dove bere the orientale. Gli orari dei pasti in Andalusia sono più tardi rispetto a quelli italiani: pranzo dalle 13.00 in avanti e cena verso le 21.00.
– La colazione. In Andalusia il piatto forte sembrerebbe essere il Toast, soprattutto a colazione. Attenzione perché per loro si tratta di una bruschetta con pomodoro. Nei bar e negli hotel vedrete moltissime persone fare colazione a base di cappuccino, succo di frutta e questo pane ricoperto di pomodoro.
Il nostro viaggio è partito da Madrid, dove è atterrato il nostro volo da Torino. Qui abbiamo affittato un’auto a noleggio e siamo partiti verso Sud. Destinazione: la Mancia e l’Andalusia.
Consiglio: fare un viaggio di questo tipo senza auto è praticamente impossibile, o almeno molto più complesso. Molti paesi infatti non sono collegati dai mezzi pubblici e richiedono comunque mezzi propri. È quindi possibile partire dall’Italia in auto oppure affittarla in loco come abbiamo fatto noi. Noi consigliamo il sito www.doyouspain.com. Qui troverete confronti di auto a noleggio di varie compagnie e troverete sicuramente quella che fa al caso vostro a prezzo molto conveniente.
Scendendo verso Cordova, la nostra prima meta, abbiamo deciso di fare una rapida deviazione per vedere da vicino i famosi mulini a vento descritti da Cervantes. Essendo grandi fan di Don Quichotte, non potevamo certo ignorarli! Abbiamo fatto quindi una piccola sosta a Mota del Cuervo e a Campo de Criptana, dove si trovano i mulini meglio conservati. A Mota del Cuervo i mulini (tra cui uno ancora attivo, dove si trova l’officina del turismo) sono arroccati su una collina accanto al paese. Li potete raggiungere tranquillamente in auto e parcheggiare in un ampio spazio. Molti di questi mulini sono aperti al pubblico e circondati da particolari statue dei personaggi di Cervantes. A Campo de Criptana invece i mulini si trovano sopra il paese e per raggiungerli bisogna percorrere strette strade arroccate tra case bianche. Non temente, una volta giunti in cima c’è spazio a volontà per parcheggiare! Al contrario di Mota del Cuervo, dove i mulini sono isolati da tutto, quelli di Campo de Criptana sorgono accanto alle case e ad alcuni ristoranti dove poter fermarsi a rifocillarsi. In particolare consigliamo Las Musas, un grazioso ed elegante ristorante dove poter mangiare a prezzo comunque contenuto ottimi piattini davvero particolari.
Proseguendo verso sud, la strada ci porta a Cordova, la prima città dell’Andalusia che abbiamo visitato. Cordova è una grande città dalle mille sfaccettature: ha un grande quartiere ebraico, la Judeira, con i suoi patii e i suoi vicoli stretti. Ha una componente musulmana e araba, con i locali tradizionali e l’imponente Mezquita. E infine ha tutta una serie di chiese, castelli, giardini e cattedrali da visitare.
Il nostro hotel, NH Cordoba Califa, si trovava in un’ottima zona e per questo lo consigliamo vivamente. Moderno, semplice e in linea con i prezzi, si trova a pochi passi dalla Judeira e vicino a un grande spazio verde attorno al quale è possibile parcheggiare gratuitamente.
La nostra prima sera a Cordoba è stata proprio all’insegna delle caratteristiche strade della Judeira, ricche di locali tipici, negozi super turistici e patii. È facile perdersi tra questi vicoletti, ma tutte le strade alla fine portano alla Mezquita o al Ponte Romano, i due grandi simboli della città. Vederli illuminati di notte è un vero spettacolo immancabile!
Durante la nostra prima giornata a Cordoba, abbiamo visitato subito in mattinata l’Alcazar de los reyes cristianos, ovvero il palazzo-fortezza di Cordoba. Andarci al mattino “presto” si è rivelata un’ottima scelta poiché non abbiamo trovato nessuna coda (cosa che invece abbiamo visto formarsi poco dopo, a partire dalle 11) e abbiamo potuto visitare palazzo e giardino in tranquillità e con il fresco. L’interno del palazzo è piuttosto semplice e decorato da mosaici, ed è possibile salire sulle mura perimetrali e sulla torre. Nel biglietto è incluso l’accesso ai giardini, molto curati e ben fatti, sia quelli interni sia quello principale. Qui troverete ad accogliervi enormi vasche d’acqua e fontane attive. Passeggiare nel parco è molto piacevole e rilassante se riuscite ad evitare le ore più calde.
