La Cina e le celebrazioni: 典礼

Ed è passato anche il capodanno cinese, il primo ufficialmente e pubblicamente festeggiato dopo le restrizioni dovute al Covid. L’interesse per questa festa, è tale che a Milano si è per la prima volta scelto di sfilare non nella tradizionale chinatown di Paolo Sarpi, ma nella più spaziosa area dell’Arco della pace. Per chi fosse interessato alla chinatown milanese (e non solo), segnalo l’interessante racconto a fumetti Primavere ed autunni, nell’attesa che lo stesso editore, Beccogiallo, ristampi l’ormai introvabile Chinamen. Ma come si dice in Cina celebrazioni? Andiamo a scoprirlo subito.

典礼

(diǎn): partiamo subito con un carattere che nella lingua cinese ha un posto rilevante, ossia (diǎn) che significa legge, canone, clasico, scrittura ma anche documentazione. Facile intuire come in un paese storicamente confuciano come la Cina, questo carattere ha un ruolo davvero speciale. A comporlo troviamo il radicale (gǒng) che rappresenterebbe una rappresentazione molto stilizzata di due mani. Nell’etichetta cinese le due mani sono un simbolo importante, infatti si offre qualcosa è importante farlo con entrambe le mani, in segno di umiltà. Così come è importante usare le due mani quando invece qualcosa lo si riceve, ad esempio un biglietto da visita. In questo stiamo elevando l’altra persona e dimostrando gratitudine.

Oltre a (gǒng) troviamo poi (cè), versione tradizionale di (cè) ossia il libro. Secondo alcuni studiosi sarebbe formato da delle strisce di bambù ossia (jiōng) tenute insieme da (yī ), linea orizzontale, formando così un libro. Quindi (diǎn) sarebbe un testo scritto che viene ricevuto in maniera formale, a dimostrazione della sua importanza.

(lǐ): il secondo carattere che incontriamo indica il costume sociale, la cortesia e le buone maniere. A formarlo (yǐn) vale a dire piccolo, segreto, nascosto misterioso ed anche nascondere. Un carattere che tra i suoi significati ha anche quello di misterioso, non può che avere delle origini oscure. Qualcuno lo mette in relazione a (yǐ) che rappresenta il secondo tronco celeste, ossia parte di quel complicato sistema di misurazione del tempo chiamato ganzhi. In Cina le celebrazioni sono quasi impossibili da capire a fondo se non si tiene conto del ganzhi, in ogni caso fermiamoci qui e passiamo alla componente successiva ossia (shì).

(shì) è un altro carattere molto importante nella cultura cinese, dato che indica niente di meno che il culto… Si tratta poi della forma semplificata del radicale (shì) che, oltre a rappresentare un altare sacrificale, darebbe anche il suono a (lǐ). Tra i suoi vari significati troviamo mostrare, mostrarsi, manifestare ed anche dimostrare. Quest’ultimo significato è molto interessante perché ci permette di allontanare il culto da una sfera troppo religiosa come è per esempio nella nostra cultura. (lǐ) ci rimanda quindi a qualcosa sì di misterioso ma non per questo del tutto trascendente, un mistero che si cala nel vivere comune di ogni giorno. D’altronde i riti dell’imperatore servivano anche al buon funzionamento delle vicende terrene.

Concludendo, il nostro punto di partenza 典礼 (diǎnlǐ) ci dice molto sulla Cina e le celebrazioni. Ci dice che nella cultura cinese celebrare è agire secondo delle linee di condotta che lasciano poco spazio al caso, con una forte valenza civile ma non per questo prive di uno spirito che potremmo definire religioso. Un aspetto davvero affascinante di questa splendida cultura.

Fonte immagini: blog.blacklane.com; Wikicommons