La Cina nel caos, alle origini del reportage

Capire la Cina non è semplice, tutti vogliono spiegarla ma quasi nessuno ha interesse a spiegarla senza un secondo fine. Il ruolo geopolitico di Pechino rende molto difficile trovare fonti d’informazione non diciamo neutre, perché la neutralità non esiste e la sola scelta delle fonti è una presa di posizione, ma diciamo attendibili. Se poi consideriamo il crollo pressoché verticale del giornalismo, un tempo spirito critico della società ed oggi cassa di risonanza del conformismo più ottuso, l’esistenza di case editrici come ObarraO è puro ossigeno. Una casa editrice specializzata in cultura asiatica, il cui catalogo è davvero ricco di tesori.

La Cina nel Caos è un testo del 1925, scritto da colui che è ritenuto il padre del reportage moderno, ossia Albert Londres, un autore la cui vita avventurosa ci rimanda a quella forma di giornalismo che oggi è possibile trovare forse solo negli inviati di guerra freelance o negli autori di inchieste molto scottanti. La grande differenza è che nell’opera di Londres non c’è un’ossessionante presenza del pericolo, ma una fortissima ironia che pone il pericolo in secondo piano, mettendo in risalto tutta il fascino dell’incontro con lo sconosciuto, nel libro in questione la Cina degli anni venti ossa, come dice il titolo. un paese nel caos.

Londres è un grandissimo narratore, distante anni luce dalla noia di molto giornalismo odierno, dove un articolo prima ancora di raccontare qualcosa è il prodotto di un calcolo al bilancino per usare parole che non offendano, non urtino sensibilità o non disturbino il protettore di turno. Londres è iperbolico, può sembrare – solo apparentemente – indifferente alle condizioni del prossimo ed è maledettamente bravo a dipingere ambienti e catapultare il lettore nelle Cina senza regole che dopo il secolo dell’umiliazione, stava gettando le basi per la rivoluzione che metterà fine al caos, oppure secondo alcuni ne creerà uno diverso.

Mudken, Pechino, Shanghai queste le città in cui si snodano le pagine del libro. Tutto quello che descrive Londres è avventura, anche solo spostarsi da un capo all’altro della città, non parliamo dell’incontro con i signori della guerra del tempo. Solitamente sono le  grandi dinastie che rappresentano la Storia cinese, come se una sorta di Cina mitica impedisse di andare alla scoperta della Cina reale, fatta di sofferenza e miseria, di ignoranza e cinismo, tutti elementi che l’autore mette in luce con il suo stile scanzonato se non sopra le righe, quasi volesse esorcizzare i pericoli a cui si esponeva per amore del viaggio e della scoperta.

La Cina che ci racconta, meglio dire descrive, Londres è una Cina in cui tutto poteva succedere alle prese con uno di quei momenti storici in cui ogni trama può essere scritta. Un periodo storico stretto tra l’impero e la repubblica, due ingombranti vicini che gli tolgono spazio ed attenzione. Una Cina in cui non si capisce chi detenga il vero potere e dove l’imperatore crede lo stato repubblicano sia un ministero imperiale. Insomma, come già detto, il caos. La grande capacità di questo libro è di far intravedere, con nonchalance, la direzione che la Storia sta per prendere, senza pretendere di capirla ma capendola invece molto bene.

Trattati ineguali, il saccheggio del Palazzo d’estate, prima ancora la corsa ad arraffare le ricchezze archeologiche del paese, i rapporti della Cina con le potenze occidentali nel XIX e XX secolo non sono stati per niente facili. Impossibile capire la Cina contemporanea senza tenere presente questa esigenza di rivincita che ha accompagnato la nascita della Repubblica cinese. Londres tratteggia anche questo nel racconto della sua esperienza in Cina, con la distanza di un giornalista che ha viaggiato in posti distanti e diversi come la Russia bolscevica e l’Argentina, l’Africa e la Palestina, trovando la morte al largo di Aden.

Oggi la Cina si è rialzata, la sua influenza si è diffusa in tutto il mondo, non c’è elemento della modernità in cui Pechino non sia presente ed importante attore. Quello che rischia invece di scomparire è il modo di fare giornalismo proprio di Albert Londres, leggero ed acuto allo stesso tempo, capace di coinvolgere il lettore e di immergerlo in una realtà diversa. La Cina nel caos oltre che reportage da leggere tutto d’un fiato, resta una testimonianza utile per capire meglio la Cina odierna. Certo, alcuni termini usati da Londres possono non piacere a tutti ma, parafrasando la celebre frase di Mao, vivere non è un pranzo di gala.

Fonte immagine: Wikicommons