Successivamente, non potevamo non visitare la celebra Mezquita, l’antica Moschea di Cordoba divenuta poi sede della Cattedrale della città. La cosa particolare è proprio questa: originariamente la Mezquita era un immenso edificio ricco di colonne e archi che andavano a perdita d’occhio. Successivamente alla riconquista cattolica, al centro della Mezquita venne costruita una cattedrale in pieno stile cattolico, sventrando e distruggendo parte dell’edificio precedente. L’effetto che vedrete ora è qui di uno strano miscuglio tra arabo e cristiano. La Mezquita è sempre affollata di turisti e quindi le ore migliori per visitarla sono al mattino presto oppure alla sera tardi. Non fatevi spaventare dalla lunga coda alla cassa per l’acquisto dei biglietti: è molto più rapida del previsto (anche se non sempre accetta la carte di credito). Una volta preso il biglietto, dal patio degli aranci si accede direttamente alla Mezquita.
Nota: durante le ore più calde della giornata, quando si superano i 40 gradi e fa troppo caldo per camminare sotto il sole cocente, un’ottima alternativa sono gi hammam e i bagni arabi della città. A Cordoba, come anche a Granada e a Malaga, potete trovare numerosi hammam dove trascorrere piacevolmente alcune ore della giornata o della sera. Noi abbiamo provato l’Hammam El Andalus, una catena presente in diverse città. A Cordoba si trova in una via accanto alla Mezquita e permette di entrare nel bagno tutto il giorno e anche alla sera. Il percorso classico è di circa un paio d’ore e si possono aggiungere vari tipologie di massaggi (compreso quello con la schiuma). Voi dovete portare solo il costume da bagno, tutto il resto vi viene fornito dall’Hammam. All’interno vi accoglie un’atmosfera intima e silenziosa, luci soffuse, candele, tisane profumate e molta pulizia. Il percorso classico è composto da un’ampia vasca di acqua tiepida (qui la luce filtra dai fori del soffitto, rendendo il tutto estremamente suggestivo), un paio di vasche di acqua fredda, un paio di acqua caldissima e infine il bagno di vapore.
Dopo una serata trascorsa nel cuore di Cordoba, tra i suoi locali e i suoi vicoli, il giorno dopo ci siamo diretti verso Granada, seconda tappa del nostro itinerario. Lungo la strada però abbiamo deciso di deviare il percorso per vedere alcuni dei paesini bianchi (pueblos blancos) di cui parlano spesso le guide. In particolare eravamo diretti a Lucena, Zuheros e Priego de Cordoba. Purtroppo però questi paesi sono stati una grossa delusione per noi e onestamente non ci sentiamo di consigliarli ad altri turisti. Lucena è un paese che ha evidentemente sofferto molto la crisi economica e attraversandola in auto non abbiamo nemmeno avuto la tentazione di scendere a visitarla. Zuheros è invece un paesino arroccato sulle montagne e tra i tre è il più carino, fatto da casette bianche e immensi speroni di roccia. Priego de Cordoba invece ha un grande castello e un centro più turistico, ma niente che valga veramente la pena visitare a lungo.
Leggermente delusi da questi paesi dell’entroterra, siamo giunti a Granada prima del previsto e abbiamo avuto modo di visitarla già in serata. Tra tutte le città andaluse Granada è quella più Hippy e arabeggiante. L’atmosfera che si respira a Granada è completamente differente da quella delle altre città: qui, tra incenso e pachuli, si respira aria di medio-oriente, di africa e di figli dei fiori. A dimostrarlo sono i numerosi locali di kebab, il grande bazar dell’Albaycin (un mercato di negozietti in stile bazar), i numerosi artisti di strada che colorano le mani delle ragazze e i locali di tè verde del centro.
Proprio il quartiere dell’Albaycin si caratterizza per le sue numerose botteghe di oggetti etnici e per le tantissime sale da the. Alcune sono molto belle, ma evitate quelle senza aria condizionata, altrimenti rischiate di fondervi con i cuscini e i divanetti! Oltre al the è possibile fumare il famoso narghilè, presente in praticamente tutti i locali.
