Vendere in Cina: 卖 !

Come ben sanno gli amanti della Storia, basta aprire dedicato alle vicende asiatiche e prima o poi la comunità di commercianti cinesi salta fuori. Che sia l’impero khmer del XIII secolo o l’Indonesia del XX, il commerciante cinese c’è. Nemmeno gli editti imperiali di chiusura dei confini, intervallati comunque periodicamente da aperture e riforme, riuscì a fermare l’emigrazione cinese. Ancora oggi vendere e Cina sono due parole spesso collegate, anche a sproposito. Ma come si dice vendere in cinese, con quali carattere si scrive e che significato ha? Andiamo subito a scoprirlo insieme, vendere in Cina ossia (mài).

(mài)

(mài): partiamo dal prim carattere che compone il nostro vendere, vale a dire il radicale (shí) che vuol dire dieci, ma anche perfetto. In origine era indicato da una linea verticale (gǔn), uno, a cui in seguito ne è stata aggiunta una orizzontale, che poi è (yī) ossia uno anche lui. Se poi consideriamo che dieci dà un senso di completezza (dieci su dieci è una frase che lascia alludere molto) capiamo il senso di perfezione.

Continuando troviamo (mǎi) con i significati di comprare, persuadere e anche corrompere. Interessante accostamento di significati. A formarlo un carattere che ogni tanto incontriamo, , chiamato kwukyel, secondo alcuni un uncino, secondo altri un altro modo di rappresentare uno mentre altri ancora vi vedono la contrazione di (yǐ) carattere dall’origine complessa e che significherebbe secondo. In ogni caso si tratterebbe di un carattere di origine coreana usato come un tuttofare quando serve una linea orizzontale uncinata…

Tornando a (mǎi), la seconda parte che lo costituisce è (tóu), ossia testa, capo, primo e anche cima. Insomma tutto quello che sopra. E qui il vendere inizia a farsi una cosa seria, oltre che perfetta, si percepisce nell’aria un senso di competizione e scaltrezza.

A sua volta (tóu) lo troviamo composto da un carattere che tutti bene o male conosco, cioè (dà), grande oppure vasto e comunque significati di questo tipo, a cui si affianca (bīng) che rappresenta il ghiaccio. E cosa ci fanno grande e ghiaccio a formare testa? Di certo ce la tengono fredda mentre cerchiamo di capire…

Una soluzione possiamo trovarla nel fatto che la forma tradizionale di (tóu) è totalmente diversa essendo infatti (tóu). Carattere secondo alcuni formato da (yè) che sarebbe la rappresentazione di una testa ma anche un carattere che significa pagina e foglia, in quel gioco di trasposizioni tipico del cinese, poi da (dòu) al quale alcuni studiosi attribuiscono il significato di un vassoio rituale mentre altri quello di fagiolo, pisello o qualcosa con questa forma. Insomma una testa che poi sarebbe una foglia di fagiolo o pisello… che stanno sopra ai fagioli ed ai piselli! Insomma qui c’è davvero da confondersi le idee anche se, escludendo il vassoio rituale, il senso di qualcosa che sta sopra da qualche parte spunta… Che poi a dirla tutta il vassoio rituale ci riporta al senso di capo inteso come boss della situazione!

Qui serve un riepilogo per il nostro (mài), abbiamo scoperto che vendere in Cina rappresenta un lavoro di testa fatto alla perfezione e con una certa autorità. Ad essere vendute non sono solo le merci ma anche l’onesta e la fedeltà. La prossima volta che compri della salsa di soia al supermercato cinese sotto casa pensa che qualche secolo fa nello stesso modo sono state vendute intere città sotto assedio, magari corrompendo i soldati di guardia!!!

Fonte immagini: treasuresauctions.com.au; meer.com