Giocare con i caratteri: Chineasy!

Studiare una nuova lingua non è semplice, studiare il cinese è veramente difficile. La particolarità della lingua cinese che richiede un doppio sforzo tra l’imparare a parlare e l’imparare a leggere ha portato al proliferare di tecniche più o meno efficaci per riuscire a superare l’ostacolo. Una delle difficoltà della lingua cinese, ossia la presenza degli hanzi, è in realtà un suo punto di forza. Le lettere del nostro alfabeto rappresentano dei suoni, una volta imparate non è che ci dicono più molto, i caratteri cinesi sono veri e propri edifici da esplorare, il che può trasformare lo studio della lingua cinese in un vero e proprio gioco.

Shaolan, la creatrice

Questo è proprio quello che ha pensato Shaolan Hsueh, poliedrica imprenditrice nata a Taiwan e con studi a Londra. Designer, creatrice di startup, speaker in numerosi eventi ma soprattutto, tra mille altre cose, creatrice del metodo di studio del cinese Chineasy. Come dice in varie interviste la stessa Shaolan, voleva trovare un metodo per insegnare il cinese ai suoi figli nati a Londra in modo fa fargli scoprire la cultura da cui proveniva. Decise quindi di concentrarsi sull’aspetto visivo, secondo lei un modo più semplice per poter memorizzare i caratteri da parte di chi non avesse alcuna nozione di lingua cinese.

Che prima o poi sarebbe nato un metodo innovativo di studio del cinese era un po’ nell’aria nella vita di Shaolan, vincitrice di premi per un manuale utente di Microsoft, figlia di un ingegnere matematico datosi poi alla creazione di ceramiche e di una calligrafa, sembra proprio che il destino abbia condotto questa brillante ragazza verso la creazione di tecniche di insegnamento innovative. Quando poi nella sua vita si fece sentire l’esigenza di insegnare il cinese ai suoi due figli, di fatto i suoi primi e inflessibili tester, ecco che prende vita il progetto Chineasy che da casalingo diventa ben presto internazionale.

Shaolan Hsueh – Chineasy

Chineasy, il metodo

Si tratta molto semplicemente di associare i caratteri a delle figure, partendo dal presupposto che un ambiente grafico favorisca la memorizzazione. Per arrivare a questo Shaolan partì da un algoritmo che determinasse quali fossero le parti dei caratteri più ricorrenti, quelle che le chiama mattoncini, da cui iniziare a costruire altri caratteri. Determinante fu il 2013, quando la sua presentazione di Chineasy su TED Talk fu un vero successo a cui seguì una raccolta fondi ed il fondamentale incontro con l’illustratrice Noma Bar, autrice delle schede grafiche associate ad ogni carattere; Chineasy era nato!

Dopo quasi dieci anni Chineasy è cresciuto in modo esponenziale, esiste un sito, un’app, tutta una serie di libri e flash card acquistabili nello shop nonché una gamma di abbonamenti dai vari prezzi che permettono di usufruire di più o meno servizi. Non c’è che dire, l’idea di Shaolan per poter insegnare il cinese ai suoi bambini è davvero cresciuta. L’aspetto visuale è infatti sempre più importante nella società di oggi, incluso all’interno del mondo dell’insegnamento. Una società che vive di cora non ha molto tempo per leggere, meglio cogliere le cose a colpo d’occhio e Shaolan questo l’ha capito bene.

I pro e i contro

Quelle che seguono sono solo le mie impressioni, non pretendo certo di giudicare un lavoro così grande fatto da persone davvero preparate. Positivo c’è sicuramente l’aspetto visivo, associare caratteri e figure aiuta davvero a memorizzare, data l’origine della scrittura cinese è un po’ come fosse un ritorno al senso originario dei caratteri, ossia la rappresentazione di qualcosa per esempio un nido. Poi c’è la bellezza del giocare con una lingua, per fare proprio qualcosa bisogna maneggiarlo e vale anche per il linguaggio. Cosa che non capirono alcuni sinologi che non videro di buon occhio la nascita di Hanzi.

Il contro è che Shaolan è nata a  Taiwan quindi utilizza la forma tradizionale del cinese, però nei libri è presente anche quella semplificata generando u po’ di confusione. Critica che viene spesso fatta a Chineasy è quella di non considerare grammatica e pronuncia ma di concentrarsi solo sul riconoscimento dei caratteri. Personalmente ho trovato alcune rappresentazioni di caratteri un po’ troppo lontane dal significato ed associate ad altro in maniera un po’ forzata. Chineasy resta comunque un simpatico modo di giocare con i caratteri ed uno strumento in più per affrontare lo studio del cinese.

Immagine di copertina: crossing.cw.com.tw