Se la serata è limpida e pulita, vi consigliamo di salire al Belvedere San Nicholas, sulla collina di fronte alla Alhambra. Salire fino al belvedere è una strada lunga e ripida, motivo per cui è meglio farlo nelle ore della tarda serata, quando il sole non è troppo caldo. Una volta arrivati in cima la vista sulla fortezza è davvero spettacolare. Nella piazza del belvedere troverete turisti e artisti di strada, mentre nella via sottostante bar e ristoranti da cui apprezzare la vista. Alcuni di essi non sono molto cari nonostante la vista privilegiata, quindi potreste pensare di bervi qualcosa.
Se andate a Granada, non potete perdevi la visita all’Alhambra. L’Alhambra è un grande complesso di edifici e di giardini arroccati sulla collina della città. A differenza dell’Alcazar di Siviglia, che è un solo palazzo, l’Alhambra è un sistema più complesso e dispersivo. Se decidete di visitarla, dovete quindi tener presente alcune cose. Prima di tutto il fatto che esistono diverse tipologie di biglietto di ingresso, tutte diverse tra loro. Fate molta attenzione a quale scegliete, perché non tutti coprono tutti gli elementi del percorso.
Secondo elemento da tenere presente: la struttura dell’Alhambra. La visita dell’Alhambra, nel suo complesso, dovrebbe essere suddivisa in tre grandi spazi: il Generalife (la residenza estiva e i suoi giardini), il Palazzo Nazaries (detto anche Nasrid, che è il complesso principale e i suoi giardini interni), i giardini dell’Alhambra (i giardini, le fontane, gli specchi d’acqua, le coltivazioni di fiori e le mura). Occhio quindi ad acquistare un biglietto completo che includa tutte e tre queste attrazioni!
Noi per esempio abbiamo deciso di fare il biglietto combinato visita notturna al palazzo Nazaries e visita diurna ai giardini e al Generalife. Questa opzione, oltre ad essere economicamente conveniente, presente alcuni vantaggi: la visita notturna al palazzo è leggermente meno frequentata e sicuramente molto più fresca. Le brevi code prima di entrare sono infatti non sotto al sole cocente e poi le sale e i cortili interni sono molto belli alla luce della luna. Il giorno dopo si ha incluso l’ingresso diretto (niente code) al Generalife e ai suoi giardini, oltre che al resto del parco dell’Alhambra. Ovviamente non si può tornare al palazzo Nazaries, ma sarebbe comunque esageratamente affollato.
Consiglio: la visita ai giardini dell’Alhambra può essere molto articolata. Numerosi cartelli sparsi nel giardino indicano il percorso migliore per i visitatori, ma spesso escludono parti molto importanti. Non abbiate quindi paura ad esplorare e a prendere qualche via “contromano”, perché a volte è l’unico modo per visitare tutto quanto.
Mentre ci trovavamo a Granada, abbiamo deciso di fare un’improvvisa deviazione verso il Caminito del Rey, un bellissimo percorso in un Canyon proprio al centro dell’Andalusia. Questa passeggiata attraversa, su passerelle e sentieri, un intera gola scavata dal fiume. È un sentiero molto articolato e suggestivo, con paesaggi mozzafiato e passerelle sospese nel vuoto. Il percorso, a pagamento, viene indicato di circa 4 ore ma può essere tranquillamente percorso in 2/3 ore a passo normale. Un tempo il caminito era un sentiero pericolosissimo e praticamente impossibile da completare. Negli ultimi anni è stato invece ripristinato e aggiornato, rendendolo comodo e affatto pericoloso. È una passeggiata piuttosto lunga ma non troppo pesante, che corre su incredibili passerelle a picco sulla gola, sentieri ombrosi dove poter incontrare animali selvatici e ponti sospesi. In generale la maggior parte del percorso è all’ombra, ma dopo aver percorso l’ultimo ponte sospeso sul canyon, si deve percorrere una scalinata attaccata alla parete rocciosa e un lungo sentiero completamente al sole. Questo è l’unico settore della passeggiata davvero duro e intenso a causa del caldo e del sole. Ecco perché è bene attrezzarvi con bottigliette d’acqua, crema solare, scarpe comode e capellino. Lungo il percorso si trovano alcune zone di sosta dove poter riposare e mangiare, ma non ci sono bar o luoghi dove comprare viveri. Il percorso, a senso unico, si conclude in un piazzale dove passa la navetta che riconduce all’inizio. Questa navetta, economica e frequente, è assolutamente essenziale per ritornare al punto di partenza. All’inizio del percorso, sulla strada principale, troverete ristoranti e bar pronti a rifocillarvi.
Nota: trovare il punto di partenza del Caminito del Rey non è propriamente semplice. Il sito ufficiale infatti offre alcune indicazioni ma non molto dettagliate e carenti. Inoltre il punto indicato da Google Maps è errato, quindi non seguitelo! Meglio avvicinarsi il più possibile e chiedere informazioni alla gente del posto, oppure puntare in navigatore verso il Ristorante Miradores, che è il più vicino all’ingresso al Caminito.
Vicino all’ingresso del Caminito, oltre ai ristoranti e ai campeggi, c’è un grande lago artificiale attrezzato come zona balneare. Qui si possono affittare sdraio e pedalò, fare kayak e molto altro. Sicuramente dopo la lunga passeggiata del Caminito non c’è niente di meglio che un po’ di relax sul lago!
Dopo aver visitato Granada e aver assaporato le specialità locali, siamo scesi sulla costa per un po’ di mare. Ci siamo quindi diretti a Nerja, un grazioso paese sulla costa. Nerja non è molto grande ma è piuttosto turistica come meta. Attorno a Nerja ci sono moltissime calette e spiagge dove poter fare il bagno in un mare cristallino. L’unico dettaglio è che non sono attrezzate, quindi è necessario munirsi di ombrellone e tutto l’occorrente per sopravvivere al tremendo sole andaluso. Se cercate invece una spiaggia mediamente attrezzata (anche se non a livello di quelle italiane), dovete scegliere una di quelle vicino al centro abitato, come ad esempio di Playa del Salon. Qui potrete affittare un ombrellone per pochi euro, usufruire dei bagni e delle docce. La spiaggia potrebbe essere molto affollata, ma l’acqua pulita e limpida. In centro a Nerja trovate invece il Balcon de Europa, una passeggiata e un belvedere che si affacciano sul mediterraneo. Attorno pullulano i bar e i ristoranti che servono a qualsiasi ora del giorno e della notte la tipica colazione continentale.
A pochi chilometri da Nerja, nell’entroterra, sorge il suo paese parallelo: Frigiliana. Questo è un delizioso villaggio bianco che sorge sulle colline vista mare. Bellissimo ma praticamente impossibile da raggiungere in auto e trovare parcheggio.
Consiglio importante: non avventuratevi alla cieca o seguendo il navigatore nei meandri di Frigiliana e degli altri paesini arroccati come questo. Anche con l’aiuto del navigatore rischiate di trovarvi in uno strettissimo vicolo cieco o davanti a salite praticamente impossibili. Meglio allora parcheggiare sulla strada principale e proseguire a piedi.
Vicino a Frigiliana sorgono moltissimi Hotel Rurali, ovvero agriturismi spagnoli. In particolare vogliamo consigliare l’Hotel Rural Los Caracoles. Questo hotel rurale, poco lontano da Frigiliana ma in aperta campagna, è un po’ difficile da raggiungere a causa dell’ultimo pezzo di strada sterrata ed è un po’ più caro rispetto alla media degli hotel andalusi. Tuttavia merita sicuramente il viaggio: l’hotel è strutturato seguendo forme curvilinee e arrotondate, con stanze a cupola rotonda o scavate nella parete della collina. Ogni stanza ha una grande terrazza nascosta alle altre camere che gode di ottima privacy e una bellissima vista sulle colline. La piccola piscina si affaccia invece sul mare, rendendo mozzafiato il tramonto. L’hotel presenta anche un ristorante e la colazione (piuttosto buona) è quasi sempre inclusa nel prezzo della notte.
Dopo la tappa sulla costa, siamo proseguiti verso Malaga, dove ci siamo imbattuti nella festa di agosto. In questa occasione tutta la città scende nelle vie cittadine a festeggiare, bevendo e ballando al ritmo delle bande locali. La via centrale di Malaga è adornata a festa e le donne del posto si aggirano con i loro splendidi vestiti tradizionali. A parte la festa, che si svolge nella settimana centrale di agosto, sono da vedere i mercati tradizionali di Malaga, la zona del porto, la ruota panoramica e le vie centrali del paese. Su un’altura sorge l’antica fortezza di Malaga e il teatro romano.
A Malaga abbiamo anche visitato il giardino botanico de La Conception. Un tempo parco privato di famiglie nobili, ora è aperto al pubblico pagando un biglietto. Il giardino è molto vasto, in parte al sole e in buona parte per fortuna ombreggiato dai grandi alberi. Forniti di mappa (anche se non è attendibile totalmente) potete visitare in autonomia l’intero parco, osservando piante e alberi da ogni parte del mondo. Dal punto più alto de La Conception è possibile ammirare il panorama sulle colline e sui tetti della città.
Dopo aver pranzato a Malaga, ci siamo diretti di nuovo verso l’entroterra, più precisamente a Ronda. Ronda, sebbene piccola, è molto conosciuta in Spagna e in Andalusia per due ragioni: l’arena della corrida e l’incredibile ponte che collega la parte vecchia al resto del paese. Ronda infatti sorge tra le colline andaluse, proprio su un grande sperone di roccia con pareti a strapiombo. La città “moderna”, dove sorge l’arena, è connessa alla parte vecchia da un altissimo ponte apparentemente sospeso sul nulla. Il ponte è altissimo e sostenuto da pilastri titanici che si possono osservare in tutta la loro imponenza percorrendo un piccolo sentiero sul lato antico della città.
L’arena della corrida è invece una vera e propria istituzione cittadina. Come ci ha detto una donna del posto, “andare a Ronda senza visitare l’arena è come andare a Roma e non vedere la fontana di Trevi o il Colosseo”. Anche se noi non amiamo la corrida, visitare l’arena è stata comunque una visita interessante. Ronda, sebbene piccola, è molto fiera della sua arena e ha realizzato un attento percorso di visita e un bel museo. Assieme a Siviglia, Valencia, Malaga e Granada, Ronda è tra le poche arene dell’Andalusia ancora attive. Le visite si possono effettuare quando non ci sono gli spettacoli e mostrano l’intero percorso, dallo spazio destinato ai cavalli ai palchi reali, fino al museo della armi. È possibile affittare un’audioguida molto ben curata in varie lingue, compreso l’italiano. Anche per chi come noi non ama questo genere di spettacoli, il tour si è dimostrato interessante e divertente.
Oltre all’arena e al ponte, anche il centro storico di Ronda merita una visita. Tra i vicoli alti e stretti sorgono numerosi palazzi antichi, giardini ombreggiati e grandi chiese. Tra tutti quelli visti, questo è uno dei paesi più belli e ricchi da visitare. Se poi vi interessa il vino, non dimenticate di visitare il Centro de Interpretacion del Vino, ovvero una specie di casa-museo dedicato alla produzione antica di vino nella zona di Ronda. Qui , oltre a visitare il museo, è possibile fare alcune degustazioni di vino prendendolo direttamente dalle fontane e dai barili nel cortile principale.
Ripresa l’auto in direzione nord, per tornare a Cordova, abbiamo deciso di passare a vedere il leggendario paesino Setenil de las bodegas, ovvero un paese scavato in parte nella roccia. Dalle foto sembrava impressionante e avremmo davvero voluto fermarci a visitarlo, ma purtroppo trovare parcheggio vicino al centro era praticamente impossibile e il caldo tropicale dell’Andalusia non ci hanno invogliato a fare una lunga passeggiata.
Infine, Toledo. Tra Cordoba (Andalusia) e Toledo (La Mancia) ci sono circa 3 ore di auto e il viaggio è stato come sempre tranquillo e poco trafficato ad eccezione della periferia di Toledo. Toledo è davvero una bellissima città medievale, arroccata su una collina e circondata da mura difensive. L’intera città, capitale della Mancia e patria di Don Quichotte, vive del suo spirito medievale tanto che potrete trovare fiere dedicate al mondo medioevale, botteghe artigiane e negozi di spade. Come un po’ tutte le città turistiche si è adattata alle esigenze dei turisti e quindi nella maggior parte dei negozi troverete spade e oggettistica di ogni tipo, oltre alle tradizionali spade spagnole. Per fortuna abbiamo trovato un ottimo hotel ai piedi delle mura e vicino al centro poiché le salite verso la piazza principale sono molto ripide e faticose. Sulla rocca ci sono numerosissimi musei e palazzi da visitare, quindi potete tranquillamente sbizzarrirvi o semplicemente camminare tra le strade affollate del centro.
E così si conclude il nostro tour tra la Mancia e l’Andalusia. Da questo viaggio ci portiamo dietro molti ricordi, un caldo terribile, ottimo cibo e lo spirito scanzonato degli spagnoli.